Una generazione perduta? La fuga dei cervelli dall’Italia
Il fenomeno sotto gli occhi di tutti i politici, economisti e gente comune da anni è diventato il tallone d’Achille di questo paese. Un Paese che arranca che spesso trova comodo scaricare all’Europa le proprie problematiche da decenni irrisolte. Una vera beffa per le famiglie italiane, anzi dopo l’inganno di aver veduto nella formazione universitaria una agevole sistemazione dei propri figli, ecco arrivare puntuale la beffa, ovvero, questa nostra patria a questi giovani non sa offrire, per i più fortunati precariato e sotto salari.
Ecco che l’unica strada percorribile è fuggire, si letteralmente fuggire all’estero.
Desideriamo affrontare questa problematica con un articolo della giornalista Claudia Di Giorgio. Vi auguriamo una buona e istruttiva lettura.
Tra le questioni di politica della ricerca, la fuga dei cervelli è una delle più complesse e difficili da trattare. Le ragioni di questa difficoltà sono diverse e a volte intrecciate tra loro, ma contribuiscono tutte a far sì che un problema (oggi in Italia, probabilmente il problema) di tale gravità sia spesso oggetto di equivoci, sia involontari che premeditati.
Una prima difficoltà è di tipo definitorio. Che cos’è esattamente la fuga dei cervelli? Che tipo di effetto ha sul Paese che la subisce? E, quando, è possibile – e corretto – affermare che un ricercatore è ormai definitivamente perduto per il suo Paese d’origine, quello (per intenderci) dove è nato e che ha investito denaro e competenze nella sua formazione? La definizione di brain drain offerta dall’Enciclopedia Britannica è apparentemente chiara: “l’abbandono di un paese a favore di un altro da parte di professionisti o persone con un alto livello di istruzione, generalmente in seguito all’offerta di condizioni migliori di paga o di vita”. Tuttavia, non è affatto sufficiente a descrivere un fenomeno che, pur essendo antico, è emerso nel dibattito internazionale solo intorno agli anni Sessanta, soprattutto in termini di emigrazione dal Sud al Nord del mondo.
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