Performance Tappeto di Cenere di Narciso Bresciani alla Fabbrica del Vapore a Milano
di Serena Rossi
Sabato 2 dicembre 2023 alle ore 17 alla Area Ex Cisterna della Fabbrica del Vapore è stata organizzata la Performance, alla fine copatercipata, Tappeto di Cenere dal talentuoso Artista scultore di Pavia Narciso Bresciani.
Da anni seguo il suo raffinato lavoro artistico con le mostre e le sue attività attraverso i social e i suoi inviti, il suo profilo culturale è di livello internazionale.
Ogni volta che su instagram vedo un suo pezzo scultoreo mi vengono in mente la buona poesia o la bella musica classica, c’è sempre molto buon gusto ed equilibrio, addirittura un distacco con stile.
Sabato sono arrivata alla Fabbrica del Vapore e ho trovato a terra una tela di almeno sette metri per due tutta ricoperta di uno strato di due centimetri di cenere grigio perla che poi ho scoperto essere stata prodotta con la combustione della legna.
A lato si trovavano lunghi bastoni di legno con cui l’Artista si è messo a disegnare alfabeti e nuovi paesaggi, poi intervento di poesia registrata di Maria Pia Quintavalla poi la fisarmonica di Nadio Marenco. Ed infine ha ripreso Bresciani ad incidere col bastone sulla cenere. Si è anche lasciato andare ad usare le mani e a fare mucchietti di cenere con le mani, maneggiando.
Cenere eravamo, siamo e torneremo. Cosa lasceremo dell’oggi? Non tante bellezze come dall’antichità ma cenere. Segno leggero-pesante.
Alla fine Narciso Bresciani ha distribuito a noi pubblico i bastoni e ci ha invitati a disegnare e maneggiare la cenere, esperienza liberatoria per molti non abituati alla gestualità pittorica.
Ho trovato questa esperienza di un livello elevato di cultura che trasmette un segno, che lascia un messaggio, e ti lascia libero dentro. Anche la poesia della Quintavalla è stata come sempre di grande importanza e rara bellezza e ha donato un certo grado di umanità a tutta la performance.
Dal testo critico di Cristina Muccioli Docente dell’Accademia di belle arti di Brera…La cenere si produce dall’ustione. A bruciare, in quest’opera, è stata la legna. Theodor Adorno nella sua Teoria estetica definisce l’opera d’arte come luogo di resistenza, la quale non può essere certo ridotta a mera provocazione o al sensazionalismo da collezione di like, per attualizzare. La cenere che si fa opera è l’emblema della resistenza alla nientificazione, dell’ulteriorità alla corrosione della materia. Traccia residua di calore, di luce, di cottura del cibo, la cenere di questo tappeto è un grazie senza voce, una preghiera laica recitata non prima, ma dopo aver mangiato, dopo che ci si è scaldati, dopo aver illuminato. Forse, anche dopo esserci bruciati.
Né calda né fredda, né liquida né compatta, la cenere è il lasciato dalla pretesa di annientamento, è
la prova di un’ustione, di un incendio, di una distruzione ineluttabile, che viene però ricondotta
entro un perimetro, all’interno di una sala museale (alla Fabbrica del Vapore a Milano), per farsi
occasione di forma, di relazione, di meditazione. Il suo stesso colore, il grigio, rinvia nella sua pacatezza antiesuberante al silenzio. Il silenzio è condizione essenziale perché l’opera possa darsi ed essere vissuta, anche quando è musicale. Si è in ascolto quando si tace, e si fa spazio all’altro. Il grigio sembra assorbire, e poi
restituirlo. Umilissimo, il grigio è l’unico colore, come insegnava Bruno Munari, che lascia emergere
anche il bianco.
È il colore dell’ombra che testimonia dell’esistenza dei corpi, e della resistenza al loro completo
annullamento, all’oblio. È il colore di ciò che non si è lasciato distruggere dal fuoco.
Ho fatto una breve intervista sulla Performance a Narciso Bresciani
Come mai proprio il mezzo materiale cenere?
nasce da una necessità interiore, di indagare e approfondire l’uso di questo materiale che ho sempre usato fin dai tempi dell’Accademia di belle Arti, quando la mia ricerca si relazionava più con l’arte povera e concettuale. La terra desolata (The Waste Land) di T.S.Eliot mi ha dato i primi imput per elaborare nuove forme con l’uso di cenere
Che significato ha la tua performance?
“Tappeto di Cenere” performance condivisa si è materializzata in questi ultimi anni, i pensieri che scaturiscono osservando e manipolando la cenere sono molteplici, il tappeto ha una prima genesi dai numerosi eventi distruttivi da parte dell’uomo verso la madre terra, verso il suo simile, di questo è quello che rimane all’orizzonte, però anche elemento da cui si rigenera la vita e purifica la terra, è il risultato finale del nostro passaggio sul pianeta, e la memoria del nostro fare che si tramanda, o si dimentica, attimi di vita condivisi con ognuno il suo sentire con questa consistenza materica molto effimera ma nello stesso tempo imponente, sacrale. Come scrive Cristina Muccioli quello che rimane dopo la combustione e dal quale si rinnova “Resiste” resistenza alla nienteficazione.
Il significato di traccia che lasciamo nel tempo leggera pesante, che non rimane?
La traccia, il gesto, la scritta, sono parte della nostra storia che volendo o no, diventano somma, pensieri, momenti, che ci portano e accompagnano, invisibile energia, forza che ci attraversa, che ci trasporta e conduce nel nostro divenire altro.
Da quanto lavori con la performance?
La performance l’avevo un poco toccata verso fine anni 90 in particolare con una installazione “Operazione supporto” dove io e l’altra persona che sceglievo dovevamo interagire attraverso una specie di bilanciere, un’operazione alla ricerca di equilibrio con l’altro, ma anche mezzo ludico, metafora della vita.
Hai qualche artista che ti ispira e che segui più di altri? Ne Amo tantissimi, ma nessuno in particolare
Hai nuovi progetti per il futuro?
Il Tappeto mi piacerebbe ripeterlo in altre realtà e ho in cantiere altri progetti più scultorei, vediamo, con calma.
Narciso Bresciani è nato a Pavia nel 1962. Diplomato nel 1990 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Le sue creazioni spaziano dalle grandi installazioni alle microsculture che diventano monili, opere da indossare. La sua ricerca è sempre in dialogo e confronto con altri linguaggi artistici come la musica, la poesia, ma anche sensibile alle problematiche sociali. Dal novanta espone in mostre collettive e personali sia in Italia che all’estero.