IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Nell’ambito delle manifestazioni garibaldine intitolata una via di Marsala alla garibaldina Rosalia Montmasson

Rosalia Montmasson

Rosalia Montmasson

Di Giovanni Teresi

Rosalia Montmasson
Rosalia Montmasson

11 Maggio 2022 – 11 Maggio 1860 Montmasson Rosalia di Gaspare nacque nel 1826 a San Iorioz (Annecy) da F. Gardione, G. Oddo e G. E. Curatulo. Nata nella Savoia sentì impetuoso ed ardente l’onore della Patria ed ancor di più quando la Savoia fu ceduta alla Francia. Sposatasi a Malta con F. Crispi, divise con lui dolori ed esilio e non ebbe figli. Nel 1860, quando Rosalino Pilo e Corrao partirono alla volta della Sicilia, Garibaldi, Bixio e Crispi pensarono di avvisare i liberali di Messina a mezzo di Rosalia che a bordo di un vapore postale raggiunse Messina, poi Malta ed infine Genova. Quando ella espresse il desiderio di seguire il marito nella spedizione, dapprima il generale Garibaldi fu restio, poi acconsentì.

A Quarto s’imbarcò sul “Lombardo” indossando abiti maschili e fu così l’unica donna dei Mille. Durante il tragitto Quarto-Marsala cucì alcune camicie rosse e trascorse qualche ora giocando a scopa con Gusmaroli. A Marsala pernottò in casa della signora Anna Scarpitta, vedova Parrinello, in via XI Maggio e la mattina del 12, nella fretta della partenza, aveva dimenticato l’orologio d’oro e la catenella che la signora Parrinello s’affrettò a farglieli recapitare a mezzo della cameriera e ricusò decisamente il compenso che Rosalia voleva offrire.

Fece tutta la campagna. Ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille. Nel 1866 si trovava a Firenze quando G. Garibaldi andò a farle una visita e al ritorno, a Caprera, le indirizzò la seguente:“Caprera, 5 novembre 1866Ma bien chère Madame Crispi. Je suis fier, que vous avez voulu tenir mon coussin. Pour mes cheveux, quoique blancs, il seront tous à votre disposition la première foi, que j’aurais le plaìsir de vous baiser la main. Mes affectueuses salutations à toutes les personnes de votre maison si hospitaliere, sans oublier mon petit Ioseph. Votre devoué G. Garibaldi”. G. Garibaldi: L’eroina dei Mille.Nel 1878 era residente a Roma. La semplice funzione religiosa non fu ritenuta valida come vincolo matrimoniale e così F. Crispi nel 1878 sposò Lina Barbagallo. Dallo spunto di questa vicenda familiare Crispi fu attaccato dagli avversari politici. Morì nel 1904. Di Rosalia Montmasson così scrisse Giuseppe Oddo:“Rosalia Montmasson nacque nel 1826 a Saint-Iorioz (?) sul lago di Ansì in Savoia. Francesco Crispi la incontrò nella via dell’esilio; fu amato da lei ed egli l’amò e la fece sua.

Nell’amara vita dell’emigrazione se la ebbe fedele compagna al suo fianco; e se amore di donna può raddolcire le avversità della fortuna, Rosalia Montmasson fu balsamo alle piaghe del compagno e dello sposo, sbattuto dalle procelle che sempre circondano e flagellano i generosi ed indomiti cospiratori. Cospiratrice anch’essa, questa fiera savoiarda, disinteressata, piena di co-raggio, ardita più di quanto in donna soglia accadere, dall’anima vivace, anzi di fuoco, dalla parola pronta, dall’animo schietto, nata alla libertà e all’indipendenza, questa donna seguì i passi del marito ed in talune circostanze fece dei lunghi viaggi per servire alla causa dei popoli in ciò che voleva essere fatto all’insaputa dei potenti e della loro polizia. Quando Rosolino Pilo e Corrao partirono sopra un legno a vela da Genova per Sicilia, Crispi, Garibaldi, Bixio e Bertani pensarono alla necessità di avvertirne i liberali di Messina, affinché a quei due generosi facilitassero il disbarco ed il viaggio nell’isola.

