Poesie, storie e leggende del Salento magico e misterioso di Antonio Nahi
Alla Basilica di Santa Croce
Fa da proscenio la piazzetta
del Ricciardi al gran sipario
che s’apre d’improvviso e più
Ogni altro senso tace al cospetto
della basilica di Santa Croce;
il pellegrino, lo storico provetto
resta esterrefatto, senza voce
e, consapevole dell’umana sorte,
sa che solo quell’avvincente arte
non conoscerà mai oblio e morte.
Costruita sui ruderi del vecchio
monastero – per volontà dei padri
Celestini e di Gualtiero di Brienne –
da gran mastri della pietra, provetti
scalpellini e lo Zimbalo, il Ricciardi,
il Penna illustri capaci architetti
che con tanta dedizione e studio
della fabbrica fecero un tripudio.
Sei colonne con capitelli e fregi
sormontano l’intera facciata;
tre portali con stemmi araldici
che dei grandi di Spagna i pregi,
con fiere scolpite sui balconi,
lodano Filippo III e Maria d’Enghien
regina, sottesi da austeri mensoloni.
Cruente battaglie, fasti di vittoria,
trastulli di putti giocosi, gigli
candidi e cherubini in gloria.
Il rosone imperia sorretto da fiere
tra motivi arborei rigogliosi
fino al fastigio della Croce
simbolo dei trionfi religiosi.
Basilica di Santa Croce, saluto
al mondo della Città “cortese”,
centro d’arte senza false pretese.