Spettacolo di Teatro El Marchionn e La Ninetta di Carlo Porta, nel mondo degli Ultimi, al Teatro Out Off di Milano dal 14.1 al 9.2.2025 a Milano regia di Lorenzo Loris
di Serena Rossi
Allo storico e di avanguardia Teatro Out Off dal 14 gennaio al 9 febbraio 2025 viene proposto uno spettacolo che mette in scena due capolavori tra le opere del poeta dialettale milanese Carlo Porta, tradotti dalla poetessa Patrizia Valduga (che fu la moglie di Giovanni Raboni): Él lamént del Marchiòn d’ì gàmb avèrt
(Lamento di Melchiorre dalle gambe sbilenche) del 1816 e La Ninetta del Verzee (La Ninetta del mercato) del 1814, entrambi considerati i capolavori massimi di poesia in dialetto milanese e tra le opere più
significative dell’illustre autore meneghino, in occasione dei 250 anni dalla nascita del poeta Porta.
La durata è di 80 minuti, senza intervallo.
Il testo recitato è in rima italiana misto al dialetto milanese, scelta fatta dal regista Lorenzo Loris per ottenere una sorta di sposalizio dei due stili.
Gli Attori in scena sono Elena Callegari, Mario Sala e Tommaso Di Pietro, con grande professionalità e trasporto essi riescono a trasmettere le atmosfere e le suggestioni dei personaggi principali che sono gli Ultimi, persone del popolo, traditi e umiliati da Amori finiti male e da tradimenti.
L’ambientazione è ben resa grazie alle scenografie con grandi pitture colorate di Giovanni Franzi, un buon effetto di luci di Luigi Chiaromonte, Iacopo Bertrand Bonalumi, Lottieri e Lorenzo Loris, e belle musiche originali degli Allievi del “Corso di Musica per l’immagine” della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado: Andrea Bevilacqua, Matej Sancin, Fabrizio Zirilli.
Tutta l’ambientazione ci riporta con ritmo ad un pittoresco affresco di Milano dei primi dell’Ottocento, nel basso Popolo, tra la gente “povera” a cui Carlo Porta dà voce e dignità letteraria.
“Si tratta di due storie di esplosioni e lacerazioni di sentimenti, ma non solo. In esse è manifesto il
dolore di una classe popolare, “povera”, a cui Carlo Porta dà voce e dignità letteraria. E in quelle
figure popolari si possono riconoscere tanti poveri di oggi, dilaniati dall’abbandono, dalla solitudine,
dalla miseria. Quell’esplosione la ritroviamo nei dipinti di Franzi: nelle pareti domestiche, nelle
mura cittadine. C’è, nei protagonisti, la necessità di dover rendere partecipi gli altri simili del
proprio destino, del proprio abbandono, cercando almeno una consolazione nel condividere una
pena personale. È un grido d’aiuto quello che si nasconde dietro l’ironia e la sagace vivacità delle
descrizioni poetiche. Qualcosa che anche per noi, testimoni del nostro tempo, somiglia alla
deflagrazione, alla lacerazione dei sentimenti, all’abbandono in cui gran parte della nostra società
può riconoscersi. Sentimenti che, nel tempo in cui viviamo, sono all’ordine del giorno, dove le classi
popolari “povere” diventano sempre più indigenti e abbandonate. Dietro a quella solitudine
possiamo riconoscere la nostra solitudine contemporanea.” Lorenzo Loris, regista
Le due storie portate in scena raccontano passioni e soprusi amorosi: le disavventure di Ninetta, una
pescivendola che lavora al mercato comunale che viene raggirata da un giovane privo di scrupoli, e
di un ciabattino, Melchiorre, che suona il mandolino in una sala da ballo e viene circuito da una
donna disonesta. Le due poesie sembrano interfacciarsi a specchio e finiscono per scivolare una
nell’altra, restituendo uno spaccato di vita popolare di straordinaria vivacità e inesauribile vitalità.
