“Non serve la paura”, di Serena Rossi. Una riflessione di Laura Cantelmo. Recensione critica
di Laura Cantelmo
Una scrittura, quella di Serena Rossi, che ha l’andamento di un singulto – versi brevi che seguono le coerenze e le incoerenze di un flusso di coscienza e di questo conservano il tono di pudica intimità.
La raccolta rientra in una categoria che potremmo definire “letteratura in tempi di emergenza” per quello stato d’animo derivante dalla distorsione della vita a cui ultimamente ciascuno/a di noi, volente o nolente/dolente, si è adeguato/a. Una letteratura che corrisponde a un reale stato d’emergenza, il cui felpato avvicinarsi nel minaccioso fluire dei giorni e della storia, è stato spesso percepito dall’inconscio come una drammatica e violenta sospensione dell’esistenza, iniziata, a me pare, ben prima della pandemia. Possiamo permetterci di dire che con questi testi Serena Rossi, come molti di noi, sembra emergere da un cumulo di macerie togliendosi la polvere di dosso e dagli occhi, per recuperare tra i frantumi un segno di vita.
Il titolo stesso -Non serve la paura- suona come un avvertimento dal quale credo sia corretto partire per leggerne il senso profondo. Serena Rossi si rivolge a se stessa e agli altri, ai silenziosi interlocutori che ogni tanto lei chiama o apostrofa, per ricomporre un discorso di possibile rinascita.
Attraversando la solitudine che tematicamente domina questi versi, il clima di après le deluge dei testi è talvolta interrotto dalla umbratile presenza di un Tu/Voi che la Poeta chiama come interlocutori – ombre che la circondano o abitano in di lei – per intravvedere insieme a loro quel segno di vita cui si accennava: “basta il pianto di un bambino/…/per ricordarti / quanto tutto questo è bello.” Ed è lei stessa, nei suoi discorsi amorosi – essendo qui l’amore un altro tema dominante – a pronunciare consigli e norme “Non ti amalgamare al gruppo/Esci respira ama./ Dicono che fare all’amore/Sconfigga il virus.” Mantenere un’identità, una coerenza, significa per l’Autrice non annientarsi, tutelando il rapporto vitale con il proprio corpo e con l’Eros senza unirsi al gregge: “Non serve la paura che ti piega.”
L’antidoto è dunque “uscire”, ribellarsi alla solitudine e alle norme prescritte dall’alto: ”Cerco solo un abbraccio”. Partendo dalla negazione di certe necessità elementari, sullo sfondo simbolicamente desolato di alcuni paesaggi marini (da cui emerge la sapienza pittorica dell’Autrice) si afferma il valore della parola come comunicazione, dono e ricerca dell’Altro: “le mie parole/ e io le dono/parole solo parole/…/ valgono una vita”. Il che si estende anche alla ricerca dell’amore che sempre si rivela assente o inadeguato: “Il mare che mi abbraccia/…/ Sei tu il mare/ Vuoto a perdere/Che non sai nemmeno/ quando sono piena/…/piena di te.”
In “Questo ambiente malato che richiama il nostro malore”, la vita interiore rispecchia l’esterno e la realtà stessa, deludente e frustrante, si definisce come “dismesso sogno”. Riducendo a vana chimera ogni idea di salvezza, l’Autrice sembra così richiamare l’insegnamento lasciatoci da Calderón de la Barca, uno dei Grandi del secolo XVII :“la vita è sogno e i sogni altro non sono che sogni”.
Questa l’amara riflessione filosofica, degna del tempo in cui viviamo, che nella sua raccolta Serena Rossi ha saputo sapientemente trasmettere con un linguaggio dolente e ricco di chiaroscuri.
Laura Cantelmo, nata a Biella, ha studiato Lingue e letterature straniere presso l’Università di Torino e vive a Milano. Ha insegnato a lungo Lingua e Letteratura Inglese in un Liceo Scientifico Statale. Si occupa di poesia, di critica letteraria e di traduzione dall’inglese collaborando con diverse riviste e antologie. Ha pubblicato Invito alla lettura di Ezra Pound, ed Mursia, Milano 1978 e saggi su poeti anglo-caraibici (sulla rivista “Poesia”), inglesi e statunitensi su “La Mosca di Milano”, “Inoltre”, “Il Monte Analogo” e altre. Un saggio su Marianne Moore si trova in Con la tua voce, a cura di G.Fantato, Milano 2010. Partecipa alle attività dell’Associazione Milanocosa con interventi e saggi sull’arte e la letteratura (Milano, Storia e immaginazione, Milano 2011). E’ autrice della raccolta di poesie, Un luogo di presenze, Joker 2006, di alcune plaquettes e di testi comparsi in varie antologie. Suoi saggi sulla storia di Milano si trovano nel volume Milano – Storia e immaginazione, Milanocosa edizioni 2011 e una presentazione critica della poeta statunitense Marianne Moore fa parte del lavoro collettaneo a cura di Gabriela Fantato Con la tua voce, La vita felice, Milano 2010. Svolge attività culturale all’interno della Associazione Milanocosa, presieduta da Adam Vaccaro.
Serena Rossi nasce a Milano nel 1972. Nel 1999 si laurea in Farmacia. Segue svariati corsi di arti visive, dal 2002 espone sue opere in mostre italiane ed internazionali e alcune di esse fanno parte di collezioni private e pubbliche come il museo a cielo aperto di Camo e la collezione della BPL. Nel 2012 pubblica la silloge “Nel divenire calmo dell’infinito” ed. Caosfera, e viene inserita in diverse antologie e collane di poesia, nel 2016 pubblica “5 poesie” ed. Ilrobotadorabile in serie limitata e l’e-book “Ho chiesto al mare di piangere”. Nel 2017 esce “Non ci sono solo eroi” Ed. NullaDie e “Lamine” raccolta breve in numero limitato ed. ilrobotadorabile. Nel 2018 pubblica “Noi non siamo” Ed. NullaDie, nel 2020 pubblica la silloge “Disegno papaveri rossi” Ed. NullaDie, “Confinamento” ed. limitata ilrobotadorabile e “Dodici confinamenti” ed. abrigliasciolta. Nel 2021 pubblica come curatore ed uno dei sette autori “Voci dal confinamento” ed. NullaDie, “Non serve la paura” ed. NullaDie ed è presente nell’Ebook in lingua inglese “And Magazine” del Dottor Kousik Sastri e nella rivista indiana “Taj Mahal review” del Dottor Santosh Kumar. Collabora con diverse testate letterarie in rete e fa parte della redazione milanese del sito culturale ilpensieromediterraneo.it.
In questi anni riceve diversi premi e segnalazioni di merito a concorsi letterari nazionali ed internazionali per le sue sillogi. (www.serenarossiartecontemporanea.it)