“Un sogno a Istanbul”, storia di guerra e d’amore
Maddalena Crippa è la protagonista di questo lavoro tratto dal romanzo di Rumiz e ambientato ai tempi della guerra nei Balcani. Una storia d’amore e di forti emozioni, dall’ 1 al 3 marzo andata in scena al teatro Duse di Bologna.
di Gabriele Zompì
Maddalena Crippa e Maximilian Nisi hanno ancora una volta dato prova della loro versatilità e del loro talento nel lavoro teatrale “Un sogno a Istanbul“, tratto dal romanzo di Paolo Rumiz “La cotogna di Istanbul“.
Lo spettacolo, prodotto da La Contrada Teatro stabile di Trieste e da Arca Azzurra, è stato presentato dall’ 1 al 3 marzo al Teatro Duse di Bologna registrando il sold out in tutte le repliche. Oltre ai due bravissimi protagonisti, sul palco anche Adriano Giraldi e Mario Incudine, che è anche l’autore delle canzoni e delle musiche che accompagnano il racconto.
La storia è di forte impatto emotivo e narra la vicenda di due innamorati, che hanno alle spalle però ciascuno un vissuto importante, fatto di altri amori e di rapporti a volte difficili. La protagonista Maša (Maddalena Crippa), che è anche madre di due ragazze, vive il nuovo amore con Max (Maximilan Nisi) con passione e dedizione totale, ma non dimentica il suo ex-marito, morto in guerra, nella crudele e ingiusta guerra dei Balcani.
Il fatto si svolge in un’ Europa che sembra aver perso la sua identità, sotto le bombe di Sarajevo, una città un tempo accogliente e dove prima della guerra tutti vivevano in pace e armonia, anche se appartenenti ad etnie e religioni differenti.
E poi all’improvviso, come l’assurda guerra, arriva anche la malattia di lei, che sconvolge ancora di più le vite dei protagonisti e che li tiene lontani, anche fisicamente in città diverse. Alla fine c’è il ritrovarsi sempre con grande passione, nonostante la malattia abbia anche modificato l’aspetto fisico di Maša, e i due si riabbracciano e rivivono il loro amore.
Il tutto ha come sottofondo la musicalità e la drammaticità delle canzoni tradizionali, in cui le cotogne di Istanbul (portate anche sulla scena) erano le protagoniste.
Mario Incudine, che fa anche il raccontastorie pluristrumentista sul palco, ha ricreato il clima di quelle canzoni riproponendo la musicalità tipica dei canti tradizionali dei Balcani.
Il pubblico quindi, anche se lo spettacolo non prevede intervalli, non si annoia, anzi è come attratto dalla storia e trasportato idealmente in una realtà dura, come quella della guerra nell’ex-Jugoslavia, e immerso in un racconto dove l’amore vince sempre e supera ogni difficoltà, fino alla morte di entrambi i protagonisti.
La regia è di Alessio Pizzech, il riadattamento teatrale è di Alberto Bassetti.
La tournèe continua a: Rovereto (TN) 7 marzo, Cecina (LI) 9 marzo, San Casciano In Val Di Pesa (FI) 10 marzo, Casale Monferrato (AL) 12/13 marzo, Bra (CN) 14 marzo.