Oggi 5 maggio ricorre il trecentenario della nascita di Giuseppe Palmieri (1721 – 1793)
Di Giorgio Mantovano
Il 5 maggio 2021 ricorre il trecentenario dalla nascita di Giuseppe Palmieri (1721 – 1793).
Nato a Martignano, in Terra d’Otranto, primogenito del marchese Carlo Antonio e della nobildonna Laura Venneri, pur provenendo da una nobile casata, non rinunciò a criticare impietosamente gli ozi e i vizi della nobiltà.
In “Riflessioni sulla pubblica felicità relativamente al Regno di Napoli“, opera stampata in Napoli nel 1787 e 1788, scrisse parole di fuoco:
“Dovere di ogni cittadino egli è di contribuire, per quanto può, al bene essere del tutto, di cui è parte. Il non far niente è già far troppo contro la morale, contra l’economia e contra la politica.
La classe nobile, che dovrebbe distinguersi per l’utile maggiore che reca alla società, si distingue per la sua inutilità e per la sua inazione”.
Ed aggiunse ” … la nobiltà si conserva coll’esser di peso alla società. ( …) Niun nobile presso di noi farebbe il marinaio, laddove in Inghilterra i figli di Lord fanno da mozzi”.
Scrisse importanti opere e assolse prestigiosi incarichi. Nel 1791 fu nominato Direttore Generale del Supremo Consiglio di Finanza. Da economista si dimostrò un riformatore illuminato, adoperandosi fortemente per eliminare taluni odiosi monopoli e per avviare il catasto delle terre.
Non va dimenticata, come ha sottolineato Aldo Vallone in “Giuseppe Palmieri, Astore, Milizia e altri minori“, Milella, 1984, la grande lezione morale del Palmieri, forse la più alta che sia data rinvenire negli scritti degli illuministi salentini.
Una nobile opera di educazione volta a rivendicare l’importanza del lavoro, dell’istruzione contro l’ignoranza, del rigore contro la corruzione per il riscatto “dalla servitù alla libertà dell’uomo del Sud”. Il tutto in una prospettiva che accenna, in qualche modo, quelli che saranno i grandi temi della “questione meridionale”.
Definito da Eleonora Pimentel Fonseca «il Colbert del Reame di Napoli» (G. Galasso, Il Mezzogiorno nella storia d’Italia, Firenze 1984, p. 368), Giuseppe Palmieri scomparve nel febbraio 1793, dopo una lunga malattia.
La città di Lecce nel 1865 intitolò alla sua fulgida figura di statista il liceo classico cittadino, ben noto per i suoi fasti ottocenteschi.