Soprani non più in carriera. Capitolo 7: MARCELLA DE OSMA
di Emilio Spedicato
Il soprano Marcella De Osma è una delle stelle della lirica che, su indicazione della musicologa Valeria Pedemonte, avevo contattato per il primo libro delle 108 stelle della lirica Abbiamo amato Puccini. 108 incontri tra un matematico e il mondo della lirica (2013).
Incontrai la De Osma a casa sua, a Milano, ma si dichiarò non interessata. Richiamata per questo secondo libro Non solo Malibran. 108 incontri tra un matematico e il mondo della lirica – vol.2 (2018), ha accettato.
La incontro a casa sua, a Milano in zona Porta Genova.
Marcella è milanese di nascita, il padre piemontese, la madre toscana-milanese. I genitori frequentavano l’operetta. Lei da bambina cantava, ed una zia, sentendola, le fece avere una piccola audizione da un musicista, che disse: hai una bella vocina, ma deve svilupparsi. Era il maestro Canner, pianista, che le diede qualche lezione. A 15 anni fu sentita dai grandi soprani Gina Cigna, Rosetta Pampanini e Carmen Melis, che divenne sua madrina di cresima. Debuttò nel 1954, a vent’anni, al Teatro Nuovo di Milano, come Violetta in una Traviata dove Alfredo era Luis Alva.
Definita come un bel lirico, iniziò una carriera dal ricco repertorio, anche se di durata breve, per motivi di salute. Ha cantato Tosca, Manon, Suor Angelica, Bohème, Turandot (come Liù), Carmen (come Micaela)…. A 24 anni canta nel Trovatore ed è considerata una verdiana. Di Verdi canta 11 opere. Degli altri autori cita Pietro Mascagni, di cui canta l’opera minore Silvano, rappresentata per la prima volta alla Scala nel 1895. Canta l’opera moderna poco nota Lo starnuto, di Andrea Mascagni, lontano parente del famoso Pietro, nel 1956, al Teatro Donizetti di Bergamo, nel Festival del Teatro delle Novità; nel cast due mezzosoprani che decisi di intervistare al momento di scrivere queste note, Laura Zannini e Vittoria Mastropaolo… intervistate.
Canta fra i moderni Busoni, Hindemith e Shostakovitch; la Norma; di Rossini Beatrice di Tenda, Guglielmo Tell, Assedio di Corinto, Stabat Mater; mai Donizetti. Di Wagner, Lohengrin, Maestri Cantori, Tannhauser, in italiano. Nel Mefistofele canta nei ruoli sia di Elena che di Margherita.
Le sarebbe piaciuto essere direttore d’orchestra, anche per la passione per la musica sinfonica. Ricorda gli anni passati al conservatorio, dove studiò anche pianoforte (quello che aveva in casa lo ha regalato, i vicini si lamentavano troppo ed isolare acusticamente la stanza era complicato).
Con Marcella studiavano Roberto Hazon, Claudio Abbado e Luciano Chailly. Si diplomò in pianoforte portando all’esame il K 488 di Mozart.
Fra gli insegnanti Giulini, ammirato dalle ragazze che lo consideravano molto bello.
Pausa nel colloquio, con telefonata a due cantanti che non sente da anni, Luis Alva ed Eugenia Ratti.
Lasciate le scene assai giovane, a 40 anni, due meno dell’età a cui abbandonò Antonietta Stella, passa all’ insegnamento, in particolare presso il Conservatorio di Cagliari e di Milano. Cura, a Cagliari, la prima esecuzione della prima opera di Bellini, scritta nel 1825, Adelson e Salvini, la cui ripresa in tempi moderni fu nel 1985 al Bellini di Catania. A Cagliari diviene amica di Giusy Devinu, conosciuta ancora studentessa, morta nel pieno della carriera a 46 anni per un tumore. Mi parla di un’altra sua allieva, dalla voce bellissima, Rossana Cardia, soprano che debuttò in Traviata. Ora Marcella continua a insegnare a Milano, ma sono solo studenti orientali.
Chiedendole dei colleghi, ha avuto buoni rapporti con la Olivero, grande artista, con cui cantò a Rio in una Tosca. Fra i tenori ricorda Di Stefano, Del Monaco, Corelli, Bergonzi, Pavarotti con cui cantò a Firenze nella Messa da Requiem di Verdi, Angelo Loforese, e Franco Bonisolli, con cui ha inciso l’Assedio di Corinto, di Rossini. Fra i baritoni Tito Gobbi, Giuseppe Taddei, Mariano Stabile e Gian Giacomo Guelfi, con cui ha cantato in molti Macbeth. Fra i bassi, Rossi Lemeni, Christoff e Ghiaurov, con cui ha cantato in molti Don Carlos e Forza del Destino.