IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Nota di lettura del “Manuale di Scrittura Haikai. Vademecum pratico per comporre poesie haiku e altri generi poetici di origine giapponese”

Antonio-Sacco

di Rosario Manisera Studioso del mondo giapponese

Antonio Sacco, Manuale di Scrittura Haikai – Vademecum pratico per comporre poesie haiku e altre forme poetiche di origine giapponese,  Nulla Die Edizioni, 2024, 154 pp., € 16.

Nessuno può pretendere, dopo aver letto, o anche approfondito, il Manuale di Scrittura Haikai dello studioso Antonio Sacco, di essere in grado, solo per questo, di scrivere haiku (俳句) che eguaglino quelli di Matsuo Bashō o Yosa Buson. Non importa la forma poetica in cui uno intende esprimersi, restano sempre indispensabili l’ispirazione, l’estro e la capacità creativa.

Detto questo, non si vuole assolutamente negare l’utilità e l’importanza di quest’opera del Sacco. Egli offre, sulla scia degli haijin (俳人) giapponesi, delle linee guida sicure, sia dal punto di vista formale sia nell’ottica del contenuto, per poter redigere anche in italiano haiku, tanka o senryū. Le norme, le regole sono importanti e vanno seguite fedelmente fino a che esse sono interiorizzate e fatte proprie. Solo a questo punto, come segnala l’autore, si può anche andare oltre, seguendo il concetto delle arti marziali giapponesi dello shu-ha-ri (守破離) e, cioè, seguire le regole dettate dai maestri per poi poterle anche violare e allontanarsene, una volta raggiunta la maturità e la completa padronanza della tematica. Del resto, anche in Occidente – dove, a cominciare dalla letteratura greca e latina e fino ai giorni nostri, non è mai venuta meno la tradizione delle poesie brevi che, come acque cristalline di un torrente di montagna, ben si distinguono dai lunghi poemi spesso equiparati a lenti fiumi di pianura spesso fangosi – sono state sempre accettate le licenze poetiche con errori (“allontanarsi dalle regole”) fattuali, grammaticali o metrici.

Benvenute, comunque, tutte spiegazioni anche dettagliate relative alle tecniche di composizione di poesie dell’universo haikai (俳諧), allo spirito che deve animarle, agli immancabili elementi naturali e stagionali, alle associazioni e risonanze, alla verità e al mistero tipici degli haiku giapponesi. Forse, per andare all’origine della poetica haikai, sarebbe stato auspicabile una più vasta citazione di poesie brevi giapponesi, anche in lingua originale, utile per chi conosce il giapponese. Così pure l’utilissimo glossario di termini tecnici sarebbe stato più completo se corredato dei caratteri giapponesi, siano essi kanji o hiragana.

Un ringraziamento va sicuramente offerto all’autore del Manuale che si preoccupa di prendere per mano il neofita della poesia haikai, di indicargli i primi rudimenti fondamentali di questa poetica, di metterlo in guardia verso possibili errori e incomprensioni, di offrirgli esercizi da fare ed esempi da imitare, di dargli suggerimenti per affinare la propria sensibilità poetica e di incamminarsi, fiducioso e perseverante, sulla strada percorsa dai maestri giapponesi. La strada è lunga, ma, secondo la saggezza orientale, anche un lungo viaggio comincia dal primo passo.

Buon cammino!


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