Tributo di MIKE POMPEO al Rev. Moon
Illustri leader mondiali, onorevoli colleghi, è un vero privilegio essere qui con voi oggi. È un onore partecipare a questa commemorazione, per rendere omaggio alla vita del reverendo Sun Myung Moon e della dottoressa Hak Ja Han Moon.
Ho avuto la possibilità di visitare la Corea del Nord e di aver incontrato tante persone che avevano perso i loro famigliari e i propri cari a causa della guerra di Corea e dei settantadue anni di separazione che ne sono seguiti. Conosco l’indicibile dolore nel cuore del popolo coreano per chi ha perso i loro cari.
Sono consapevole del dolore che il dottor Sun Myung Moon e sua moglie, la dottoressa Hak Ja Han Moon provano nel profondo del loro cuore. Tuttavia, attraverso quel dolore e il duro lavoro i coniugi Moon si sono impegnati per riunire la Corea del Nord e del Sud. Questa è una storia d’amore, di passione e di profonda comprensione che rende grandi le persone.
Il rev. Moon, come sapete, è nato nell’attuale Corea del Nord. È cresciuto sotto l’occupazione del Giappone fino a quando l’America non vi ha posto fine. Quando i comunisti guidati da Kim Il-sung e sostenuti dai sovietici assunsero il potere nella Corea del Nord, il Reverendo Moon fu arrestato, imprigionato e torturato insieme a molti altri, tra cui diversi pastori cristiani. Fu mandato a Heungnam, in un campo di sterminio nordcoreano, dove trascorse due anni e otto mesi. Ogni giorno i prigionieri erano obbligati a leggere la dottrina marxista. Durante questo periodo il Reverendo Moon comprese gli errori dell’ideologia materialista, tra cui la più fondamentale è negare l’esistenza di Dio e il valore di ogni vita umana.
Due cose sono successe in quel campo di prigionia. In primo luogo, il reverendo Moon è sopravvissuto grazie alla sua fede nel Dio d’amore. In secondo luogo, decise che avrebbe dedicato tutta la sua vita ad aiutare il mondo libero e a sconfiggere il comunismo. Aveva capito chiaramente che quell’ideologia avrebbe sempre cercato di distruggere la religione e che l’obbedienza e la devozione a Dio non lasciava spazio alla sottomissione a un regime totalitario. Aveva intuito che solo l’amore di Dio può soddisfare l’animo umano e che nessun individuo o governo ha il diritto di esercitare il proprio dominio su uomini e donne nati liberi.
La guerra scoppiò in questa penisola. Grazie al generale MacArthur, ai suoi soldati e al loro sbarco a Incheon, le truppe della coalizione delle Nazioni Unite bombardarono Heungnam. Molti di quei militari che parteciparono al conflitto erano americani, come mio padre che prestò servizio in marina durante quella guerra.
Mentre i prigionieri del campo scappavano dal loro inferno, il reverendo Moon non fuggì, ma tornò a Pyongyang per radunare i membri della chiesa che sarebbero andati con lui verso il sud. Anche dopo aver finalmente ritrovato la libertà, continuò a impegnarsi ogni giorno per salvare la vita delle persone. Raccolse chi poteva viaggiare con lui e si diresse verso il confine che attraversò.
Ritornato a Seul, fondò l’Associazione dello Spirito Santo per l’Unificazione del Cristianesimo Mondiale (HSA-UWC) per invocare l’unità di tutta la cristianità e perchè ciascuno di noi si amasse vicendevolmente. Ha insegnato che il cristianesimo, attraverso famiglie solide e la fede nel Signore, deve costantemente opporsi alla ideologia materialista perché nega l’esistenza di Dio.
Nel 1960 il Signore lo benedisse in matrimonio con Hak Ja Han Moon e la chiesa continuò a crescere. Grazie alla sua esperienza sapeva che era fondamentale che il Giappone e la Corea si unissero all’America per fermare l’espansionismo comunista in Asia e in tutto il mondo. Situazione che rimane d’attualità anche ai giorni nostri.
Iniziò l’attività denominata “Vittoria sul comunismo” per educare gli studenti coreani e giapponesi che questa l’ideologia comunista è vuota e sterile di speranza e di vero amore, portando una visione diversa che afferma che Dio è l’origine di tutta la vita. Ha mostrato gli errori di questa ideologia e ha lavorato instancabilmente per fermarne la diffusione.
