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Premio Internazionale Città di Marineo. “Senza chjù sciatu” di Girolamo La Marca si aggiudica il I premio ex aequo – sezione edita in lingua siciliana.

Premio Internazionale Città di Marineo - Senza chjù sciatu

Premio Internazionale Città di Marineo - Senza chjù sciatu

Di Serena Milisenna, autrice della prefazione di “Senza chjù sciatu”.

Il 1° Settembre con grande emozione l’eclettico artista ravanusano ha ritirato il premio, in occasione della celebrazione che si è tenuta nel piazzale del Castello.

La bella e coinvolgente cerimonia, curata dal Circolo Culturale della città, è stata presentata dall’attrice Stefania Blandeburgo, coadiuvata dalla voce recitante di Marisa Palermo, che ha letto e interpretato i brani delle opere designate.

L’altro I premio ex aequo è stato attribuito a Fabio Messina, con la raccolta “Sicilia chi passioni”. Tra gli altri premiati anche l’attrice Donatella Finocchiaro, a cui è stato conferito il Premio Speciale Internazionale Marineo che la Giuria assegna ogni anno ad una personalità di notevole prestigio culturale: “È il riconoscimento (…) – ha dichiarato Salvatore Arnone, presidente del Circolo Culturale – per le doti dell’artista siciliana che fin dal suo esordio con il film Angela di Roberta Torre si è rivelata un’attrice completa soprattutto per l’intensità recitativa”.

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Nato il 3 Febbraio 1955, Girolamo La Marca è scrittore, scultore, pittore, vignettista, giornalista locale e autore di canzoni come “Nassirya” dei Teppisti Dei Sogni e “Beddra Matri di Lu Cummentu”, poesia musicata e ormai patrimonio della comunità di Ravanusa.

Noto alla critica e nel circuito letterario per i numerosi riconoscimenti nazionali e regionali ottenuti con la sua vasta produzione poetica in italiano e in vernacolo, La Marca con “Senza chjù sciatu” ricorre alla lingua dei padri come mezzo lirico di sanguigna comunicazione e di ricerca delle radici storiche e culturali che riguardano il suo paese di origine.


Molto pregnante la motivazione della Giuria, composta da Flora Di Legami, Aldo Gerbino, Michela Sacco Messineo, Giovanni Perrone, Ida Rampolla, Tommaso Romano, Ciro Spataro, Delia Pecoraro e Rita Cedrini: “Il titolo della raccolta “Senza chjù sciatu” è sicuramente emblematico poiché per l’autore la poesia dialettale è il luogo dove le voci della sua interiorità acquistano il timbro di una intensa liricità. Al centro di questa poetica si leggono i segni essenziali della comunità di Ravanusa e del suo patrimonio linguistico, i richiami nostalgici dei luoghi della memoria nonché il tessuto esistenziale delle relazioni autentiche tra il poeta e il territorio che lo circonda. Una forte esperienza interiore quella di Girolamo La Marca con liriche di alto profilo soprattutto per le affascinanti figurazioni della lingua siciliana”.

E, in effetti, “Senza Chjù Sciatu” si adagia nella piccola culla di Ravanusa, tracciando la rotta di antichi luoghi, profumi, sapori, modi di dire e suoni.

Dati come evidenti i segni del legame viscerale con la sua comunità, la silloge restituisce al lettore, da un lato, la memoria storica locale e, dall’altro, gli interrogativi esistenziali che riguardano l’evolvere dell’individuo nella vita e in un ambiente tipicamente siciliano, abitato da personaggi particolarissimi per la loro caratterizzazione, leggende e racconti riportati che richiamano il folklore e la “parlata” locale.

L’opera è, dunque, una “naca” (culla, appunto) di nostalgia e gramigna dove i lettori possono dondolarsi, ricordando i vecchi tempi, le atmosfere dei cortili, le gerarchie sociali di un tempo trascorso, le nonne, “li cunti”, le leggende paesane, la luce della vita e il suo dolore. Con i suoi versi La Marca condivide e divulga sentimenti di appartenenza, cara sua compagna di vita e, al tempo stesso, destino atavico.

E accanto al tema principe dell’appartenenza fioriscono le riflessioni sulla figura della madre e della donna, sulla paternità e il coraggio di vivere, sul dolore che la vita infligge e sulla sventura della morte.

La poesia di Girolamo La Marca è davvero di tutti: rappresenta il canto di una intera comunità, di un piccolo microcosmo che nelle parole e “nelle figurazioni della lingua siciliana” (cit.) ritrova se stesso.

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Tra gli altri premiati:

  • sezione edita in lingua italiana I Premio a Laura Pugno, con la raccolta “I nomi”
  • Sezione inediti in lingua siciliana I Premio a Domenico Alvise Galletto, con la lirica “Stasira li nevuli foddi”
  • Targa Francesco Grisi a Giovanni Ruffino, presidente del Centro Studi Filologici Siciliani, per il complesso della sua notevole ricerca scientifica che ha portato alla realizzazione dell’Atlante Linguistico Siciliano
  • Targa Premio all’opera straniera di poesia, tradotta in italiano, “Los rostros del amor – I volti dell’amore”, della poetessa peruviana Gladys Basagoitia Dazza, edizioni Fara.
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