Ma né per dispacci né per lettere ciò riusciva possibile; si voleva persona a cui fosse ben affidato il segreto e sulla quale gli occhi della Polizia non venissero a fermarsi. La Montmasson si assunse il difficile incarico, ed imbarcatasi sopra un vapore postale, giunse in Messina, adempì alla sua missione, continuò il suo viaggio fino a Malta, portò notizie a Nicola Fabbrizi e ne ricevette da lui; ritornò in Messina, s’informò dello stato delle cose, e ripartì per Genova, dove recò lettere e corrispondenze dei liberali di Messina e di Malta. Quanto giovasse l’opera di questa donna è facile cosa comprendere; per lei si poté conoscere in Sicilia la spedizione di Pilo e Corrao; per lei si potettero rannodare in unità d’azione Genova, la Sicilia e Malta; per lei i disegni, le aspirazioni, la rivoluzione volarono dalle spiagge della Liguria a quelle della Trinacria. Come questa donna alla vigilia della Spedizione dei Mille determinasse in suo cuore di seguire il marito narrammo; qual mezzo osasse per averne da Garibaldi il permesso i nostri lettori conoscono; ci resta solamente a dire che in mare diede prove di coraggio, che disbarcata in Sicilia fuggì gli applausi e le lodi di quanti meravigliarono che una donna potesse trovarsi nella pericolosissima spedizione e che nel campo insanguinato di Calatafimi fu sorella, fu madre, fu tutto ai feriti.

Affrontò i pericoli, espose alla palle del nemico il proprio petto per accorrere la prima ovunque un valoroso cadesse. A chi fasciava le ferite, a chi ridava animo con l’accento della speranza, a chi leniva i dolori con la parola del conforto e ai moribondi chiudeva gli occhi piangente. Eroi della patria, voi non aveste al vostro fianco né la madre che vi diè latte, né la sorella che vi baciò all’ora della partenza; ma voi aveste Rosalia Montmasson che vi fu sorella e madre; e la vostra anima giunse al cielo sulle ali della preghiera di lei. E voi che facevate in quei momenti, oh sacerdoti del Borbone e del papa-re? il rumore del cannone di Calatafimi giungeva al vostro orecchio, e dimentichi del cielo, della carità e della croce, vagheggiavate l’eccidio dei rivoluzionari, il trionfo di Landi, né mai pensaste alla preghiera dei moribondi.

Ma una donna pregò e la sua preghiera fu accetta a Dio, perciocché sorgeva da cuore libero, da anima ardente, da pensiero nobile e generoso. Rosalia Montamasson il tuo nome non morrà; esso appartiene alla storia e quando più saggia educazione renderà religiose le tradizioni rivoluzionarie d’Italia, queste tradizioni, parlando dei Mille e di Calatafimi, parleranno di te, e le future generazioni, più grate che la presente non è, ti onoreranno di lodi, ti coroneranno di gloria”.Francesco Gardione così scrisse: “E corre in aiuto a tanto dolore, corre ad asciugare lagrime, ad impedire che dai corpi mutilati finisca il sangue, una nobile e pietosa, Rosalia Montmasson, moglie a Francesco Crispi, della Savoia, fatta straniera in quegli istanti per una partita diplomatica ben giocata da Napoleone III e dal conte di Cavour”.

Bibliografia:-“Giuseppe Caimi, Maestro dei Mille. La nuova Italia nell’epistolario del Generale Giuseppe Garibaldi e dei suoi garibaldini” – di Giovanni TERESI – Ediz. GEDI Gruppo Editoriale S.p.a ILMIOLIBRO, 2018 – Il testo storico è catalogato presso la Biblioteca della Società siciliana per la Storia Patria di Palermo.-“Biografie dei Garibaldini” del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali e Garibaldini di Marsala

Giovanni Teresi

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