Silloge poetica “Novembre” di Serena Rossi. Recensione di Pompeo Maritati
La poesia di Serena Rossi, raccolta nella sua più recente silloge Novembre, edita da NullaDie, rappresenta una voce autentica e toccante nel panorama contemporaneo della poesia italiana. Conosciuta anche come artista visiva, Rossi esplora in questa raccolta tre tematiche centrali: il tempo, il viaggio esistenziale, e le problematiche civili. La suddivisione del volume in tre capitoli – Del tempo, In itinere e Civilmente – riflette non solo l’organizzazione delle tematiche, ma soprattutto un viaggio poetico che attraversa la percezione dell’esistenza, toccando i fili sottili che legano il passato, il presente e il futuro, sia a livello individuale che collettivo.
Il Tempo: La Trama Invisibile dell’Esistenza
Il primo capitolo, Del tempo, introduce il lettore a una riflessione intima e, allo stesso tempo, universale sul trascorrere inesorabile del tempo. Il tempo, nelle poesie di Rossi, non è un’entità astratta, ma si materializza in immagini vivide e concrete, spesso connesse alla natura e ai cicli stagionali. Il mese di novembre diventa un simbolo pregnante, un ponte tra la fine e un possibile inizio. Le poesie di questo capitolo evocano il lento declinare della vita e la quieta malinconia che spesso accompagna l’autunno.
“Novembre mese di morte e di attesa. Arriveranno le feste. Passerà il nuovo anno.
Tutto si rinnova.” Queste parole sintetizzano perfettamente l’idea centrale: l’autunno, e in particolare novembre, è il momento del raccoglimento, dell’osservazione silenziosa di ciò che si lascia andare e ciò che si attende. È un mese liminale, in bilico tra il decadimento e la promessa di un rinnovamento che, seppur incerto, si profila all’orizzonte. Nelle liriche dedicate a questo tema, Rossi si fa portavoce di un sentimento universale, dando voce a quel filo di speranza che emerge dalla decadenza.
In Itinere: Il Viaggio Interiore ed Esistenziale
Il secondo capitolo, In itinere, è dedicato al viaggio, non solo fisico ma soprattutto interiore. Rossi ci accompagna in un percorso di scoperta e trasformazione, dove ogni tappa rappresenta una fase della vita, con tutte le sue incertezze, sfide e conquiste. Le sue parole sono “schegge di solitudine e di follia”, frammenti di emozioni complesse che emergono attraverso immagini potenti e inaspettate. In questo viaggio, la poesia diventa un mezzo di conoscenza e riconciliazione con il mondo circostante, ma soprattutto con se stessi. I versi di Rossi, infatti, riescono a toccare corde profonde dell’animo umano, facendo emergere le fragilità e le forze nascoste in ciascuno di noi. La poesia “Altrove”, per esempio, dipinge in modo delicato, ma efficace il senso di disorientamento e ricerca che spesso accompagna il nostro vivere:
“Spaiati risaliamo i torrenti / Come salmoni rosa / Senza casa.”
Qui, l’immagine dei salmoni che risalgono controcorrente rappresenta una metafora potente del viaggio umano, fatto di lotta e resistenza, ma anche di una ricerca costante di un “altrove” dove trovare risposte, nuove identità e significati. Rossi usa questa immagine naturale per evocare il senso di appartenenza e non-appartenenza che caratterizza l’esperienza umana, un’esistenza sospesa tra il desiderio di tornare a un’origine e la necessità di costruirsi in nuovi contesti.
Civilmente: Poesia come Impegno Sociale
Nel terzo capitolo, Civilmente, Serena Rossi affronta temi sociali e civili con una sensibilità acuta e una voce che non teme di denunciare ingiustizie e sofferenze. La poesia si fa strumento di riflessione e impegno, un mezzo attraverso cui l’autrice dà voce a chi spesso viene messo a tacere o ignorato. Il tema dei migranti, per esempio, è trattato con una profondità emotiva che non lascia indifferenti. Nei versi di Dio, Rossi esprime tutta la sua indignazione e il suo dolore di fronte a un mondo che sembra aver perso la capacità di provare empatia:
“Senza misericordia nei sorrisi dei migranti / Nelle lacrime dei bambini degli ospedali / Nelle piaghe dei lebbrosi.”