Nel testo vengono dipinte scene di una Milano brulicante di suoni, odori e personaggi che
sembravano essere sepolti nel nostro animo più profondo e che l’umorismo, la pietà e l’amore del
Porta per la sua “gente” ci riportano alla coscienza.
Obiettivo della nuova produzione del Teatro Out Off, in scena fino a domenica 9 febbraio, è quello
di avvicinare il pubblico all’opera di Carlo Porta – massimo esponente della poesia in milanese – che
ha saputo come nessun altro ritrarre in versi la vita del suo tempo in tutta la sua potenza e in tutta la
sua varietà contraddittoria. Con il medesimo desiderio di far conoscere Porta al di fuori della cerchia
dei filologi e degli specialisti è nato il libro della Valduga, edito da Einaudi nel 2018:
“Patrizia sembra avere trattato il dialetto milanese di Porta come più volte ha trattato le lingue
straniere che ha tradotto: da Shakespeare, a Moliere, a Mallarmé, ecc. Scrivere in versi per Patrizia
sembra essere un conforto, una medicina. In essi cerca di comunicare ai lettori la sua passione per la
poesia: la gioia a scriverla e il piacere a leggerla. Nella poesia del Porta contano molto il ritmo, la
musicalità e la forma. La poesia è una successione di suoni e di ritmi. Anche i versi liberi non sono
mai liberi perché devono stare all’interno di una metrica, secondo una loro intrinseca necessità.
Questo ordine, questa necessità ne ritmano il significato, anzi i significati: la poesia deve sempre
dire di più di quel che dice .
La Ninetta del mercato e Lamento di Melchiorre dalle gambe sbilenche sono due componimenti che
esprimono il rammarico per aver perso l’illusoria felicità, ingenuamente malriposta, nei confronti di
un giovane e di una donna ammaliatrice, rispettivamente el Pepp e la Tetton. Per cercare di
recuperare quelle atmosfere ho voluto integrare, insieme alla traduzione di Patrizia Valduga, alcuni
versi originali di Carlo Porta alternandoli con la versione italiana a seconda del significato e creare
così un cortocircuito linguistico che favorisca un accostamento fra il tardo Settecento lombardo e la
contemporaneità. Quest’opera di avvicinamento tra la lingua italiana di oggi e il dialetto autentico
del Porta crea una stretta compenetrazione di due universi culturali.
Nell’introduzione della prefazione del libro, la poetessa riporta uno scritto di Giovanni Raboni sul
grande poeta milanese: il critico letterario sostiene che per mettere chiunque non conosca l’antico
dialetto milanese del Porta nella condizione di capire o almeno di immaginare come “suonano”,
cosa “sono” al di là del significato letterale, i versi di questo grande autore, “occorra una traduzione
vera, una traduzione capace di suggerirne la struttura metrica, e la specificità figurale.” Il lavoro che
abbiamo svolto con gli attori tiene come caposaldo la traduzione di Patrizia Valduga proprio per far
conoscere il grande poeta al di fuori di una nicchia ristretta di fedelissimi e studiosi.”
Lorenzo Loris
SPETTACOLI
martedì e giovedì ore 20.30
mercoledì, venerdì e sabato ore 19.30
domenica ore 16.00
Prenotazioni e informazioni:
T. 0234532140 | M. biglietteriaoutoff@gmail.com
Biglietteria aperta da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.00.
Ritiro biglietti negli uffici in via Principe Eugenio 22 dal lunedì al venerdì dalle ore 11.00 alle ore
13.00.
Ritiro biglietti in botteghino via Mac Mahon 16 dal martedì alla domenica un’ora prima dello
spettacolo.
PREZZI:
Intero : 20€ | Under26 : 14€ | Over65 : 10€
Spettacolo inserito nell’abbonamento Invito a Teatro.
ABBONAMENTI:
OutCard 50€ 4 ingressi a scelta per uno o più spettatori.
Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano
Uffici via Principe Eugenio 22. Telefono 02 34532140
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