EVENTO RINVIATO ALL’11 SETTEMBRE. Riprendono gli incontri al Centro Culturale tò Kalòn: nel segno della ‘verticalità’, partendo della vicenda artistica e umana di Leonardo Vitale
di Anna Stomeo
Un modo originale, ma anche impegnativo, quello scelto, quest’anno da tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, per ritornare ‘alla grande’, con i primi refoli di settembre, dopo la forzata pausa estiva, a fare comunità.
Lunedì 9 settembre 2024, alle ore 19.00, a Martano (Lecce) in via Marconi 28, si riapre l’ormai iconico portone del Centro Culturale tò Kalòn (dono prezioso di un’ altrettanto preziosa e unica sensibilità culturale dell’imprenditore Pasquale Rescio) per un incontro ‘speciale’ nel suo genere, che ci piace definire ‘verticale’, non solo per i suoi contenuti, densi di significati profondi e di spiritualità, ma anche per la sua collocazione all’inizio di un anno che, a tò Kalòn, sarà all’insegna delle novità conoscitive, artistiche, performative.
Le sfide più importanti, del resto, sono quelle che si fanno con se stessi, per mantenere fede alle proprie promesse e premesse, per non perdere le proprie vocazioni di partenza, quelle che ci hanno dato la spinta iniziale per cercare di capire e di cambiare il mondo in cui vivi: nel nostro caso il teatro partecipato, la filosofia, l’arte, la lettura dei Classici. Vocazioni mai smarrite, ma di cui ci riapproprieremo in prima persona, accostandoci da vicino. Senza tralasciare le altre visioni, che negli ultimi anni hanno arricchito tò Kalòn, inserendolo tra le voci culturali salentine più presenti.
Ogni riapertura è una nuova salita verso nuovi obiettivi. Per noi sarà un salire ‘in verticale’, con impegno e determinazione, come del resto siamo abituati a fare, per ritrovare le radici della ‘nostra’ storia di Associazione Culturale Teatrale e condividerla con tutti quegli amici che, negli ultimi anni, hanno conosciuto solo il volto più recente, accogliente e colloquiale, di Itaca Min Fars Hus, ignorandone i momenti creativi aurorali delle origini, gioiose e faticose.
Uno squarcio che si aprirà tra parole, immagini e ricordi, lasciando intravedere un passato che ritorna per rispondere alle domande del presente. Un impegno collettivo che chiediamo a tutti gli amici, nello spirito di un vero e proprio ‘volontariato culturale’ di cui siamo tutti soggetti, oggi anche istituzionalmente riconosciuti.
In questa prospettiva si inserisce la serata di riapertura di lunedì 9 settembre dedicata alla figura e alla vicenda esistenziale dell’artista di strada Leonardo Vitale, che scopriremo insieme alla prof.ssa Anna Maria Andriani, autrice di un libro (e di un progetto) di grande significato etico e culturale (Dal cielo …per le vie del mondo. Leonardo Vitale e l’arte madonnara, Milella, Lecce, 2023), pubblicato con il patrocinio morale di alcune Istituzioni della Puglia e con le testimonianze di tanti amici e artisti.
Una monografia sulla vita e l’opera di Leonardo Vitale, artista di strada tragicamente scomparso, che però vuole anche essere la definizione di un progetto aperto a nuove informazioni, a nuove iniziative e a nuove ricognizioni artistiche e storiche sull’arte dei madonnari, sulle tecniche e le prospettive di un’arte effimera per definizione, ma storicamente ed eticamente radicata.
Di fatto un libro documento. questo di Anna Maria Andriani, destinato a sollecitare riflessioni e discussioni, ma anche momenti di grande spiritualità collettiva, come accade (e come tutti vogliamo che accada) a tò Kalòn.
Leonardo Vitale è stato un artista di strada autentico, per vocazione creativa e scelta etica di vita. È scomparso tragicamente il 4 ottobre del 2021 a Lecce in seguito all’aggressione subita per mano di un migrante senegalese senzatetto, Mamadou Lamin, funestamente attratto dal trolley con le rotelle in cui Leonardo, nel recarsi alla Stazione di Lecce per tornare ad Oria, custodiva, oltre ai suoi gessetti colorati di artista, i pochi euro ricevuti come compenso dai passanti, che si erano fermati a guardare distrattamente l’immagine della sua Madonna sull’asfalto della centralissima via Trinchese, come accadeva da anni.
