IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Stelle della lirica di grande longevità. Capitolo 7: CARLA CASTELLANI

Carla Castellani

Pianista, soprano, insegnante, e donna bellissima

di Emilio Spedicato

Per leggere il primo capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-1-magda-olivero/

Per leggere il secondo capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-2-arturo-toscanini/

Per leggere il terzo capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-3-licia-albanese/

Per leggere il quarto capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-4-giulietta-simionato/

Per leggere il quinto capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-5-carmelina-gandolfo/

Per leggere il sesto capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-6-adelaide-saraceni/

E’ noto che le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini, in Italia di cinque anni circa, e nessuno pare ne conosca la ragione;  sembra inoltre vero, sebbene non abbia visto una analisi statistica, che i cantanti lirici godano di longevità maggiore che il resto della popolazione. Fra le possibili ragioni di questo fatto, potrebbe essere che i cantanti devono respirare bene, profondamente e correttamente, dando quindi una migliore ossigenazione ai tessuti; altra ragione potrebbe essere che i cantanti di cui si osserva la maggiore longevità hanno avuto una vita di successo, ottenuta a prezzo di un grande impegno, e chi ha una vita felice forse tende a vivere più a lungo di chi ha non ce l’ha.

Non sono molti a mia conoscenza gli uomini cantanti che hanno superato i cento anni. Un tenore, lo svizzero Hugues Cuénod, grande amico del pianista Nikita Magaloff, vivevano entrambi nello stesso villaggio vicino al lago di Losanna, è morto a 108 anni, e ancora registrava arie poco prima di morire. Lo avevo contattato per un incontro, che sarebbe stato possibile, ma non poté realizzarsi. 

A fine 2009 è morto a Osimo a 102 anni il violinista Bill Paglin, ebreo di origine russa, già membro dell’orchestra NBC diretta da Toscanini, amico di Heifetz e di Menuhin; negli ultimi anni aveva abbandonato il violino per la pittura, lamentandosi che il suo corpo non costituiva più la bella cassa di risonanza cui era abituato; la figlia soprano dirige una scuola di canto.

Fra i pianisti ricordiamo Carmelina Gandolfo, scomparsa a quasi 100 anni nell’ ottobre 2011, e Miecio Horszowski, il polacco che a 89 anni sposò la pianista genovese Bice Costa, già allieva di Cortot, per un matrimonio durato 12 anni. A 99 anni aveva intrapreso, se ben ricordo, la registrazione di tutte le sonate di Beethoven, per la trentesima volta.

Numerose sono le cantanti liriche che hanno raggiunto o superato i cento anni.

Ester Mazzoleni morì a quasi cento anni a Palermo. Nata in Croazia, nel 1909 cantò alla Scala nella prima esecuzione in Italia della Medea di Cherubini; si trasferì poi a Palermo avendo sposato un notaio siciliano; ricordo che a Palermo concesse un’audizione alla figlia Luchi della principessa Topazia Alliata, madre di Dacia Maraini e moglie dell’ antropologo Fosco.
Topazia, primo amore di Guttuso, era lei stessa figlia di un grande soprano cileno, Sonia Ortuzar, ammirata da Caruso e da Ricordi, e che rinunciò alla carriera dopo avere sposato il duca di Sala Paruta, che non ammetteva che una donna girasse per i teatri….
Gina Cigna morì a 101 anni nel 2001 (ma secondo un autorevole musicologo sarebbero stati in realtà 103); causa un incidente stradale dovette smettere nel pieno della carriera, a 47 anni; se l’incidente non fosse avvenuto forse sarebbe restata a lungo  sulle scene rendendo più difficile l’ emergere della Tebaldi e della Callas….
Magda Olivero, al momento in cui revisiono queste pagine, fra meno di  due mesi avrà raggiunto i 102 anni, anche lei in buone condizioni mentali.
Giulietta Simionato,  una di quattro grandi cantanti la cui nascita è registrata nel 1910 (ovvero la Olivero, Anton Dermota e Cloe Elmo), avrà anche lei 100 anni ufficialmente il 12 maggio 2010. Ma la sua età dovrebbe essere maggiore, in quanto suoi colleghi mi hanno detto che, grazie alle conoscenze del suo secondo marito, il grande clinico Cesare Frugoni, Giulietta avrebbe fatto cambiare la data di nascita, di quanto non si sapeva. Il quanto è emerso contattando Paolo Donati, figlio del soprano Maria Caniglia. Mi disse che sua madre affermava che fra lei e la Simionato stava solo un anno di differenza. Dato che la Caniglia avrebbe avuto al momento in cui Donati mi parlava 104 anni, ne seguiva che la Simionato doveva essere sui 103. Giulietta sarebbe poi morta nel maggio 2010, pochi giorni prima di compiere i suoi 100 o 104 anni…

Ebbene, se la Simionato poteva raggiungere il traguardo dei 104 il 12 maggio 2010, dobbiamo ricordare che nel 2005 morì a Milano, dopo una brevissima malattia che la colpì nel pieno delle sue attività artistiche, un’altra grande cantante e pianista, poco nota al pubblico di oggi, ma ben nota ai musicologi: Carla Castellani, nata nel 1901 (le date su Google sono sbagliate, come spesso succede con le cantanti donna…) e che quindi aveva 104 anni.

