IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Non solo Parcheggi: spazi pubblici che diventano luoghi. Park Morelli a Napoli, Park San Giusto a Trieste, Galleria Liberty,  Park a Lecce

Auto in parcheggio

I parcheggi sono comunemente riconosciuti come infrastrutture di servizio, se mancano si fanno notare, quando ci sono e funzionano bene, passano inosservati.

Accade per loro quanto si verifica per i beni comuni, si pensi ad una strada o ad una spiaggia. Se sono libere tutto fila liscio, se vengono interdette, tornano a farsi notare.

E’ il loro destino, quello di rientrare nella grigia normalità, salvo poi uscirne causa limitazioni o  scarsità.

Ma può accadere che un parcheggio non sia solo un parcheggio, ma un’ opera pubblica a valore aggiunto, un pò come accade a Tokyo nel racconto che ne fa Wim Wenders nel film “Perfect day”: le toilette pubbliche sono manufatti di  design urbano, opere di architettura di qualità e di cura quotidiana.

Non più cose grigie e trascurate, bensì opere architettoniche di valore, in grado di colpire lo sguardo e di insinuarsi a piccole, ma efficaci dosi, nella visione del mondo di chi le osserva.

Il Morelli, a Napoli, per esempio, è uno dei  Park più belli del mondo, scavato nella roccia tufacea di Chiaia, si è aggiudicato il premio “World’s Coolest Car Park”, contest internazionale organizzato da un sito di architettura e design.

Le nomination hanno privilegiato la creatività e l’ingegno di ogni tipo di sito. Il Morelli l’ha spuntata su Az Sint Lucas,  di Ghent in Belgio, e sul Victoria Gate di Leeds, nel Regno Unito.

Immaginazione e innovazione hanno giocato un ruolo molto importante, congiuntamente alla valorizzazione di antiche vasche  e cisterne, e non ultimo alla riscoperta del tunnel della “Galleria borbonica” che unisce piazza Plebiscito al  Palazzo Reale che, quei simpatici regnanti – dei quali lo storico inglese W.Gladstone ebbe a dire nel 1851 che fossero  “la negazione di Dio eretta a sistema di governo” – realizzarono come via di fuga, alla quale manca però l’ultimo tratto perchè arrivò l’Unità d’Italia nel 1861.

O come il Park San Giusto a Trieste, realizzato sotto il Colle omonimo, in pieno centro, e al cui interno, nei corrdioi che portano agli spazi di sosta sotterranei, si possono trovare murales che intrecciano il racconto della storia dell’ automobile con quello sulla città.

“Si è trattata di una delle prime esperienze in Italia di project financing – così l’avv. Elena Predonzani,consulente dell’operazione –  dando gambe sul territorio alle previsioni della legge Merloni del 1998, poi rivista e semplificata dalle versioni successive fino al nuovo Codice Appalti del 2023 che, tra le altre novità, ha eliminato il limite percentuale, inizialmente fissato al 30 %,  per il contributo pubblico. Grazie a quell’esperienza sono stati realizzati, sempre a Trieste, un Centro Congressi nel Porto Vecchio – parte della città in fase di rigenerazione –  che ora è diventato sotto il profilo gestionale di proprietà delle Assicurazioni Generali, e un Campus sportivo  in via Locchi, che ha rigenerato un comprensorio semi periferico con campi e palestre per molteplici discipline.

Franco  Sergas, geologo e imprenditore, che ha avuto un ruolo decisivo nell’operazione, il cui  cantiere ha richiesto lo scavo di una enome caverna che dovevano convivere con gli edifici pubblici e di civile abitazione che erano presenti sopra il Colle di San Giusto, alla considerazione sulla positività dello strumento contrattuale adottato, ha aggiunto una sua personale ricordo.

Il professore del figlio – rammenta Sergas – nell’ora di architettura che ci fu a ridosso dei giorni in cui l’impianto venne inaugurato – ebbe a dire che le opere che si realizzano nelle città possono essere opere civili ordinarie, oppure urbanisticamente tanto importanti perchè cambiano non solo il volto delle  città ma anche il come le stesse vengono fruite e vissute.

Del  “Galleria Liberty”, in area ex Caserma Oronzo Massa, accanto al Palazzo Tamborrino a Lecce, e che prevede il recupero di una  tettoia Liberty già usata come mercato fino agli anni ’90, ci parla il Direttore dei Lavori, ing Pier Luigi Perrone.

