Realizzato il primo computer con composti chimici al posto del software e DNA al posto dei dischi fissi
di Pompeo Maritati
Quello che un tempo pensavamo fosse solo fantascienza a quanto pare si sta trasformando in realtà. Negli USA è stato realizzato un computer che al posto del software ha dei composti chimici e gli hard disk sono costituiti da DNA. Ci troviamo così davanti al primo computer che potremo definire biologico.
Si è partiti dalla semplice osservazione dell’ hardware, software, input e output, che altro non sono che i quattro elementi di cui sono fatti gli elaboratori elettronici, corrispondono esattamente, parallelamente al corpo umano. Il nostro corpo rappresenta l’hardware il cui software è il nostro cervello che elabora le nostre funzioni originando così l’output.
Il paragone pare azzeccato: il corpo umano è un computer anch’esso, un computer biochimico.
Al momento il nuovo computer biochimico non si presenta come tutti quelli che conosciamo, è contenuto in una fialetta, è un miscuglio di composti chimici, frammenti di DNA e ATP, il combustibile dal quale le cellule ricavano l’energia necessaria ai processi metabolici.
Un procedimento che a secondo i reagenti utilizzati vanno a modificare le sequenze del DNA.
Non vi nascondo che leggendo alcuni articoli in merito, non poche sono state le mie difficoltà a comprenderne l’effettivo meccanismo.
Questo che noi adesso definiamo un nuovo ritrovato pare che tale non sia che l’idea sia stata già posta in essere da un matematico inglese Alan Turing (1912-1954). Turing aveva messo a punto un modello di macchina grazie alla quale era possibile effettuare qualsiasi tipo di calcolo, indipendentemente dalla lunghezza degli elementi e dalla complessità delle operazioni.
Attualmente lo studio del computer biologico è seguito dallo Scripps Research Institute (California) e del Technion Insitute (Israele) e il fatto di poter far lavorare milioni, o miliardi, di processi contemporaneamente lo rende, oltre cge spaventosamente veloce, alquanto appetibile dalle più grandi aziende d’informatica.
Il progresso scientifico continua la sua strada aprendo nuovi palcoscenici che sino ad alcuni decenni fa appartenevano al fantasioso mondo dell’editoria e della cinematografia fantascientifica, ponendoci però non pochi problemi etici. L’ipotesi di computer biologici, come abbiamo sin qui appreso, lasciano un ampio spazio ad un preoccupante conflitto etico che prima o poi ci presenterà il conto.