IL PENSIERO MEDITERRANEO

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PROPOSTA DI LEGGE PAGLIARO PER VALORIZZARE ANTICA CIVILTÀ MESSAPICA: “DALLA RISCOPERTA DELLE ORIGINI, OCCASIONE DI SVILUPPO PER IL SALENTO”

Valorizzare la cultura messapica

“Promuovere la conoscenza delle antiche città messapiche e valorizzarne il patrimonio archeologico: è l’obiettivo della mia proposta di legge, sottoscritta da alcuni colleghi consiglieri dell’area messapica. Fra l’VIII e il III secolo a.C. i Messapi svilupparono una fiorente civiltà nel territorio corrispondente all’attuale Salento, da Leuca fino a Ceglie ed Egnazia. Messapia, letteralmente “terra tra i due mari”, fu il nome dato al territorio dagli storici greci. I ritrovamenti più antichi sono stati effettuati in scavi archeologici in alcune grotte vicine a Otranto e Roca; i primi insediamenti stabili sono stati individuati nelle città di Oria, Cavallino, Vaste e Muro Leccese e sono databili all’VIII secolo a.C.

Ai Messapi, popolo fiero ed evoluto, si deve la più antica carta geografica che si conosca, la cosiddetta Mappa di Soleto, che testimonia i fitti scambi anche culturali tra Messapi e Greci. Della civiltà messapica sono giunte sino a noi le antiche mura di cinta delle grandi città, tombe e soprattutto corredi funerari. I più cospicui ritrovamenti archeologici sono avvenuti ad Alezio, Ugento, Brindisi, Valesio, Patù, Otranto, Ceglie Messapica (capitale militare), Manduria, Nardò, Oria (capitale politica), Cavallino, Mesagne, Vaste, Muro Leccese, Egnazia, Carovigno, Ostuni e Soleto. Altri ritrovamenti messapici sono stati effettuati a Villa Castelli, Francavilla Fontana, San Vito dei Normanni, Noha, Castro, San Pancrazio Salentino e Veglie. Quasi tutte le città messapiche erano costruite su un luogo elevato ed erano cinte da una o più cerchie di mura.
Il lungo periodo di dominazione messapica, prima dell’avvento dei romani, ha contribuito alla fondazione delle numerose città messapiche tuttora esistenti, lasciando inalterato il grande patrimonio storico, archeologico e culturale che il Salento può vantare. La mia proposta di legge nasce dall’idea di trasformare questo immenso giacimento in una grande opportunità di sviluppo del territorio, attraverso itinerari turistici dedicati, sostenendo e finanziando attività di scavo, promuovendo ricerca e pubblicazioni scientifiche.

La riscoperta e valorizzazione delle radici – nella mia proposta di legge – è intesa come fattore di integrazione sociale e sviluppo economico, con il coinvolgimento di scuole, associazioni culturali e di promozione sociale del territorio impegnate nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. È prevista anche una rete tra i musei, con la creazione di un marketing territoriale integrato e di materiali didattici e incentivando iniziative divulgative ed editoriali che favoriscano la conoscenza della storia e delle civiltà degli antichi Messapi.
La legge, che si sviluppa in sette articoli, individua come suo braccio operativo il Piano regionale per la promozione della conoscenza delle antiche città messapiche, che dev’essere proposto dalla Giunta regionale e sottoposto all’approvazione del Consiglio. Il Piano individua obiettivi, priorità d’intervento, azioni e criteri e soprattutto le risorse finanziarie necessarie ad attuare la legge. Di durata triennale, può essere aggiornato nel corso del triennio e continua ad essere applicato fino all’approvazione del successivo.

La legge prevede anche l’istituzione di una Commissione regionale ad hoc, composta da tre rappresentanti della Giunta, due del mondo accademico e due designati dal Consiglio regionale tra esperti di comprovata professionalità ed esperienza in materia di storia, cultura, antropologia culturale. Compito della Commissione è formulare proposte, esprimere parere obbligatorio sul Piano e sugli atti della Giunta circa la definizione di procedure, criteri e modalità per l’individuazione dei progetti di archeologia sperimentale.
Entro il 31 marzo di ogni anno dovrà essere trasmessa al Consiglio regionale una relazione annuale sullo stato di attuazione della legge, che dovrà contenere tutti i dati relativi agli interventi realizzati.
Un impianto articolato che mira ad assicurare la piena operatività della legge, per dare un impulso efficace alla valorizzazione delle radici storiche e culturali del Salento rappresentate dagli antichi Messapi”.

Paolo Pagliaro  il SalentoPaolo Pagliaro

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