SCOPRI la GALLERIA. La Pentecoste di ANDREA DI CIONE, detto l’ORCAGNA e la tecnica a foglia d’oro e foglia d’argento
Galleria dell’Accademia di Firenze
SCOPRI la GALLERIA
Muriel Vervat
LA PENTECOSTE DI ANDREA DI CIONE, detto l’ORCAGNA
e la tecnica a foglia d’oro e foglia d’argento
il nuovo video su Accademia online e sul canale YouTube della Galleria
da mercoledì 12 luglio
Mercoledì 12 luglio sarà online un nuovissimo appuntamento con SCOPRI la GALLERIA, il format ideato e realizzato dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, dove le opere conservate nel museo sono raccontate, di volta in volta, in italiano e in inglese, in brevi pillole video da storici dell’arte, esperti della musica, direttori di istituzioni del mondo della cultura internazionale (sul sito della Galleria, Accademia online SCOPRI LA GALLERIA e DISCOVER THE GALLERIA).
Questo inedito episodio ha come narratrice la restauratrice Muriel Vervat che illustrerà la Pentecoste di Andrea Di Cione, soprannominato l’Orcagna, trittico che ha restaurato per conto della Galleria dell’Accademia di Firenze.
“Il nostro impegno nel coinvolgere chi continua a seguirci da casa non si è mai fermato in questi anni, e non si è limitato all’infausto periodo della pandemia che ha bloccato molti dei nostri progetti” racconta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze. “Abbiamo sempre rinnovato le nostre offerte culturali con contenuti studiati per differenti fasce di pubblico, dai più piccoli ai più grandi. I video di SCOPRI la Galleria, come quelli della serie DIDATTICA, o per esempio della serie Open Art, sono molto seguiti e apprezzati. I diversi format danno la possibilità di approfondire le collezioni del museo, scoprire sempre qualcosa di nuovo, guidati da esperti che, grazie alle loro competenze specifiche, introducono alle singole opere con uno sguardo diverso. In questo, in particolare, Vervat ci permette di addentrarci in uno dei capolavori dell’Orcagna e nella maestria del pittore nell’utilizzo dell’oro e dell’argento.”
Muriel Vervat, nota restauratrice che collabora con importanti musei e con l’allora Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Firenze, ci farà scoprire i segreti della lavorazione di una tavola come quella dipinta, nel 1362-65, dal maestro fiorentino Andrea di Cione, che raffigura la Pentecoste, dove la Madonna inginocchiata è circondata dai dodici apostoli.
La Vervat si sofferma in particolare sulla tecnica della foglia d’oro e della foglia d’argento, applicate su un fondo ad argilla di colore rosso; sulla realizzazione delle aureole, ognuna diversa dall’altra, con motivi floreali, che creano una pittura senza colore; sulle vesti dei Santi dove l’oro, in alcuni casi, è applicato sotto al colore, come nel san Jacopo sulla destra, il cui abito sembra avere una consistenza pesante, quasi fosse un velluto, arricchito da ricami, oppure della Vergine dove il metallo è apposto a pennello sopra con l’intento ben riuscito di conferirgli la leggerezza della seta.
Belli e curiosi sono gli animali fantastici che popolano la cornice della tavola, grifoni o aquile che sputano fuoco, eseguiti dall’Orcagna con una tecnica particolarissima e raffinatissima: una foglia d’argento sopra una foglia d’oro per dare un effetto bronzato alla superficie, animali fatti con un tratto unico che non consente né di sbagliare né di poter rimediare.
Il dipinto rappresenta uno dei vertici della pittura di Andrea di Cione, al quale l’artista lavorò con l’intervento del fratello, opera che probabilmente Vasari vide sull’altare maggiore della chiesa dei Santi Apostoli a Firenze. Muriel Vervat è intervenuta con il suo restauro sulla superficie pittorica del trittico, soprattutto per quanto riguarda i rifacimenti successivi. Ha proceduto al consolidamento degli strati pittorici per eseguire, poi in due fasi distinte, la pulitura. Prima sono stati asportati i residui di colla che avevano provocato, in alcuni punti, micro sollevamenti del colore, poi è stata assottigliata la vernice a contatto con il colore stesso, che risaliva probabilmente ad un precedente restauro effettuato nel 1953. Conclusa la pulitura, si sono stuccate tutte le cadute di colore. In corrispondenza delle parti dorate, si è scelto di rimettere una foglia d’oro, e di imitare lo stato di invecchiamento della foglia metallica.
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