Una “casualità non casuale”, come dice Carlo Alberto Augieri nella splendida e toccante Prefazione al volume, una storia densa di significati e di senso, oltre ogni banale apparenza. Un incontro al limite dell’Alterità, che non lascia scampo alle false identità indifferenti di cui si alimenta il nostro presente. Una tragedia che coinvolge entrambi i protagonisti e che non può non passare attraverso il bagno di una pietas collettiva, che ha coinvolto familiari e amici della vittima, senza recriminazioni e vendette.
Una con-prensione empatica e misericordiosa, che stupisce e consola.
Un accadimento, un fatto triste e brutale di cronaca, una metafora della disperazione e della povertà, un passaggio di corpi e di sguardi a cui è impossibile sottrarsi senza interrogarsi e riflettere. Come ha fatto Anna Maria Andriani, con competenza e delicatezza, raccogliendo, con le parole narranti della ricercatrice e della storica, il senso estremo della solidarietà umana, in un mondo affidato alle logiche del sopruso e della vendetta.
Anna Maria Andriani, già docente di lingua e letteratura inglese nel liceo Scientifico “F. Ribezzo” di Francavilla Fontana, già ricercatrice presso l’Università di Bari, nell’Istituto di Inglese, Facoltà di Lingue, socia della Società di Storia Patria, dell’Associazione Mazziniana e Direttrice del Comitato di Brindisi dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, con all’attivo numerose pubblicazioni, con questo lavoro ci offre anche una documentata e finora inedita panoramica sul lavoro dei madonnari, artisti di strada il cui talento sembra destinato a perdersi nell’effimero delle immagini dipinte sull’asfalto, ma anche nella totale indifferenza dell’arte commerciale. L
L’interesse che questo libro suscita, per tutti noi non risiede solo nella condivisione di una vicenda esistenziale e artistica, come quella di Vitale, ma nell’attenzione, rivolta all’arte dei madonnari e alla sua sopravvivenza negli ultimi decenni, malgrado l’imperversare di una società dell’immagine che tende a travalicare se stessa e a negare l’ esistenza dell’altro.
L’Autrice non si limita ad una, pur profonda e documentata, narrazione della vita e dell’opera di Leonardo Vitale, ma conduce anche una attenta ricognizione tutto ciò che ha circondato nel tempo l’artista, in termini di milieu artistico, di significati culturali, di implicazioni storiche e filosofiche, e che ancora lo circonda.
Il volume raccoglie, infatti, le testimonianze, vive e attive, di tanti giovani artisti che, attorno alla vicenda di Leonardo Vitale, hanno annodato i loro progetti e le loro esperienze, a testimonianza che l’arte autentica, come quella di Vitale, si fa sempre centro di legami sociali di comunità. Da Ceglie Messapica, dove era nato, ad Oria, dove ha vissuto come artista e come cittadino, a Lecce, dove ha preso corpo il suo drammatico destino,
Leonardo Vitale rappresenta, oggi, dopo la sua tragica scomparsa, una sorta di richiamo etico ed esistenziale per molti artisti di varie generazioni, che, nella sua vicenda, hanno scorto i segni di un possibile discorso artistico alternativo alle strette logiche del mercato. Leonardo Vitale è diventato, grazie anche al progetto di Anna Maria Andriani con la casa Editrice Milella, la “pietra d’inciampo” delle differenze e delle incomprensioni che attraversano la nostra società. Non a caso proprio le pietre d’inciampo sono state il modo più efficace per ricordarlo, a Lecce come ad Oria, come a Ceglie Messapica.
Quando, nello scorso dicembre, ad Oria, fu presentato questo libro, facemmo con l’Autrice una reciproca promessa: quella che ne avremmo continuato a parlare anche a tò Kalòn, dove lei sarebbe venuta come testimone di una rinascita collettiva, di una volontà di aprire nuovi orizzonti di riflessione intorno alla realtà che ci circonda e che ci riguarda tutti.
Una promessa mantenuta in questo lunedì 9 settembre, serata di riapertura del nostro Centro Culturale. Un appuntamento che gli amici di tò Kalòn non possono mancare. Siamo tutti protagonisti di un ritorno e di una rinascita.
Anna Stomeo