“Nella tana del riccio” ultimo libro di Sandra Guddo. Prefazione di Enzo Siviero che sarà presentato il prossimo 24 ottobre
Le storie di tre donne: Nilla, Maria Luisa e Rita, vissute in epoche e contesti diversi, si intrecciano misteriosamente dando corpo a una trama ricca di suspence che guiderà il lettore a un finale sorprendente e inaspettato.
Un mixer travolgente che descrive i vari ambienti in cui si muovono i personaggi sullo sfondo di una città magnifica e misteriosa qual è Palermo. La vicenda abbraccia un arco temporale abbastanza esteso con personaggi terreni e altri che si muovono in una dimensione metafisica, offrendo all’autrice la possibilità di tratteggiare approfondimenti parapsicologici, filosofici e sociologici diversi. Ma con quella leggerezza tanto raccomandata da Italo Calvino nelle sue lezioni americane.
Il romanzo si divide in due parti: nella prima procedono in modo parallelo e indipendente le storie delle tre protagoniste: Nilla, Maria Luisa e Rita che alternano le loro vicende ambientate in tempi e spazi diversi ma collegate tra loro da quel sottile filo rosso che alcuni definiscono Destino, altri pura Causalità e altri ancora illuminata Volontà divina. Noi lasciamo che sia il lettore a scegliere la sua versione preferita poiché ognuno osserva la realtà dal suo punto di vista unico e privilegiato.
Nella seconda parte, invece, le storie di queste donne si intrecciano legandole a un destino comune dove, infine, a prevalere sarà il conflitto tra Eros e Thanatos, tra Vita e Morte che condurrà il lettore al quesito più inquietante che l’uomo si sia mai posto dalla notte dei tempi.
Esiste veramente un confine netto tra Vita e Morte? Oppure, secondo il principio che nulla si crea e nulla si distrugge, l’esistenza terrena di una persona si muta, dopo la morte, in forme a noi sconosciute?
Nilla, la prima donna che viene presentata nel romanzo, è una giovane insegnante di musica, appassionata di filosofia, figlia del movimento giovanile del ’68 da cui Ella sembra prendere le distanze. Nilla appare concentrata nella ricerca del proprio Sé più autentico, dato che in lei sembrano coesistere due personalità che la rendono inquieta spingendola a cercare la verità su Caterina, la sua alunna prediletta, che nasconde un terribile segreto, riconducibile al suo stesso passato.
Tramite Caterina, Nilla entrerà in contatto con la misteriosa presenza di una nobildonna: Maria Luisa, vissuta nel periodo della Bella Époque, con un percorso doloroso che si concluderà nel peggiore dei modi: un omicidio-suicidio che le impedirà di trovare pace e la porterà invece a cercare la sua vendetta e il suo riscatto permanendo, sotto forma di inquietante presenza, nel regno dei vivi!
Rita, l’altra protagonista del romanzo, figlia di una prostituta e di N.N, sembra essere il collante di tutta la vicenda. Segnata, fin da bambina, da eventi tragici come la Seconda guerra mondiale, vivrà il dramma più incredibile che possa capitare ad un essere umano: condividere la propria esistenza e la propria casa con un “fantasma” malvagio e crudele.
Ed è qui che emerge la forza creativa e la potenza espressiva di Sandra Guddo!
Ella, infatti, riesce a raccontare avvenimenti e a descrivere personaggi che appartengono al mondo reale con quella stessa intensità con cui indaga sull’universo del paranormale, suscitando interrogativi e dubbi sulla nostra dimensione terrena.
“Il salone era arredato in stile liberty; in quell’appartamento al quinto piano di un palazzo popolare aleggiava un’atmosfera surreale. All’improvviso, la signora, accortasi della sua presenza, si girò a guardarla minacciosa e, mentre lo faceva, il suo volto bellissimo si tramutava in una maschera di odio e di dolore. Nilla si trovava in presenza di una figura i cui contorni erano sfumati come se si trattasse di una vecchia fotografia sfuocata!
< Che mi succede? non è possibile, forse sto sognando!>
Sgranò gli occhi, si pizzicò il braccio ma quella visione non svaniva: era reale e le stava davanti. Due dimensioni erano entrate in collisione e Nilla tremò all’idea di trovarsi a contatto con qualcosa che non riusciva a definire, di affascinante e terribile nello stesso tempo! Di una cosa però fu immediatamente certa “questa donna non appartiene al nostro mondo!”
L’opera della nostra Autrice, con uno stile fluido e appassionato rivela l’assoluta padronanza delle diverse tecniche narrative: dalla descrizione di personaggi alla rappresentazione di luoghi a Lei cari come le vie della città di Palermo, cariche di colori e odori: “ Le arance profumatissime erano disposte a piramide una sull’altra, senza che nessuna scivolasse giù facendo crollare l’intero edificio i cui mattoni arancioni erano costituiti da quegli agrumi, particolare vanto della frutticoltura siciliana. Si poteva avere l’impressione di essere davanti al vulcano Etna, durante una delle tante spettacolari eruzioni, che tingeva il fianco della montagna viva e palpitante di un inimitabile colore le cui gradazioni andavano dall’arancione, al rosso e all’amaranto proprio come le arance siciliane che potevano avere tonalità di colore crescente per arrivare dal colore meno spavaldo del tarocco e del brasiliano fino al rosso smagliante del sanguinello”.
Con eguale maestria, Sandra ricorre ai flash beach memoriali per introdurre elementi di conoscenza sui personaggi e spaccati di introspezione psicologica, con ritmi a volte lenti e altre più accelerati ma sempre tesi a creare atmosfere coinvolgenti e, a tratti, misteriose. In altri momenti, la narrazione diviene impregnata di lirismo tanto che si ha la sensazione di essere difronte alla scrittura poetica, la sola in grado di regalare al lettore profonde emozioni.
Allo stesso modo, Sandra Guddo rimette in discussione assiomi e paradigmi dati per scontati dal buonsenso comune, rimescolando le carte di quel gioco meraviglioso e imprevedibile che è l’esistenza umana. Non esita Sandra a introdurre riflessioni filosofiche complesse ma con una tale chiarezza di linguaggio che anche le speculazioni più ostiche del pensiero contemporaneo si piegano e ci s-piegano concetti di difficile interpretazione!
ENZO SIVIERO