Una pandemia di olio EVO
Di Fulvio Raimondi
Gli esseri umani vengono da un paio di anni di pandemia in cui alcuni aspetti della vita quotidiana sono stati modificati forse per sempre. Da due anni è così. Pensate cosa potrebbero essere quasi 10 anni di una vita in queste condizioni.
Anni poi in cui non si vede nemmeno lontanamente un vaccino e meno che meno una cura. Perché è quello che sta succedendo ai nostri migliori amici tra gli alberi. La Xylella ha fatto milioni di vittime solo qui in Italia.
Milioni di ulivi che arrivavano letteralmente da periodi storici diversi. Alberi che hanno convissuto con l’impero romano e con tutto quello che poi ne è seguito. Alberi che hanno sempre dato a noi umani simboli e sostentamento.
Ed ora, dopo quasi 10 anni di epidemia di questo batterio, gli ulivi continuano a cadere. È evidente che siano stati fatti degli errori di sottovalutazione del problema, ed oggi, forse, grazie ad altre cultivar più resistenti, c’è una lucina di speranza.
Curare la Xylella significa mettere al sicuro un nostro patrimonio, significa curare parte di noi, significa assicurare un futuro oltre che agli ulivi, anche a noi che li amiamo così tanto.
Curare la Xylella ad ogni costo e con qualunque mezzo vuol dire vita, vuol dire curare le anime, vuol dire ripresa economica.
Perché nel futuro, poi, l’unica pandemia che dovrà esserci dovrà essere quella dell’olio evo, da esportare, da mangiare e da divulgare, recuperato da piante nuove, belle e sane.
Olio EVO
L’Olio EVO è l’olio extravergine di oliva ottenuto con la sola spremitura delle olive sane con procedimento meccanico. L’olio EVO (olio extravergine di oliva), è l’acronimo coniato da Massimo Epifani dottore agronomo che collabora con molte Università e Istituzioni che si occupano del mondo dell’olio.