IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Negli anni cinquanta la scuola era diversa da quella di oggi

Banchi-anni-50

Banchi-anni-50

di Zornas Greco

Negli anni cinquanta la scuola era diversa da quella di oggi. Vorrei condividere con voi i miei ricordi di quel periodo, che per molti è stato un’epoca d’oro, ma che per altri ha avuto anche delle ombre.

La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla scuola degli anni cinquanta sono i grembiulini neri, che indossavamo tutti, sia maschi che femmine. Erano una sorta di divisa, che ci rendeva uguali e ci faceva sentire parte di un gruppo. Il fiocco celeste e il collare bianco di plastica erano gli unici elementi distintivi, che ci permettevano di esprimere un minimo di personalità. Il fiocco era più o meno grande a seconda del gusto, mentre il collare era più o meno rigido a seconda della qualità. Io ricordo che il mio collare era sempre stropicciato e mi irritava il collo.

La penna con il pennino di metallo era lo strumento principale per scrivere. Era una penna che richiedeva molta cura e attenzione, perché si doveva intingere nell’inchiostro ogni tanto e si doveva evitare di macchiare i fogli o le mani. L’inchiostro si trovava nel mezzo del banco di legno, in un piccolo foro con un tappo. Era una sfida riuscire a riempire il pennino senza far traboccare l’inchiostro o senza sporcare il banco. A volte succedeva che qualcuno facesse uno scherzo e mettesse dell’inchiostro sul tappo, così da farlo schizzare sul viso di chi lo apriva.

Pennini anni 50

La scrittura era un’arte che si imparava con pazienza e dedizione. Iniziavamo a scrivere le aste, poi i cerchi, poi le lettere e infine le parole. La calligrafia era molto importante e veniva valutata con severità dai maestri o dalle maestre. Si doveva scrivere in modo chiaro, ordinato e corretto, senza sbavature o errori. Io ricordo che avevo sempre difficoltà a scrivere la lettera S, che mi veniva sempre troppo storta o troppo piccola.

La colazione era un momento importante della giornata scolastica. Portavamo dei panierini di vimini dove mettevamo il nostro pasto frugale, che consisteva solitamente in un pezzo di pane e qualche fetta di salame o formaggio. A volte c’era anche una mela o una pera, ma raramente qualcosa di dolce. La colazione era l’occasione per fare amicizia con i compagni, per scambiarsi qualche parola e giocare. Era anche l’occasione per fare qualche marachella, come rubare il cibo al vicino o lanciare dei pezzetti di carta.

Il panierino anni 40-50

I maestri o le maestre erano figure molto severe e rispettate da noi studenti e dai nostri genitori. Erano loro che decidevano il nostro destino scolastico. Ci assegnavano i compiti, interrogavano, ci rimproveravano e qualche volta ci lodavano. Erano loro che ci insegnavano le materie fondamentali, come la lettura, la scrittura, l’aritmetica, la storia, la geografia, l’educazione civica. Erano loro che ci trasmettevano i valori morali e civili, come l’onestà, il rispetto, la disciplina, il senso del dovere. Erano loro che ci preparavano alla vita.

Questi sono alcuni dei miei ricordi della scuola degli anni cinquanta. Un tempo lontano, ma ancora vivo nella mia memoria. Un tempo che ha segnato la mia formazione e la mia personalità. Un tempo che vorrei raccontare ai miei nipoti, per far loro capire come eravamo e come siamo diventati.

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