Rosso Malpelo una novella di Giovanni Verga
di Francesco Abate
Rosso Malpelo è una delle più importanti novelle di Giovanni Verga. Pubblicata per la prima volta nel 1878, fu poi inserita nella raccolta Vita nei Campi due anni dopo.
La novella parla di un bambino che lavora in miniera insieme al padre. Siccome ha i capelli rossi e un carattere violento, è chiamato Malpelo e maltrattato da tutti. Il suo brutto carattere attira su di lui le violenze e i rimbrotti di parenti e colleghi, ma nessuno capisce che è proprio l’assoluta mancanza di amore nella sua vita a renderlo così selvaggio.
L’unica persona che mostra affetto sincero per il piccolo è il padre, il quale lavora con lui in miniera e là muore.
Benché indurito dalla vita, il piccolo non è cattivo e riesce ad affezionarsi a un bambino zoppo chiamato Ranocchio. Non avendo mai ricevuto manifestazioni d’affetto, Rosso Malpelo mostra i propri sentimenti in modo duro, arrivando spesso a picchiare l’amico per insegnargli a difendersi. L’affetto che prova per lui è però sincero e fa di tutto per renderlo più forte. Purtroppo anche l’amichetto muore, lasciando il piccolo protagonista da solo nel mondo duro e spietato della miniera.
Alla fine la morte arriva anche per il piccolo Rosso Malpelo, che viene inviato in una pericolosa esplorazione dalla quale non fa più ritorno.
Rosso Malpelo è una novella molto toccante e tratta i temi del pregiudizio, della miseria e della violenza contro i bambini.
La storia ci mostra come il protagonista sia buono, però viene giudicato cattivo solo perché rosso di capelli e dal carattere selvatico; nessuno pensa che siano i maltrattamenti a incattivirlo, gli adulti non fanno altro che picchiarlo e accusarlo ingiustamente di ogni guaio, così da generare un giovanissimo essere rassegnato come un vecchio prossimo alla morte. Fa specie leggere che il bambino invidia un asino morto, il quale ormai non sente più dolore; giovanissimo, con l’intera esistenza davanti, è già arrivato a giudicarla un supplizio peggiore della morte. Tanto assuefatto è all’oscurità della miniera da desiderare che tutte le notti siano scure.
La miseria è un’altra protagonista assoluta della novella. La famiglia del piccolo è povera, suo padre lavora in miniera ed è costretto a trascinarvi pure il figlioletto, finendo per condividere con lui i torti e la tragica fine. L’umanità che ci mostra Verga è senza speranza e senza sogni, fatta di persone che si trascinano col solo scopo di portare a casa la pelle. C’è anche un rapido sguardo sullo sfruttamento del lavoro quando il padre del protagonista, rimasto a lavorare di notte e in balìa dei pericoli, muore mentre il suo padrone si gode uno spettacolo a teatro.
La violenza contro i bambini è infine il tema principale di tutta la storia. I bambini sono la categoria di persone più debole della società, la meno protetta, e Verga ci mostra come nella miseria essi subiscano vessazioni ancora peggiori rispetto a quelle degli adulti. Il piccolo protagonista, che è un bambino come tanti, è costretto a un lavoro disumano e alienante, viene maltrattato dai colleghi più grandi, perché i più forti tendono a essere prepotenti coi più deboli, e non riceve un briciolo d’amore nemmeno dalla famiglia. Se l’umanità intera della novella non ha speranza, i bambini non hanno diritto neanche a briciole di gioia, ma subiscono soltanto rimbrotti e violenze.
Rosso Malpelo è una delle novelle più belle e toccanti di Giovanni Verga. Leggendola possiamo riflettere sui pregiudizi che generano i comportamenti che abbiamo nei confronti di altre persone, sull’imbruttimento morale causato dalla miseria e sulle violenze patite dai bambini.
La forza di questa novella è la sua modernità, infatti ancora oggi dobbiamo assistere allo sfruttamento e al maltrattamento dei bambini in zone del mondo particolarmente sferzate dalla povertà. I bambini vengono ancora usati nelle miniere, ad esempio in Congo costituiscono la principale fonte di manodopera per l’estrazione del cobalto, ma non serve andare così lontano per vedere atrocità del genere.
La lettura di Rosso Malpelo ci ricorda che i bambini sono una categoria indifesa, che dovremmo proteggere, che spesso subisce in misura maggiore le cattiverie del mondo. Purtroppo i bambini non fanno rumore e non sanno piangere a comando per bucare lo schermo, quindi di loro ci interessa poco, ma ogni anno anche nel nostro paese tanti vivono una vita d’inferno, traditi e devastati da chi dovrebbe amarli e proteggerli.
Rileggete ogni tanto Rosso Malpelo e pensate nel mondo quanti bambini subiscono una sorte simile, quanti odiamo solo perché vestiti di una pelle dal colore diverso, quanti devono rinunciare all’infanzia per assicurarsi una stentata sopravvivenza.