Soprani non più in carriera. Capitolo 4: CHU TAI-LI
di Emilio Spedicato
La Callas d’Oriente
Sono giunto a Chu Tai-li, soprano che Gianna Pederzini chiamò la Callas d’Oriente, in modo casuale.
Eugenia Ratti (soprano che debuttò giovanissima alla Scala, cantò con la Callas ed appare nel mio primo 108) mi chiese di rintracciare Romana Righetti, collega ed amica, di cui aveva perso il contatto. La individuai in una casa di riposo vicino a Vicenza. Chiedendo di parlare con lei, rispose al telefono una giovane donna, dicendomi che la Righetti aveva perso la memoria. Mi disse di essere studentessa al Conservatorio di Verona. Saputo delle mie interviste a stelle della lirica, mi informò che a Verona insegnava un soprano cinese, nota come la Callas d’Oriente.
Non è stato facile rintracciare Chu Tai-li.
Silvia Bianchera Bettinelli, già sua collega, mi confermò che abitava a Verona, dichiarandola una grande insegnante. Chu Tai-li, contattata finalmente al telefono, accettò un’intervista.
Chu Tai-li abita nel centro di Verona, vicino alla chiesa di San Fermo e alla Biblioteca Civica. Riceve me e mia moglie in un appartamento pieno di libri e di quadri. È una signora sulla sessantina, con i tratti di una grande bellezza, cordiale, colta, capace di inquadrare la sua vita musicale nello scenario degli eventi in Cina dopo l’arrivo al potere dei comunisti. Chu è il cognome, e ricordo che i cognomi in Cina sono pochi. Fra i Chu, il grande generale Chu Teh, capo dell’armata rossa, uomo che riuscì da solo a liberarsi dalla droga: si fece legare all’albero di una barca in navigazione sul Fiume Azzurro, con divieto ai marinai di slegarlo anche se lo avesse ordinato… Tai-li significa bel muschio…
Tai-li è nata a Taiwan, da genitori provenienti dalla Cina continentale, provincia costiera del Chekiang, a sud di Shanghai e Hangzhou, la città dei bellissimi giardini dove Mao passava l’inverno. Un nonno era stato segretario di Sun Yatsen, presidente della repubblica proclamata alla caduta dell’impero. Il nonno rinunciò ad organizzare la scuola militare di Huangpu, da cui uscirono Chang Kai Shek e vari capi comunisti: dovette stare chiuso in casa tre anni per lutto filiale.
I genitori appartenevano alla élite; il padre, di origini nobili, possedeva industrie. Erano fuggiti a Taiwan, come molti, salvando documenti della storia e dell’arte cinese, destinati a scomparire sotto il comunismo, in particolare al tempo della Rivoluzione Culturale. Il padre, considerato un gigante con il suo metro e 92 di altezza, era anche un intellettuale, un musicista, direttore di orchestra e compositore. Scrisse composizioni per coro, canto, balletto sinfonico. Cantava come basso, venendo considerato lo Chaliapin d’Oriente. Aveva studiato canto a Shanghai con russi bianchi, fuggiti dalla rivoluzione russa, in particolare con Shishlin, allievo di Chaliapin. Esistono molte registrazioni della sua voce, che una casa discografica di Taiwan vorrebbe diffondere. Chang Kai Shek lo inviava in tutto il sud est asiatico dove erano presenti cinesi emigrati, per tenere conferenze contro il comunismo usando anche la musica. Durante una di queste, in un centro culturale in Vietnam, nel 1956, morì in un attentato colpito da una bastonata da un agente comunista, a soli 39 anni; le sue ceneri furono portate a Taiwan da Jang Jing Guo, figlio di Chang Kai Shek, poi presidente di Taiwan e autore poi del grande sviluppo di quest’isola.
La madre di Tai-li, anche lei cantante, aveva sposato il suo maestro di canto. Dopo la sua morte nell’attentato, nel 1959 andò a Roma all’ Accademia Santa Cecilia per perfezionarsi in canto e pianoforte, avendo fra gli insegnanti Teresa Pediconi e Giorgio Favaretto. Portò con sé la figlioletta Tai-li di 7 anni, portata alla musica già da più piccola, avendo iniziato pianoforte e danza a quattro anni.
Dopo due anni a Roma, Taili tornò a Taiwan per approfondire lo studio della cultura cinese. Per leggere la letteratura cinese occorre conoscere circa 6000 caratteri, sebbene ne bastino un migliaio per capire quello che è scritto in un giornale…
A 17 anni, Tai-li tornò a Roma per studiare canto con Favaretto, già insegnante della madre; a Roma divenne cattolica. In quel periodo vinse a Taiwan un premio come enfant prodige. Studiò al conservatorio, anche con Gianna Perea Labia, diplomandosi nel 1976 col massimo dei voti, diploma firmato da Ottavio Ziino.
Studiò poi all’Accademia Santa Cecilia, per due anni, con Gianna Pederzini, che la chiamò Callas d’Oriente.
Studiò alla Chigiana per tre anni, con Ettore Campogalliani e ancora con Favaretto, ed al Mozarteum, ottenendo il diploma d’onore, evento raro. Fu allieva in master class di Maria Carbone, Tito Gobbi e Mario Del Monaco. Gobbi aveva molto carisma, grande cultura, parlava benissimo inglese e tedesco; per tre anni ha frequentato la sua casa, dove aveva lezioni gratis; se Gobbi era in viaggio le chiedeva di tenere compagnia alla moglie Tilde, che era stata pianista.