L’autrice, con queste immagini forti, richiama l’attenzione sul dramma della migrazione e sulla sofferenza di coloro che vengono esclusi, emarginati o resi invisibili. La mancanza di misericordia e compassione è una ferita che attraversa tutta la società contemporanea, e Rossi non esita a mettere in luce questa piaga morale. La sua poesia, in questo contesto, diventa un grido di denuncia ma anche un appello alla riflessione e al cambiamento.
La Poetessa e l’Artista: Un Linguaggio che Va Oltre le Parole
Serena Rossi non è solo una poetessa, ma anche un’artista visiva di rilievo, e questa duplice identità si riflette chiaramente nella sua scrittura. Le sue poesie, infatti, sembrano quadri in movimento, in cui le immagini si succedono con rapidità e precisione, creando visioni che colpiscono l’immaginazione del lettore. C’è una componente fortemente visiva nel suo modo di scrivere, un’attenzione al dettaglio e alla composizione che richiama il suo lavoro nel campo delle arti visive.
Le parole di Rossi sono pietre angolari di paesaggi emotivi che si aprono davanti ai nostri occhi, e ognuna di esse sembra racchiudere un intero mondo di significati. In un’epoca in cui la velocità e la superficialità spesso dominano, le sue poesie ci invitano a fermarci, a contemplare e a riflettere. Il suo linguaggio, asciutto ma carico di intensità, ci costringe a guardare oltre la superficie delle cose, a cercare quel “qualcosa” che sfugge ma che è essenziale per comprendere la complessità dell’esistenza.
La Poetica dell’Attesa e della Memoria
Uno degli aspetti più interessanti della poetica di Serena Rossi è la sua capacità di intrecciare l’attesa e la memoria, due elementi fondamentali della condizione umana. Novembre, come mese di passaggio tra l’autunno e l’inverno, diventa simbolo di un’attesa sospesa tra la fine e il possibile rinnovamento. In questo senso, le sue poesie sono cariche di una tensione sottile, quasi impercettibile, ma costante, che accompagna il lettore attraverso un percorso di riflessione e introspezione. La memoria, d’altra parte, è un tema che attraversa l’intera raccolta. I ricordi – che siano personali o collettivi, come quelli legati a eventi di portata sociale – sono il filo conduttore che lega passato e presente, offrendo al lettore uno sguardo su ciò che è stato e su ciò che potrebbe essere. Rossi riesce a rendere universale l’esperienza personale, a far sì che il lettore si riconosca nelle sue parole e nelle sue immagini.
Novembre è una raccolta poetica di grande spessore, capace di toccare temi profondi e universali con una sensibilità rara. Serena Rossi, con la sua scrittura evocativa e viscerale, ci invita a riflettere sul tempo, sul viaggio interiore e sulle questioni civili che caratterizzano la nostra epoca. Le sue parole, come schegge di solitudine e di follia, sono un dono prezioso che ci permette di srotolare meglio la realtà e i nostri sentimenti, facendoci sentire più vivi e consapevoli.
Attraverso la sua poesia, Rossi ci accompagna in un viaggio che, pur partendo dal personale, si espande fino a toccare le corde più intime dell’esperienza umana.
Dio
C’è chi dice sono io
Se esiste senza fine la fine del cielo.
Senza misericordia nei sorrisi dei migranti
Nelle lacrime dei bambini degli ospedali
Nelle piaghe dei lebbrosi
Nelle pubblicità dei gelati americani e nelle baracche
Cinesi fuori dalle città.
Negli articoli dei giornali che leggo ogni giorno
E non mi scandalizzo se la guerra è senza fine
Se litigo per la terra
Ho tutto e non mi basta niente
Ogni rumore è guerra.
