UGENTO e quel che rimane del paesaggio storico rupestre
di Anna Maria Nuzzo
Nei pressi di Ugento, in provincia di Lecce – più precisamente in località Cupelle – sorge un antico villaggio rupestre del quale rimangono tracce in alcune grotte, che possono essere distinte in due gruppi. Sono interamente scavate nella roccia e di diverse dimensioni, alcune ormai occluse da fenomeni di crollo.
La più famosa presenta al suo interno una rara colombaia ed è caratterizzata da una pianta ovale con centinaia di cellette scavate nella roccia; è chiamata “Grotta di Polifemo” per via della grande apertura circolare posta sul soffitto, che la fa assomigliare ad un grande occhio. Questo grande foro serviva per consentire l’ingresso ai volatili che nidificavano all’interno delle nicchie.
Sul versante opposto della strada si trova la seconda porzione del villaggio con grotte e grotticelle sparse nella campagna circostante. Camminando tra pozzi, cisterne, e scalette ci si imbatte in un’altra misteriosa struttura, un “colombario” secondo alcuni, scavato per attività funerarie. Presenta una forma rettangolare ed ha una parete interamente ricoperta da nicchie di forma quadrangolare e, sulla parete opposta, un letto in pietra inteso come letto funebre, dove i corpi dei defunti venivano posti per essere cremati. Le ceneri venivano poi riposte in una delle piccole cellette.
Il popolamento rupestre ha interessato diverse aree del nostro Salento e del Sud Italia. Queste strutture sono state sottoposte nel tempo a diversi rimaneggiamenti e reimpiegate spesso per la lavorazione delle olive, oppure sfruttate come cave per ritagliarvi blocchi litici.