Nota che lo studio del canto occidentale è difficile per i cinesi, per i diversi tipi di appoggio; è ancora più difficile per i giapponesi, mentre lo è meno per i coreani. I cinesi hanno inoltre problemi con la loro diversa gestualità; sono poco dediti ai baci, sanno nascondere le espressioni. Personalmente, ricordo di aver visto in Cina due cinesi che evidentemente litigavano, parlando a voce alta e velocissima, senza muoversi, senza gesticolare. Chu non ha avuto tuttavia questi problemi, essendo arrivata in Italia da ragazzina ed avendo una madre cantante.
Dopo un inizio a Taiwan, dove cantò in recital, l’opera occidentale essendo allora poco nota nell’isola, iniziò in Italia una carriera, cui non aveva mai pensato, essendo difficile per i cinesi cantare in Italia. A una sua allieva fu recentemente rifiutato in Italia un ruolo in Otello, da un regista che non voleva cantanti orientali; ma cantò tre mesi dopo al Metropolitan nel Trovatore.
Tai-li vinse una decina di concorsi, fra cui il Toti dal Monte a Treviso, cui seguì il debutto in Don Pasquale, e nel Matrimonio Segreto al Regio di Torino. Mentre cantava le giunse la notizia della morte della madre, sessantenne. Dopo un primo matrimonio finito in divorzio, ha sposato un regista di opera veronese. Ha una figlia che si occupa di turismo; la figlia parla bene il cinese.
Tai-li non si addentra nei dettagli della sua carriera, preferisce dare altre informazioni sulla famiglia. Una storia familiare intrecciata con quella della grande Cina su cui, in anni passati, ho letto una ventina di libri; e ho conosciuto da miei collaboratori matematici cinesi qualche particolare ignoto persino a Chang Jung, autrice dello straordinario libro Cigni selvatici e di una biografia di Mao che in Italia è passata sotto silenzio… come non pochi altri libri fondamentali.
Tai-li viene da una famiglia nobile, in possesso della lista genealogica degli avi, fatto comune un tempo per le grandi famiglie cinesi. Tali liste sono state distrutte nella Cina continentale, ma sono sopravvissute a Taiwan.
Quando i genitori fuggirono a Taiwan, in Cina restò una sorella di un anno; si sono incontrate nel 1987, una trentina di anni dopo, in una speciale occasione. Tai-li, prima artista di Taiwan ad essere invitata in Cina, era in albergo a Shanghai, quando sentì bussare alla porta… era la sorella.
Altri parenti restati in Cina furono imprigionati e morirono nella prigione tradizionale, un pozzo con acqua sul fondo e serpenti.
Il fratello minore del padre, restato in Cina, è emerso nel campo musicale, ed insegna al Conservatorio di Pechino.
Una zia fu pianista accompagnatrice del violinista David Oistrakh e dei violoncellisti Pierre Fournier e Paul Tortelier.
Un cugino violoncellista, vincitore al concorso di Ginevra a 19 anni, fu invitato in occidente da Fournier, ed a 23 anni divenne primo violoncello a Basilea. Si sono rivisti per cinque giorni a Verona, verso il 2006, dopo una trentina di anni, raccontandosi le vicende dei loro antenati e parlando 18 ore in un giorno. Una storia che ricorda quella dell’incontro a Londra di Chang Jung con sua madre, in cui furono registrate 60 ore di conversazione, base del libro Cigni selvatici.
Le è stato proposto di fare un film sulla storia della sua famiglia. Penso che sia un film che un libro su tale storia sarebbero importanti per la conoscenza del periodo di transizione fra l’antica Cina e quella di oggi. Periodo di immense sofferenze, si pensi ai 38 milioni di morti stimati da Chang Jung per l’anno del cosiddetto balzo in avanti; morti di fame, quando i prodotti agricoli venivano esportati in Unione Sovietica in cambio di fabbriche per le armi atomiche. Un contributo alternativo a quello di Chang Jung, dal punto di vista di una persona che vivendo in Taiwan ha conservato valori antichi della civiltà cinese ora in gran parte perduti.
Tai-li è stata attiva 11 anni a Roma, 4-5 a Torino ed è da 30 anni a Verona, dove insegna al conservatorio, con grande soddisfazione, molto stimata e apprezzata. Ha smesso di cantare a 60 anni, ultime sue opere Manon, Norma e Suor Angelica, nel 2013…. Ma canterà ancora a Taiwan in un gala natalizio. Era soprano lirico leggero, non di coloratura, poi divenne soprano lirico pieno.
Nota con dispiacere la caduta d’interesse per l’opera in Italia, e anche altrove, alle recite gli ascoltatori sono pochi e in gran parte anziani.
Le ultime correzioni a questa intervista avvengono il 4 agosto 2017 al telefono.
Chiudo la telefonata raccontandole la storia dei tre amori di Pavarotti e di come egli non poté suicidarsi perché la finestra dell’albergo era troppo piccola… sta scritto in un libro, che avevo da poco spedito ad Adua Veroni. Ma non tutto quello che è scritto è vero…