Orientalismo è il termine con cui si indica lo studio e la rappresentazione dell’Oriente da parte dell’Occidente, spesso in modo stereotipato, esotico e distorto
Samuel Salcomenis
Orientalismo è il termine con cui si indica lo studio e la rappresentazione dell’Oriente da parte dell’Occidente, spesso in modo stereotipato, esotico e distorto. L’orientalismo ha avuto una lunga storia e una grande influenza nella cultura, nella politica e nell’economia dei paesi occidentali, soprattutto in relazione al colonialismo e all’imperialismo.
Il colonialismo è la pratica di dominare e sfruttare un territorio o una popolazione al di fuori dei propri confini nazionali, per motivi economici, politici o ideologici. L’imperialismo è la tendenza di una nazione o di un gruppo di nazioni a estendere il proprio controllo e la propria influenza su altri paesi o regioni, attraverso la forza militare, la diplomazia o la cultura.
L’orientalismo ha giocato un ruolo fondamentale nell’esercizio del potere neocolonialista e imperialista da parte dell’Occidente sull’Oriente. Attraverso la costruzione di una visione dell’Oriente come arretrato, irrazionale, misterioso e inferiore, l’Occidente ha giustificato la propria superiorità, la propria missione civilizzatrice e la propria ingerenza negli affari interni delle nazioni orientali.
Un esempio di orientalismo si può trovare nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema occidentali, che hanno spesso rappresentato l’Oriente come un luogo esotico, sensuale, violento e corrotto, popolato da personaggi stereotipati come il despota orientale, la schiava orientale, il bandito orientale, il saggio orientale. Queste rappresentazioni hanno influenzato l’immaginario collettivo e hanno contribuito a creare pregiudizi e discriminazioni verso le persone e le culture orientali.
Un altro esempio di orientalismo si può trovare nella politica estera e nelle relazioni internazionali tra l’Occidente e l’Oriente. L’orientalismo ha fornito il sostegno ideologico per le politiche colonialiste e imperialiste che hanno portato alla conquista, all’occupazione, alla sottomissione e allo sfruttamento di molti paesi orientali da parte delle potenze occidentali. Tra questi paesi si possono citare l’India, la Cina, il Giappone, l’Egitto, il Marocco, l’Iran, l’Iraq, l’Afghanistan, la Palestina.
L’orientalismo non è solo un fenomeno storico del passato, ma è ancora presente e attivo nel mondo contemporaneo. L’orientalismo continua a influenzare la percezione e il trattamento dell’Oriente da parte dell’Occidente, sia a livello culturale che politico. L’orientalismo si manifesta nelle forme di razzismo, xenofobia, islamofobia, interventismo militare, ingerenza economica e culturale che caratterizzano le relazioni tra l’Occidente e l’Oriente nel contesto della globalizzazione.
Il colonialismo occidentale ha lasciato una traccia profonda e dolorosa nella storia dell’Oriente e dell’Africa. Molte popolazioni sono state sfruttate, oppresse, umiliate e massacrate dai paesi europei che cercavano di imporre la loro cultura, la loro religione e i loro interessi economici.
Una delle forme più becere del colonialismo occidentale è stata la schiavitù. Milioni di africani sono stati catturati, deportati, venduti e costretti a lavorare nelle piantagioni, nelle miniere e nelle case dei colonizzatori. La schiavitù ha provocato la distruzione di intere culture, la perdita di identità, la violenza fisica e psicologica, la morte per malattie e malnutrizione. Tra i paesi che si sono maggiormente arricchiti con il commercio degli schiavi ci sono stati il Portogallo, la Spagna, l’Inghilterra, la Francia e i Paesi Bassi.
Un’altra forma brutta del colonialismo occidentale è stata il genocidio. Alcune popolazioni indigene sono state sterminate dai colonizzatori che le consideravano inferiori o ostili. Un esempio è il genocidio dei nativi americani, che ha causato la scomparsa di intere civiltà come gli Aztechi, gli Inca e i Maya e gli indiani d’America. Un altro esempio è il genocidio degli armeni, perpetrato dall’Impero Ottomano con il sostegno della Germania durante la Prima Guerra Mondiale. Si stima che circa 1,5 milioni di armeni siano stati uccisi o deportati nel deserto.
Un’ultima forma brutta del colonialismo occidentale è stata lo sfruttamento delle risorse naturali. Molti paesi africani e asiatici sono stati privati delle loro ricchezze minerarie, agricole e forestali dai colonizzatori che le esportavano in Europa a basso costo. Questo ha provocato la povertà, la fame, la deforestazione e l’inquinamento ambientale. Tra i paesi che si sono maggiormente appropriati delle risorse altrui ci sono stati il Belgio, che ha sfruttato il Congo per il caucciù e l’avorio; la Francia, che ha sfruttato l’Indocina per il riso e l’oppio; e l’Inghilterra, che ha sfruttato l’India per il cotone e le spezie.
Tutto ciò anzidetto purtroppo, non appartiene solo alla storia del passato. Ancora oggi numerose sono le ingerenze di stati occidentali atte destabilizzare e fomentare ampie aree, in particolare in Africa, per ottenere lo sfruttamento di risorse minerarie di cui questi territori ne sono ricchi. Ultimo esempio il colpo di stato di questi ultimi giorni in Niger, uno stato tra i più poveri al mondo pur essendo il più grande produttore di uranio.
Queste sono solo alcune delle forme più brutte del colonialismo occidentale a sfavore dell’Oriente e dell’Africa. Quali stati si sono contraddistinti per cattiveria e perchè? La risposta non è semplice, perché ogni paese ha avuto le sue motivazioni politiche, economiche e ideologiche per colonizzare gli altri. Tuttavia, possiamo dire che alcuni paesi hanno avuto una maggiore responsabilità storica e morale per le sofferenze inflitte alle popolazioni colonizzate. Tra questi possiamo citare senza recare offesa a nessuno, il Regno Unito, la Francia, il Belgio e la Germania.