“Tenente Sabato”, una delle vie più celebri di Galatone
di Francesco Danieli
Tenente Sabato è una delle vie più celebri del comune di Galatone, ma pochi sono coloro che conoscono la sua storia.
Il Tenente Giuseppe Sabato (1918-1943), eroe della Divisione Acqui, aveva appena venticinque anni quando fu trucidato dai tedeschi ad Argostòli, insieme a quasi tutti i suoi uomini il 22 settembre 1943. Fu tra i primi martiri di Cefalonia.
Ho contemplato per un anno intero questo suo ritratto, ogni giorno per tutto l’arco del 1986, al tempo in cui frequentavo la primina nella sua casa paterna, sotta all’Asche, ossia in Via Galateo. Vi abitava la mia Maestra, Chiarina Sabato – uno dei capisaldi della mia formazione – insieme con la sorella Marina.
Lo aspettavano ancora, dopo più di quarant’anni, sperando di vederselo comparire prima o poi sull’uscio di casa…
“È disperso… la nave è affondata… ma ci sape…” mi diceva Mescia Chiarina, prendendo tra le mani il mandolino del Tenente Sabato sempre esposto sulla cassapanca. Poi lo suonava e le brillavano gli occhi. Uno dei ricordi più belli della mia infanzia.
Il Tenente Sabato, invece, fu falciato dalla mitraglietta tedesca, dopo aver sputato in faccia un ufficiale del Reich che aveva offeso il Tricolore e gli aveva biascicato qualcosa di ingiurioso nell’orecchio.
Così muore un Italiano! Continuando a vivere per sempre.
La testimonianza della sua morte fu raccolta nel 1975 da mio padre, Gaetano Danieli, dalla viva voce del commilitone Quintino Bellaluna, di Alliste, scampato miracolosamente all’eccidio.
Ma nessuno ebbe mai il coraggio di dirlo a Mescia Chiarina, da molti anni ormai in sua compagnia.