Paraguay, nomen omen
di Tiziana Leopizzi
Me ne parlò per la prima volta un mio compagno di università, Ettore Piras, eccellente architetto che abituato a lavorare in tutto il mondo, decise di accettare incarichi professionali anche ad Asunción.
Asuncion, anzi Nostra Signora di Asuncion, negli ultimi 30 anni è infatti cresciuta in maniera convulsa, e ahimé disordinata. Ciò non toglie che sia ricca di fascino, sarà per il fiume che l’attraversa da Nord a Sud, e sulla cui riva nord, solo a nord, si stende tutta la Città. La riva opposta il Chaco, e a sinistra l’Argentina. Anche la storia di questo Paese, tra Argentina appunto, Brasile e Bolivia, e grande come la Germania, non fa eccezione rispetto al resto del mondo perché è stata dolorosa e travagliata. Conosciamo bene la ferocia dei conquistadores che fu poi in parte alleviata dai Gesuiti purtroppo cacciati nel ‘600. Avremo modo di tornare sull’argomento, ma la sua gente, come mi racconta un’amica valente avvocato del foro di Asuncion, non cede alla lamentela e alla tristezza, comunque non si nega e non lesina i sorrisi. Mi fa piacere parlare di un tratto singolare del carattere dei paraguaiani, molto positivo e per noi inusuale.
Il tipo di educazione qui é distante dai nostri stereotipi. Il rapporto con la natura è molto sentito e non fa specie che i caimani, avete capito bene, si i caimani convivano con gli appassionati giocatori in un campo da golf sterminato.
Una cara amica architetto mi rassicura premurosamente “non fanno niente, sono timidi”. Il tipo di educazione dedica comunque parecchia attenzione alla cultura e all’arte, basti pensare che ben 1200 allievi paraguaiani frequentano la Dante Alighieri, che ha qui ben due scuole. Ragazzi e ragazze imparano molto presto a cavarsela da soli, sono abili alla guida di pick up esagerati, necessari d’altro canto per far fronte agli effetti delle piogge torrenziali che spesso si convertono in alluvioni. Non è mai troppo presto poi per familiarizzarsi con la vita in fattoria dove i bambini vivono a tu per tu con gli animali, selvatici o meno, perché i paraguaiani si sentono parte della natura e lo dimostra l’attenzione all’uso sapiente delle erbe, un sapere estremamente prezioso, che viene tramandato di generazione in generazione. Questo amore per la “naturaleza” è forse il vero collante di questa società dai forti sbalzi sociali.
Abituati come siamo alle nostre latitudini, non ci immaginiamo che qui le figliole di buona famiglia crescano sapendo affrontare gli imprevisti, dalla presa elettrica da cambiare, a prestare aiuto a chi si fa male o a chi si trova in panne con la macchina. Gli animali sono amatissimi, non solo i cani vivono tra le mura domestiche. Merita raccontare quanto accaduto a una famiglia che comprò un porcellino d’india per poi scoprire che la amata Clotilde, questo il suo nome, esploderà inopinatamente diventando una scrofa di tutto rispetto che allevata come un cagnolino, troverà un magnifico modus vivendi con la “sua” famiglia, che peraltro non perde occasione per esaltarne le doti. Così nonostante la stazza standard, vivrà in casa, accolta anche in salotto, sul divano, infilzando tutti gli stereotipi nostrani sui maiali, che in realtà sono animali intelligentissimi e amanti della pulizia.
La vita di societá é intensa, le serate di gala frequenti e può capitare che i genitori cedano al desiderio delle tre figliolette commosse da un coniglietto spaesato ed evidentemente bisognoso di cure. Si attesta in casa, seguito quatto quatto da un altro, un maschietto sicuramente pensano tutti! ahimè nel giro di un attimo si conferma che i conigli figliano come conigli appunto e che hanno un lato A dolcissimo ma il lato B non fa invidia alle cavallette dato che divorano qualunque cosa verde intersechi la loro traiettoria. Flagelli biblici a tutti gli effetti se pur morbidissimi.
Il sorriso solare dell’amica architetto, una delle tre figliolette, inonda la stanza mentre racconta dell’ultimo acquisto, portato a casa dai suoi due bambini, buon sangue non mente, un randagio messo malissimo, che dopo 8 mesi di cure assidue, ad ogni ora del giorno e della notte! verrà dichiarato ufficialmente guarito. Queste alcune testimonianze che ho raccolto qua e là e a proposito dei coniglietti accuditi dalle tre dolcissime sorelline, diventati in battibaleno 37! patirono l’Aut Aut della madre, “o loro o io” mentre le fanciulle venivano gentilmente invitate a ricostituire e ripiantumare il giardino. Il piccolo micidiale esercito di guastatori fu trasferito in fattoria dove convivrà in un ambiente naturale, tra animali domestici e no, tra vacche, puma, farfalle e ogni bendidio all’insegna della logica che vuole l’uomo parte della natura, non in posizione dominante.
Insomma un esempio di convivenza e di tolleranza verso tutto e tutti. Questo quadretto piuttosto idilliaco, senz’altro uno degli aspetti più belli di questo Paese, convive con una storia, ci auguriamo definitivamente alle spalle, di rivoluzioni, controrivoluzioni, dittature, a partire dalle prime invasioni degli spagnoli. Non fa eccezione infatti il Paraguay ai tanti paesi, tutti? che hanno visto generazioni immolarsi, scomparire, tra atrocità di ogni genere mirate ad avvilire e a martoriare l’umanità.
L’animus però di questa gente che che sta cercando di completare l’amalgama tra le popolazioni autoctone, gli europei e non solo, è che ci siano i semi per ipotizzare un’idea di ritorno all’Età dell’Oro, e che magari davvero possano convivere il puma e il coniglietto, dove i caimani sono timidi e se “ sentono” l’uomo, fuggono via più veloci della luce. Qui allego un video e sfido il lettore. ad individuare il caimano nella vegetazione. Prossima volta parleremo di fiori, frutti e piante che sono l’humus del Paraguay e del modo in cui questo paese affronta le sue abissali contraddizioni.
Tiziana Leopizzi
Una piccola galleria fotografica dal Paraguay