Paesaggi dell’anima. Paesaggi del Sud. Riflessioni di Annelisa Addolorato sul libro “Le Magie de Madagascar”- The Magic of Madagascar di Abhay Kumar
di Annelisa Addolorato
Proprio durante il periodo, diciamo, di decompressione collegato ai colpi di coda del Covid19, mi arriva dall’amico poeta e diplomatico – una doppia nobile doppia attività che ammiro molto, e che, pur teoricamente, conosco abbastanza, avendo approfondito anche nei miei studi (sempre orientati alla luce della poesia) di filosofia estetica la vita e opera del premio Nobel messicano Octavio Paz – indiano Abhay Kumar un saluto dal Madagascar e anche il suo libro dedicato a questa terra in cui al momento lavorava e viveva con la sua famiglia.
In questo momento, a distanza di tempo, mentre cambia la stagione e ho cambiato il panorama che mi circonda (e vedo palme, banani, bouganvilles e il mare accarezzato dal vento salentino), ritrovo questo libro in cui brevi poesie e varie illustrazioni dipingono davanti ai miei occhi un paesaggio pieno di una fauna molto particolare e di una flora lussureggiante: è il Madagascar. Qui una natura davvero incredibile riempie non solo le pagine ma anche la fantasia di chi legge, e si sente già le ali ai piedi per recarsi in tale luogo incantato, a scoprire, verificare quanto il poeta ci descrive nella sua silloge poetica bilingue “La magia del Madagascar” (Le Magie de Madagascar – The Magic of Madagascar, L’Harmattan, Parigi 2021). E dato che l’autore è anche un uomo dalla spiritualità marcata, nonché un avanzato praticante di yoga (uno Yogi), ulteriormente la traccia, il sentiero indicato dalle sue parole di stupito viaggiatore ci porta a seguirne i passi.
Il segno della poesia è anche quello che mi ha fatto incontrare, proprio in India, durante un bellissimo festival di poesia, presso la Università di Wharda, dedicata al Mahatma Gandhi, padre della non-violenza, questo poeta indiano, con cui condivido anche l’impronta ambientalista, possiamo dire, e l’attenzione verso la natura e la sua preservazione, e una chiara inclinazione e forte impegno nel mantenere pulito e vitale il nostro pianeta, con tutte le sue incredibili forme di vita, con tutti gli esseri senzienti che, in una dimensione di vita ecosostenibile ed ecologica globale, insieme a ‘noi’ umani hanno il diritto di esistere, nella delicatissima e splendente magia di una esistenza in cui tutto e tutti si è ‘interdipendenti’, e dunque dove il rispetto per la vita delle specie ‘altre’ da noi è fondamentale anche per la nostra stessa esistenza. L’autore, che ha al suo attivo moltissimi libri, cita anche un poeta irlandese (anch’esso lo ho conosciuto in India), Gabriel Rosenstock, grande appassionato di Haiku (una curiosità: nel 2010 i miei e suoi haiku sono stati pubblicati nel libro curato da Piètro Tartamella, nell’antologia Con fili invisìbili), questa forma poetica di origine giapponese scelta da Kumar per questo suo libro. E pur essendo corredato da immagini in bianco e nero di animali e piante, i colori emergono dalla lettura, e i camaleonti, i lemuri, i pappagallini Vasa, i boa, le upupe, gli enormi baobab, gli insetti-stecco, cicale, gechi, manguste, farfalle… tutta la foresta prende vita in queste pagine che ci fanno viaggiare, grazie a minuscoli ritratti in cui i protagonisti sono proprio questi esseri – alcuni dei quali assomigliano ad alcune specie che esistono anche in Italia, per esempio, ma altri sono tipici solo del Madagascar… – e che ci vengono mostrati, presentati nella loro bellezza.
La bellezza della biodiversità diviene l’oggetto della poesia, qui e, aggiungo, della necessità di pacifica convivenza con la specie umana che, anzi, viene e deve venire spronata e essere proattivamente protettrice (badando a ogni gesto e comportamento), oltre che rispettosa convivente, di tale tesoro. Infatti il poeta inserisce anche una sezione dedicata alle e agli abitanti umani del Madagascar, e qui appaiono i volti della vita umana, tra natura e tecnologia. Il poeta dedica questo suo libro alla flora e fauna del Madagascar in pericolo di estinzione. Il segno che prevale, nelle parole del poeta, è quello della pace, della pacifica coesistenza, nella costruzione di un mondo e universo belli, armoniosi, puliti. Si menzionano anche le stelle, i cieli, e anche ciò che di meno idilliaco esiste nel mondo. Nel descrivere tutto, troviamo empatica ricerca di sintonia con la natura, e tra micro e macrocosmo.
“nuvole scure a est
cieli vermigli a ovest
le serate a Tana.”