Carla Castellani mi era sconosciuta, anche se avevo visto il suo nome in elenchi di cantanti attivi in opere dove anche cantavano più note stelle della lirica. Ma non era sconosciuta a Magda Olivero, che subito la ricordò quando le feci il nome, dicendo che cantava meravigliosamente nell’ Aida. A lei sono arrivato durante la mia non facile ricerca di persone che fossero state vicine al grande direttore di orchestra Giuseppe Patanè. Via internet arrivai alla Scuola Musicale di Cologno Monzese, diretta dal soprano Maria Alessandra de Tuglie, amica di Rita Saponaro Patanè, soprano e prima moglie di Giuseppe Patanè. Andai a trovare la de Tuglie, che subito mi introdusse a Carla Castellani, di cui era stata allieva. E poi, grazie a lei, arrivai alla Saponaro ed alla sua figlia, il soprano Francesca Patanè.

Cominciamo da Wikipedia, del 6-7-09, dove si dice che per alcuni la Castellani fu solo una meteora, per altri uno dei maggiori soprani del Novecento, pur essendo a volte criticata per l’eccessivo vibrato (qualità della voce apprezzata storicamente in Italia, svalutata nel nord Europa). Fu scoperta da Gino Marinuzzi, fra le coriste del Coro della Scala (similmente, stando a Marco Erede, figlio del direttore Alberto, Toscanini scoprì la Simionato, anche lei una corista). Il suo debutto fu nel 1941 alla Scala nell’ Ernani, e con lei cantavano Merli, Pasero e Bechi.  Di Puccini non ha cantato molto, ma fu nella Tosca con Tagliavini nel 1947 e cantò anche in Butterfly. Nel 1950 abbandonò la carriera teatrale dandosi all’ insegnamento, in particolare nell’Aslico (Associazione lirica e concertistica italiana).

Incontro a metà ottobre del 2009 il soprano De Tuglie presso la scuola musicale di Cologno Monzese, a due passi dalla grande torre da cui la Fininvest trasmette i suoi programmi televisivi. Lei e il marito Marcello Fanti, un baritono, dirigono questa scuola che ha avuto un notevole sviluppo. Nata a Otranto in Puglia, la De Tuglie apparteneva ad una tipica famiglia pugliese di altri tempi. C’erano sette figli, il padre, dipendente delle Ferrovie Sud Est, era chitarrista, aveva bella voce da tenore, amava l’opera, ne fischiettava le arie e sapeva giudicare in modo serie le bande musicali chiamate alle feste del paese. La madre era ricamatrice e da lei venivano ad imparare le ragazze, che la chiamavano “maestra”. Studiò dalle suore, che facevano cantare le ragazze ed effettuavano una prima selezione di quelle più intonate, per farle cantare durante la messa accompagnate da un pianoforte a coda. Date le difficoltà nel trovare lavoro ad Otranto, si recò a Milano, come tanti (fra cui il padre di chi scrive, che partì da Monteroni di Lecce). Iscritta all’ università a lettere, la abbandonò quando riuscì a entrare nella Scuola Musicale di Cologno. Qui studiò canto per due anni con il baritono che poi divenne suo marito; ed anche si dedicò al pianoforte. Dopo due anni di studio cantava Vissi d’ arte, Mi chiamano Mimì, ma ebbe discussioni con l’insegnante, che la inviò da Carla Castellani. Costei allora aveva 81 anni, era il 1982, ed era molto in forma come insegnante. Le disse “la voce c’è”, ed iniziò a darle una serie di lezioni, anche se in modo non regolare, solo quando ne aveva il tempo. Più avanti le disse che la sua voce era simile a quella della Pagliughi.

La Castellani abitava all’ ultimo piano di una casa presso la Darsena di Milano. Secondo la De Tuglie, la Castellani amava più la musica sinfonica e pianistica che l’opera, e suonava Mozart ogni mattina per due o tre ore. Era persona di grande religiosità. L’ingresso della Castellani nel mondo dell’ opera fu dovuto alla madre, anche lei cantante, che voleva essere accompagnata dalla figlia e la fece entrare alla Scala come corista. Debuttò, come accennato, quando Marinuzzi la prescelse per sostituire una cantante non disponibile. Ricorda che una volta si fece male entrando in scena a cavallo nella Fanciulla.

Molto legata alla madre, mai si sposò, e D’ Annunzio in una dedica la chiamò suor Carla. Dovette ritirarsi dopo un’ operazione alle corde vocali. Insegnò allora al Conservatorio di Brescia, dove fu sua allieva Cecilia Gasdia. Ebbe anche allievi che le venivano mandati dalla Tebaldi, che non amava insegnare. E ricorda pure che la Tebaldi venne una volta a sentire una sua allieva a Cologno. Negli ultimi anni cantava molto i lieder, ed anche ne cantò con la De Tuglie. Lucidissima ancora nei suoi novanta anni, si recava spesso a trovare gli amici e antichi colleghi che stavano alla Casa Verdi.

Morì il 15 ottobre 2005, alla clinica San Giuseppe di Milano. Era stata a trovarla la sua allieva Anna Sassone, allora incinta. Carla era lucida e le augurò di stare bene in quel periodo di gravidanza.

Al momento in cui vado a trovarla, la De Tuglie continua lo studio da soprano come allieva di Rita Saponaro Patanè. E’ quindi a lei che consegno la mia lettera per la Patanè, che poi accetterà di incontrarmi.

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