“Quando, nel maggio 2022, venne annunciata dal Comune di Lecce la ripresa dei lavori nel cantiere, ormai dopo 17 anni dalla presentazione della proposta di project financing da parte dell’impresa ing. De Nuzzo, che prevedeva di recuperare piazza Tito Schipa e realizzare un Centro polifunzionale comprensivo di un grande Parcheggio sotterraneo, recuperare la funzionalità della vecchia e gloriosa tettoia liberty, fino agli anni ’90 addossata alle mura del Castello di Carlo V e   adibita a Mercato, è come se una parte della città avesse avuto un grande sospiro di sollievo, quella città che aveva creduto nel progetto. Nonostante le difficoltà incontrate all’inizio con la compagine societaria, con alcuni  professionisti, i ricorsi al TAR e i rilievi della Soprintendenza.

I resti  della Chiesa di Santa Maria del Tempio, scoperti durante gli scavi, hanno poi influenzato l’andamento del cantiere e richiesto ritocchi al progetto.

Tuttavia, le operazioni in project financing di iniziativa privata, con capitale privato, in linea generale,accorciano di molto i tempi di realizzazione anche perchè per il privato, diventato concessionario, superare gli ostacoli burocratici è più semplice: basta volerlo, nell’interesse pubblico e in quello economico dell’operazione che per restare in equilibrio, richiede tempi prevedibili e ragionevoli.In un contesto che diventa via via meno conflittuale e più collaborativo”.

Il cantiere dovrebbe  chiudersi tra circa un anno, nel mentre, sulle sue fiancate, compiano grandi vetrate che consentono di affacciarsi sui lavori in corso, una sorta di operazione trasparenza e partecipazione, che si aggiunge al rendering che cinge il confine esterno dei lavori e che lascia immaginare  cosa diventerà quel centralissimo snodo urbano.

Il Project financing che contrassegna i tre parcheggi sinteticamente qui raccontati anche per immagini, è strumento poco diffuso, perchè l’uso di questa formula contrattuale, di origine anglosassone, un partenariato pubblico-privato rispetto  al tradizionale appalto, incontra  molti  ostacoli, per lo più di ordine culturale, perchè postula una PA più collaborativa, tendenzialmente ben  formata e aperta a formule contrattuali di complesso stampo tecnico-economico. E un privato che voglia investire suoi capitali, confidando nel ritorno economico che verrà assicurato dalla gestione dell’impianto, ma credendo anche nella scommessa culturale che la sottende.

E’ auspicabile, adesso, la realizzazione di una serie di visite collettive al cantiere Galleria Liberty, per spiegare alla città questa importate e innovativa operazione che consentirà di dare un respiro diverso alla mobilità cittadina decongestionando la presenza delle auto sulle strade, ma anche per immaginare questo nuovo centro pulsante di Lecce che verrà non a caso messo in relazione con un suo mercato storico, quello che c’era accanto al Castello di Carlo V. Magari ipotizzando che gli spazi, sia del Park  che del Centro commerciale, vengano usati non solo come luoghi di scambi ma anche per una  fruizione collettiva diffusa di opere di arte pubblica, attraverso opere site specific lungo i percorsi, nei negozi e sulle pareti interne del parcheggio.

Struttura di servizio che lascerà intravedere le pareti di tufo nel quale è scavato l’impianto, quello stesso tufo, la pietra leccese, della quale sono fatti i suoi palazzi e le chiese barocche del “600.

Pareti di tufo che verranno illuminate in maniera suggestiva per conservare e valorizzare la memoria dell’identità cittadina alla quale ha recentemente dato un contributo importante la valorizzazione delle Cave di Marco Vito, con il progetto di paesaggio urbano di Alvaro Siza  che costituirà il nuovo ingresso in città, una volta ultimato il ribaltamento della Stazione ferroviaria.

Un centro che non sia solo luogo di commercio locale ma centro di attrazione turistica e culturale, con un modo diverso di pensare il senso di una comunità che ritrova il proprio mercato, conservando la memoria storica di un luogo, ma innovando e arricchendo di valori nuovi il senso dello stare insieme e ritrovarsi in una inedita piazza.

Spazi pubblici, allora, che non restano anonimi ma vengono usati per tante altre funzioni,  contraddicendo, pur nella loro specificità esperenziale, la formula di Marc Augè, e allora non più solo “non luoghi”, anonimi, tutti uguali e di  passaggio, ma spazi che dialogano con la città raccontandone la storia, quella passata e quella che si fa ogni giorno, attraverso le attività commerciali e professionali, e magari con l’uso dell’arte pubblica che interroga e  sensibilizza la città con interventi attivi e di valore civile.

Ecco allora il segno di un passaggio epocale su come custodire le proprie auto quelle che, negli anni ’60, si potevano incontrare lungo le strade avvolte in teli grigi a protezione dal mal tempo, e  raccontate adesso, con ben altri intenti, dal Maggiolino impacchettato Wolkswaghen Beetle, di Christo e Janne Claude, che si può ammirare ad Art Basel  in questi giorni.

Park e Galleria Liberty

Park Morelli di Napoli

Park San Giusto a Trieste

AZ Sint Lucas di Ghent in Belgio


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