IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Di Gianvito Pipitone

Arriva un momento in cui, per stabilire da che parte stare, non solo è inutile ma anche deleterio perdersi alla ricerca dei torti e delle ragioni. Sentirsi dalla parte giusta, invece, significa abbandonare gli steccati ideologici, le sovrastrutture mentali e culturali e consegnarsi mani e piedi al nostro cuore. Ossia: a ciò che sentiamo e riconosciamo come più vicino al nostro più intimo senso di giustizia. Certo, potrebbe darsi il caso che la parte che abbiamo scelto non sia pura o innocente come sarebbe bello aspettarsi, ma ognuno di noi sa decidere che è quella che più ci assomiglia, che meglio ci rappresenta e laddove, in piena onestà intellettuale, si rispecchiano al meglio i nostri valori e le nostre aspettative.

L’aggressione ai danni dell’Ucraina da parte di Putin e la rovinosa guerra in cui la Russia rischia di trascinare il mondo intero, se non altro, è servita a questo. A mettere in chiaro alcune cose. A chi fra di noi avesse coccolato in passato l’ipotesi o il sogno di poter cambiare marcia, affidando i propri destini a sistemi più centrati, più fluidi, assertivi e meno farraginosi della democrazia, ecco consegnata con ricevuta di ritorno la puntuale replica. Per chi si fosse smarrito credendo che l’alternativa a quella democrazia imperfetta potesse passare dalle parti di Mosca, direi pertanto che è ora di ricredersi. Specie se l’afflato è nostalgico di una certa posizione veterocomunista. Non c’è strada alternativa al momento al di fuori della democrazia. Pur con tutti i limiti e le storture che da sempre essa comporta. 

A questo proposito, a mio avviso, risulta irritante leggere in questi giorni la montante vulgata del “sì, però…”: con i vari distinguo e gli addebiti di responsabilità agli Usa e al loro imperialismo dominante e alla Comunità Europea con il corollario di accuse sui loro errori e sul loro doppiopesismo. Argomenti sciorinati con nonchalance da parecchi giornalisti occidentali che vanno a braccetto con la propaganda  di Putin e che si prodigano nella difesa di Mosca a tutto campo, avventurandosi in una narrazione forzata sul “popolo russo smembrato”, sul “senso di accerchiamento” della Russia e sul “genocidio in corso nel Donbass ai danni dell’etnia russa” per opera di  di elementi “nazionalisti e nazisti” presenti fra le file dell’esercito ucraino (peraltro, vere). 

Nella guerra di propaganda che va in scena da una parte e l’altra, chiunque riuscirebbe a trovare sempre delle ragioni per dimostrare di non essere in torto. Anche Hitler a suo tempo, avrà trovato le sue, per invadere i Sudeti. E come la mettiamo se un giorno il Cancelliere austriaco, preso da un afflato nazionalistico, nel tentativo di riprendersi l’Alto Adige, o SudTirol che dir si voglia, cominciasse a bombardare Venezia? Con questo principio, noi italiani dovremmo forse tornare a chiedere la restituzione dei territori istriani e perché no, di Nizza e parte della Provenza, scambiata allora con la République di Francia, nella complicata negoziazione dell’Unità d’Italia… E invece? Invece non ci sono ragioni che tengono quando la Storia ti dice che stai dalla parte sbagliata: ossia dalla parte della Guerra.

Nonostante democrazia, libertà e diritti civili e di opinione siano stati ultimamente messi a dura prova dai movimenti populisti, suprematisti e complottisti, la buona notizia è che, oggi più che mai, il confronto democratico diventa di imprescindibile importanza, ergendosi a baluardo in difesa della sopravvivenza delle istituzioni (e del mondo stesso) e di quelli che credono in un mondo giusto, equo e plurale. C’è da farsene una ragione. E non credo che sia il caso in questi frangenti di mettere sul piatto le storture e le aberrazioni della democrazia. E’ vero, probabilmente i “regimi democratici” non sono ancora riusciti a creare le condizioni perfette per l’uguaglianza, per il diritto alla salute, per la libertà urbi et orbi e per altri fondamentali diritti civili, ma la democrazia resta pur sempre il solo mezzo al momento attraverso il quale l’uomo si può affrancare dalla schiavitù di un altro uomo, dal passato, dalle ingiustizie, dalla miseria …e non da ultimo, dalla guerra!

Forse è destino di noi occidentali quello di dimenticare le lezioni della Storia e di renderci conto del valore della Libertà solo in questi momenti bui e quando tutto sembra perduto. Solo quando, con il fiato sul collo, siamo chiamati all’appello per scegliere di schierarci se stare dalla parte della democrazia oppure della dittatura. Quando cioè, pur se controvoglia, siamo costretti a dare ancora una volta ragione a quel vecchio snob e conservatore di Winston Churchill che, ragionando della democrazia, la definiva “la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”.

28 febbraio 2022

IMPORTANTE: ho selezionato per gli aficionados di BarryLyndon un’associazione che agisce nel concreto per aiutare i bambini e i profughi ucraini. È una delle tante… Basta fare qualcosa di concreto …per i bambini… Per i bambini … 

Si può donare su specchiodeitempi.org con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesa Sanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1035683943.

Nella causale “Per la gente dell’Ucraina”. Nei giorni feriali è possibile anche versare in via Lugaro 21 (orario 9-13), Oltre che allo Specchio Point di via Santa Maria 6H (9-13, 14-18) e presso l’agenzia centrale di Reale Mutua in piazza Castello 113 (Torre Littorea) in orario di ufficio. Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili. Info: specchiodeitempionlus@lastampa.it, 011/6568376.

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