Poetessa Anna Argentino Poesia come terapia
di Serena Rossi
Nel panorama artistico poetico milanese ho la fortuna di essere circondata da una bella combriccola di personaggi di alto valore intellettuale che arricchiscono anche senza saperlo il mio mondo interiore con la loro arte o la loro poesia.
Ci sono scambi che a livello personale mi lasciano molto e tra questi vi presento qui con affetto la Poeta Anna Argentino. Persona schietta e a volte persino rude nelle risposte che sfugge alle contaminazioni social e alle peregrinazioni in giro per mostre. La vedo di rado alle mostre dove partecipa esponendo sue poesie alla sede dell’associazione culturale Circuiti Dinamici a Milano dove il fratello Lorenzo Argentino è il Presidente e mio caro amico. Anna dimostra a volte insofferenza verso la folla e si fa in disparte, non ama leggere in pubblico le sue poesie e le fa leggere ad altri.
Originale è anche la sua grande passione per la cucina che dimostra con bellissime fotografie di piatti dolci e salati da lei cucinati con regolarità e pubblicati su Instagram. Carattere schivo, come dicevo, ma la parola nello scritto è diretta e tagliente, oppure ti accoglie come carezza. La Argentino fa uso della poesia come una sorta di auto terapia contro il dolore reale e quello metaforico del vivere e, alla stregua delle grandi poetesse come la Sexton o la Rosselli, la sua voce scalfisce la pagina e colpisce diritto all’anima.
La poesia è un anestetico del vivere moderno e del sentire forte del poeta.
Le sue poesie sono state pubblicate con Aletti in due antologie nel 2015 e spesso nel giornale Intimità e negli ultimi anni sono state anche analizzate dal Maestro Maurizio Cucchi nella Bottega di Poesia della Repubblica, in particolare la lirica Meringhe che alla fine riporto.
A Luglio 2022 Anna Argentino ha ricevuto un Secondo posto nella sezione A poesia edita o inedita a tema libero al Concorso Internazionale letterario e artistico Vivi la realtà dentro e fuori prima edizione di Milano
Attualmente Anna Argentino non ha ancora pubblicato una sua intera silloge poetica.
Anna Argentino nasce a San Severo (FG) il 23 marzo 1965, vive a Milano dal 1992 e attualmente lavora al Conservatorio G. Verdi di Milano. Ha collaborato alla stesura di alcune tesi di Laurea e libri biografici sulla vita e le opere di compositori ed ex allievi del Conservatorio, in passato. Da circa 8 anni si diletta nella scrittura di poesie, che ha deciso di rendere pubbliche, anche attraverso un proprio canale YouTube, a suo nome. Attraverso di esse, riesce ad esprimere la propria quotidianità e ad usare la poesia come una sorta di terapia, per far fronte ad alcuni problemi fisici che l’hanno colpita da alcuni anni.
Quando hai iniziato a scrivere poesia?
Ho iniziato a scrivere poesie, se si esclude qualcuna adolescenziale, poco prima dei 50 anni. La prima aveva titolo Meringhe, la scrissi per un concorso dal titolo, Mangiami con gli occhi. Mi ricordavo quanto le adorassi da bambina. Non fui selezionata, ma decisi d’inviarla al settimanale Intimità, che da lì a poco me la pubblicò. Poi ne scrissi una dedicata ai miei allora imminenti 50 anni e anche quella fu pubblicata su Intimità. Iniziò un periodo abbastanza difficile per me, per via di alcuni problemi di salute, ma ciò mi portò ad essere feconda di poesia in rima. Molto spesso il settimanale Intimità me le ha pubblicate, finora almeno una ventina.
Chi sono i tuoi riferimenti in poesia come Maestri?
Non ho un riferimento preciso. Scrivo di getto, in base ad un tema di un concorso o per esprimere un mio stato d’animo.
Le mie poesie, fungono da diario personale, ma mi sono resa conto che ciò che esprimo lo prova la molteplicità della gente.
Poesia MERINGHE
Eccole li, quelle impunite, sembra che mi guardino maliziosamente per rendersi irresistibili, bianche come la neve, le loro curve sembrano tracciate da uno sciatore esperto, non posso resistere al loro sapore dolce, che si scioglie proprio come neve al sole ad ogni morso, loro che sono una goduria per il mio palato e addolciscono i miei pensieri, che vanno a quando bambina mi divertivo a mangiarle, con le dita appiccicose e dolci e non resisto ancora una volta
Argentino Anna