Soprani non più in carriera. Capitolo 2: MARIELLA ANGIOLETTI
di Emilio Spedicato
Guido, la tua guida, sta ora con la Maddalena in cielo
Al soprano Mariella Angioletti sono arrivato tramite la giornalista Carla Maria Casanova, che la conosceva dai tempi della scuola, entrambe monzesi. Carla Maria è più giovane, Mariella ne ricorda i grandi occhi e come fosse brava nel disegnare; ricorda in particolare un ritratto di Nureyev.
Mariella iniziò una promettente carriera negli anni cinquanta, quando si affacciava l’astro di Guido Cantelli, direttore che Arturo Toscanini considerava suo successore. Mariella studiava con Guido, con qualche invidia dei colleghi. La tragica scomparsa di Guido in un incidente aereo a Parigi la privò del suo punto di riferimento, interferendo negativamente con la sua carriera. Al primo contatto telefonico, è stupita che qualcuno voglia sentirla su eventi di oltre mezzo secolo prima, in parte dimenticati da lei; ma quando la sentirò parlare di quando cantava, i ricordi, come spesso avvenuto con altre sue colleghe, sono vivi, e le passioni non sono sopite.
La incontro nella sua casa, a Lissone, cittadina fra Monza e Desio; con lei vive la sorella Anna, malata e curata da Mariella, che morirà qualche tempo dopo. Mariella impartisce occasionalmente lezioni, è persona con interessi culturali e religiosi, legge molto. È donna di bell’aspetto, giovanile, vivace, critica delle degenerazioni nel mondo di oggi, sul piano morale, culturale e musicale. Come molti altri soprani incontrati, ha gli occhi verdi. La incontrerò due volte a casa sua, telefonandole ogni tanto per aggiornarla su eventi, come la scomparsa di artisti nel mondo della lirica. Nell’ultima telefonata le dico della scomparsa del regista Beppe De Tomasi e del soprano Maria Luisa Cioni, entrambi morti nello stesso giorno; e di quella poco tempo prima del soprano Denise Duval, come lei protagonista nei Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc, e del mezzosoprano di 98 anni Annamaria Canali, che cantò spesso con la Callas, in ruoli secondari.
Quanto segue viene dalle note relative al primo incontro, il 5 maggio 2012, forse il primo in assoluto per questo libro. Vado da lei accompagnato da mia moglie Angela, parliamo nell’elegante salotto, dove domina un pianoforte a gran coda.
Mariella ricorda bene Carla Maria Casanova, dalla quale le sono stato introdotto, ma che non vede da molti anni. Accenna subito al problema della sorella maggiore Anna, nata nel 1926 con doppia lussazione alle gambe, immobilizzata da un paio di anni, da lei curata, e con cui scambio alcune parole.
Mariella è nata a Lissone, in una famiglia abbiente. Il padre amava la musica, suonava il pianoforte, si ascoltavano i concerti per radio Martini Rossi. La famiglia aveva un fonografo a tromba e, ai tempi della spedizione Nobile, nel 1926, era una delle tre sole a Lissone a possedere una radio. Da papà fu portata all’ Arena per una Traviata dove cantava Elisabetta Barbato, soprano di grande fama in America Latina. Ricorda che nel successivo Trovatore la Barbato non ebbe successo, non aveva la vocalità appropriata. A meno di dieci anni vide alla Scala una Butterfly con l’indimenticabile Licia Albanese.
Mariella bambina cantava all’oratorio in operette, avendo l’orecchio quasi assoluto, la passione per la musica presa dal padre. La prima audizione fu alla presenza di Antonino Votto, nel 1955; cantò un’aria di Cherubini, e sentì il giudizio abbiamo la nostra Schwarzkopf. Risentita da Guido Cantelli, cantò con lui a Johannesburg in Così fan tutte, come Dorabella, preparata poi da Guido anche per il ruolo di Fiordiligi.
Guido la accompagnava al pianoforte, era molto esigente sia nella qualità del suono che nella precisione esecutiva. Ricorda in particolare una frase che Cantelli disse riguardo alla grande estensione della sua voce : “questa qui canta anche don Basilio”.
Mariella ricorda lo straordinario suono prodotto dall’orchestra quando Guido dirigeva, sentito poi solo in de Sabata, maestro con cui studiò molte opere.
Mariella possiede una bacchetta usata da Guido Cantelli a Johannesburg, si commuove ricordandolo.
Mariella ricorda di avere studiato con il maestro Cesare Chiesa, che insegnò anche al basso Cesare Siepi, e che l’aveva giudicata dotata di impostazione naturale. Arrivava al re naturale. Ha avuto altri maestri ed ha cantato molto con Giulini, definito un signore. Ricorda di lui una Wally, dove Wally era la Tebaldi e Walter era lei, come soprano en travesti. Al debutto nel 1892 alla Scala, Wally era Hariclea Darclée, e Walter Adelina Stehle, soprano austriaco vissuta molto in Italia e maestra di Giannina Arangi-Lombardi.
Mariella aveva un repertorio di una cinquantina di opere, fra le quali, oltre alle due già citate, il Falstaff, cantato al Covent Garden come Alice e regia di Zeffirelli; il Crescendo, opera comica di Cherubini; Andrea Chénier, al Cairo e alla Fenice, dove sostituì, in Luisa Miller, Ann McNight (Anna dei Cavalieri), e cantato con Di Stefano a Mantova. Bohème con Ferruccio Tagliavini; Manon Lescaut con Labò. Alla Scala Mariella cantò in più opere. In particolare ricorda una Traviata accanto alla Callas, quando fu chiamata all’ultimo momento per sostituire Silvana Zanolli nel ruolo di Flora.
L’ultima opera fu l’Aida a Lucca, in forma di concerto, dove ebbe un attacco d’asma, essendosi ammalata di grave allergia alimentare (per scegliere il cibo a volte usa il pendolino!).
Ora insegna occasionalmente, cita una allieva, Alessia, sposata ad un maestro orchestrale e sostituto al San Carlo di Napoli.
Seguono alcuni ricordi di colleghi.
Gigliola Frazzoni, dalla bella voce, ma poi un po’ danneggiata dalle troppe Fanciulle che aveva cantato.
Victoria de Los Angeles, meravigliosa in Donna Anna.
Di Stefano, conquistatore solo al vederlo, generoso, girava con una Rolls Royce colore argento.
Corelli, con cui doveva cantare a Parigi in Andrea Chénier, e che ebbe anche quattro bis.
Con Mariella parlo anche di questioni di oggi e dei problemi che una persona anziana si trova ad affrontare incontrando persone disoneste.
Telefonandole per un controllo finale, mi stupisce dicendo che ho una bella voce, calda, con le vocali lunghe… le dico che le manderò il mio recente studio su Maria Maddalena, dove affermo che era la stessa persona che Maria di Betania. Le dico che Margherita Guglielmi afferma la stessa cosa, letta in uno dei dieci volumi sulle visioni di Maria Valtorta. Mariella pure ha letto i libri della Valtorta, che tiene vicino al letto, e conferma quello dettomi dalla Guglielmi.
Mariella dice che sta leggendo un libro sulla storia della chiesa, autrice Angela Pellicciari. Una storica innovativa e coraggiosa, di cui ho letto libri sul Risorgimento e sull’Italia meridionale, dove appaiono scenari ben diversi da quelli usualmente insegnati. Ero stato a pranzo con la Pellicciari anni fa, la ricontatto brevemente, e leggerò poi un altro suo non meno sconvolgente libro, su Martin Lutero. E grazie a lei avrò anche un ulteriore contributo al capitolo in questo libro su Beniamino Gigli….