Quando fu liberato dal campo di prigionia, capì l’importanza dell’America e del suo ruolo nella lotta al dispotismo. Comprese che l’America doveva essere forte, morale, libera e avere una stampa indipendente. Sapeva che l’America doveva essere sostenuta dai pilastri intramontabili della libertà, della fede e della famiglia. Non potrei essere più d’accordo.
Nel 1982 il reverendo Moon e la dottoressa Hak Ja Han Moon hanno fondato il The Washington Times e quest’anno celebriamo il suo 40° anniversario. Lo stesso anno in cui ho iniziato il mio viaggio di giovane cadetto. Questi quarant’anni sono una testimonianza del lavoro e della visione dei coniugi Moon.
Vorrei chiudere con quest’ultimo racconto, con questo episodio straordinario della vita del reverendo Moon. Il dittatore nordcoreano Kim Il-sung aveva inviato dei sicari per uccidere i coniugi Moon sia in Corea del Sud sia in America. Senza lasciarsi scoraggiare da questo pericolo decisero che avrebbero amato il loro nemico, indipendentemente dai rischi personali che avrebbero potuto correre. Sapevano che in questo modo avrebbero seguito l’insegnamento di Cristo, impartito ai suoi discepoli molti anni fa sulle rive del lago di Galilea.
Con questo spirito nel 1991 volarono in Corea del Nord per incontrare Kim Il-sung. Andarono con sincerità di cuore e con il profondo desiderio di aiutare la Corea del Nord ad avviarsi verso la libertà e la democrazia.
Molti non avrebbero accettato di svolgere una simile missione. Altri avrebbero pensato che sarebbe stata troppo rischiosa. Per alcuni, due persone non avrebbero dovuto correre questo rischio, perché la probabilità che potessero cambiare decenni di divisione e di tirannia erano semplicemente troppo ridotte.
Il reverendo e la dottoressa Moon non si recarono nel Nord come due persone comuni. No! Vi andarono invece come umili servi del Signore, chiamati a diffondere la sua parola, nel suo nome e in quel luogo.
Durante i preparativi dell’incontro, trattando con gli stretti consiglieri del presidente Kim, il reverendo Moon dichiarò coraggiosamente che l’ideologia Juche di Kim non avrebbe funzionato, perché nega l’esistenza del Dio vivente, che noi tutti conosciamo e amiamo.
In molti si aspettavano che l’incontro con Kim Il-sung sarebbe stato annullato, a causa della testimonianza di fede, e temevano persino che la delegazione dei coniugi Moon potesse essere arrestata per aver espresso il loro impegno per il Signore.
Invece successe il miracolo! Il presidente Kim li invitò a cena e parlarono insieme come parenti lontani riuniti dopo una lunga separazione. Il reverendo e la dottoressa Moon spezzarono il pane con il loro persecutore, con il loro potenziale accusatore, proprio come Cristo aveva fatto con i peccatori.
Questo incontro ha segnato l’inizio di un lungo processo di pace, per il quale ho avuto il privilegio di contribuire in piccola parte durante il mio mandato come Segretario di Stato. Sono entusiasta, onorato e felice di essere qui, perché so che un giorno vedremo il popolo coreano unito nella libertà.
Seguendo il percorso del reverendo Moon, la dottoressa Moon ha continuato questo nobile e grande lavoro, per il quale hanno impegnato tutta la loro vita. Lei abbraccia tutti i leader che sono presenti con noi oggi e che provengono da tutte le parti del mondo, dal Medio Oriente, dall’Asia, dall’Africa, dall’Europa, dalle Americhe, dalla Cina, dalla Russia e dalla Corea del Nord.
Abbiamo visto in questi ultimi giorni i leader provenienti da ogni luogo collaborare con lei nel suo impegno di riunire pacificamente la Corea del Nord e la Corea del Sud. Ha fatto un lavoro magnifico e sta ampliando ciò che lei e suo marito hanno iniziato. Sia benedetta, signora!
In questo Giorno della Memoria, mia moglie Susan ed io vogliamo ringraziare il rev. Sun Myung Moon e la dottoressa Hak Ja Han Moon per il loro lavoro per la pace. Preghiamo per il successo della dottoressa Moon nel portare il Nord e il Sud Corea insieme. È l’opera del Signore. Dio vi benedica tutti! Possa un giorno ciascuno di noi ritrovarsi insieme in pace. Grazie.
Tratto da:
“Voci di Pace” è una rivista quadrimestrale a cura degli Ambasciatori di Pace della UPF (Federazione Universale della Pace).
Attraverso una serie di rubriche e di interventi settimanali, questo blog ha lo scopo di dare continuità alla linea editoriale della rivista, la quale viene distribuita in Italia e San Marino.
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