Teatro Fontana Milano La Signora delle Camelie dal 14.11 al 24.11.2024 regia di Giovanni Ortoleva
di Serena Rossi
Liberamente tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio, drammaturgia e regia di Giovanni Ortoleva
Drammaturgia Federico Bellini, scene Federico Biancalani, costumi Daniela De Blasio, musica Pietro Guarracino, movimenti di scena Anna Manella, disegno luci Davide Bellavia, aiuto regia Marco Santi con Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone e Vito Vicino, produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, Elsinor – Centro di Produzione Teatrale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Arca Azzurra Associazione Culturale
Spettacolo selezionato da Next – Laboratorio delle Idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo.
Il filo della stagione: La seconda produzione Elsinor è un omaggio al capolavoro di Dumas. Ad essere mirato e colpito è il corpo della donna, sul quale vengono sfogate tutte le tensioni private e collettive. Giovanni Ortoleva completa la sua trilogia sui miti dell’amore romantico con un testo che sconvolge per la sua ferocia cortese.
Durata spettacolo 90 min circa, martedì-venerdì ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16.00
Per info e prenotazioni biglietteria@teatrofontana.it / 02 69015733
Lo spettacolo riproduce fedelmente la storia del celebre libro di Alexandre Dumas figlio, all’inizio la scena viene narrata da un Narratore esterno ed inizia a Teatro poi viene vissuta dai giovani protagonisti Margherita e Armand, attori bravi e molto belli e ben truccati.
Le scene sono semplici, c’è un palco come proscenio di teatro che rappresenta metaforicamente il salotto della casa di Margherita e lo spazio esterno.
La storia racconta dell’amore tra Armand Duval, giovane di buona famiglia, e Margherita Gautier, celebre mantenuta parigina che vive in un lusso sfarzoso ma soltanto apparente.
Quando incontra Armand, fatalmente attratto da lei, Margherita tenta di metterlo in guardia; poi però comprende che l’amore del giovane è di genere diverso da quello che di solito gli uomini mostrano nei suoi confronti.
I due vanno a vivere insieme e Margherita, il cui fisico è già minato dalla tisi, rinuncia alla sua precedente condizione di mantenuta.
Ben presto comincia a vendere di nascosto tutto quanto possiede per pagare le spese e i debiti. Quando Armand viene a conoscenza del suo sacrificio, decide in segreto di farle dono della propria rendita. Ciò provoca l’intervento del padre di lui, che si precipita a Parigi e affronta prima il figlio e poi la stessa Margherita chiedendole di lasciare Armand per sempre.
Le ragioni addotte da Duval sono decisive ed espongono in tutta la loro crudezza le ferree leggi dell’etica sociale e familiare borghese: la sorella di Armando non può sposare l’uomo amato (di ottima condizione sociale ed economica), se il fratello continuerà la relazione illecita con Margherita.
Indotta a guardare con vergogna alla propria vita, mortificata dal paragone con la figlia illibata, sedotta infine dall’idea del sacrificio e del riscatto, la ragazza si piega alle preghiere del vecchio Duval e si impegna a lasciare Armand. Per farlo, sarà costretta a riprendere la sua precedente vita da mantenuta, che ormai le ripugna.
Armand, credendosi tradito per amore del denaro e del lusso, non risparmia a Margherita i peggiori insulti e alla fine arriva a pagarle una notte d’amore. Questo gesto sprezzante segna il definitivo distacco tra i due.
Ignaro di tutti i retroscena, Armand intraprende un lungo viaggio, mentre Margherita si abbandona senza più resistenze alla malattia. È dal suo letto di morte, consumata dalla tisi e assediata dai creditori, che scrive all’amato una sorta di diario-testamento in cui gli svela i retroscena della storia, sperando nel riscatto e nel perdono. Da qui scrive lettere all’amato chiamandolo anche Alexandre Dumas figlio, si passa così a parlare direttamente al genio scrittore dell’opera come protagonista della stessa.
Tu sarai sempre figlio di, lei gli dice. E poi il padre, narratore dice: Trasformare una storia in un romanzo è come imbalsamare.
Margherita morrà, abbandonata e sola, senza aver avuto la consolazione di riabbracciarlo.
Lo spettacolo è molto convincente, la sala è piena, il pubblico segue con grandi applausi.
Soprattutto apprezzabili due momenti di grande contemporaneità in cui la scena viene narrata con luci stroboscopiche, musiche tecno e passi di danza contemporanea. Momenti di divertimento folle e leggerezza in opposizione alla rigidità dell’ambiente borghese in cui si gira la storia, ricco e borghese appunto.