Altrove
Spaiati risaliamo i torrenti
Come salmoni rosa
Senza casa
Altrove troviamo i perché
Per costruire i ponti
Nuove identità figlie
Nuove creature, germogli usati
Di noi come eravamo.
**
Nuovi ponti
Nuovi stigma verde pisello come cartelli
Accesi dei semafori delle città.
Nuove identità.
Altrove.
Cocci
I cocci come cenere
Stanno in basso
Sotto al collo sotto al muso
Stanno sotto al mio sguardo
Che lento ti guarda che ti vesti e
Non è curioso
Non si appassiona al tuo seno
All’incavo del tuo braccio al monte del tuo pube
Fermo
Io voglio il tuo bene
Che tu cammini serena che tu non guardi mai indietro
Non mi interessa farti ridere
Tanto di riso ce n’è ancora poco.
Il cammino è diritto e spero lungo
Non fare le deviazioni non cercare le solite scuse di tutti
Non ti allarmare alla casetta
Di riso ce n’è poco.
E tante altre volte rimpiangerai riderai
Mi guarderai e mi troverai sciocco
Poveruomo che non ha saputo darti tanto
Povero di lena povero dalle scarpe grosse
Ho leccato ogni giorno il tuo spirito
Che risplendesse come fiaba
Che il tuo sguardo non fosse mai opaco, volevo
Apparirti come luna,
malinconico ma presente.
E tu ti saresti abituata a me, pastore di selvaggia landa.
Uomo di mare, tirchio della sua terra
Ma dove credevo di trovare la forza?
Ora tu forse ricordi appena il mio nome
E lo ripeti come onda.
Siamo saliti, cocci sotto la tua testa di fiaba,
e cocci sotto i musi che mi guardano con noia
sono sempre lì
a chiedere la grazia
a chiedere ancora
Musi che scrutano l’orizzonte senza curiosità giovane
Senza interesse che forse a quell’età un po’ ci starebbe
Senza Anima leccata.
Serena Rossi è un’artista visiva e poetessa milanese. Con Nulla die ha pubblicato Non ci sono solo eroi (2017), Noi non siamo (2018), Disegno papaveri rossi (2020), Non serve la paura (2022). E ha curato – con Salvatore Giordano – il volume di autori vari Voci dal confinamento (2021).
Serena Rossi nasce a Milano nel 1972. Nel 1999 si laurea in Farmacia. Segue svariati corsi di arti visive, dal 2002 espone sue opere in mostre italiane ed internazionali e alcune di esse fanno parte di collezioni private e pubbliche come il Museo a cielo aperto di Camo e la Collezione della BPL.
Nel 2011 espone alla 54 esima Biennale di Venezia al Padiglione Italia a Torino su Invito del critico Sgarbi.
Nel 2022 partecipa alla call Rodello arte ed espone nella Chiesa dell’Immacolata di Rodello una grande opera site specific dal titolo Pregate per noi, che dona al Museo della Diocesi di Alba, alla mostra collettiva Internazionale Il sacro e il fragile da giugno ad ottobre 2022 a cura di Enrica Asselle.
Nel 2023 partecipa alla XIV Biennale di Firenze.
Parallelamente dal 2012 si occupa con gli stessi temi di poesia e pubblica sue sillogi e su diverse antologie la sua poesia, tra gli altri pubblica “Spazi” in italiano e rumeno ed. Cosmopoli a cura di Eliza Macadan e “Novembre” nel 2024 edizioni NullaDie. Collabora con diverse testate letterarie in rete e dal 2022 fa parte della redazione milanese della rivista culturale online Il pensiero mediterraneo e fonda il Concorso letterario e artistico Vivi la realtà oggi arrivato con successo alla sua Terza Edizione.
In questi anni riceve diversi premi e segnalazioni di merito a Concorsi letterari nazionali ed internazionali.
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Serena Rossi
Studio via Paolo Lomazzo 52 Milano italy 20154
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