“Nanà” Romanzo di Emile Zola – Lettura e Commento di Giovanni Teresi
Nanà è il nono romanzo del ciclo de I Rougon–Macquart che Èmile Zola aveva ideato per offrire una visione completa dei vari strati della società e delle loro caratteristiche. Esso fu il capostipite della scuola naturalista francese, che in seguito si sarebbe esportata nei vari paesi europei e soprattutto in Italia sotto il nome di verismo di cui il principale esponente fu Giovanni Verga. Émile Zola pubblica la sua Nanà nel 1880. Nel romanzo racconta la storia di Nanà che nella lingua francese, quella parlata,vuol dire semplicemente “ragazza di tutti”. Questa ragazza appartenente a una famiglia di umili origini che diventando attrice e prostituta muta radicalmente il suo stile di vita e conosce ben presto le gioie di una esistenza condotta tra lussi e ricchezze grazie ai suoi facoltosi amanti, e si rivela una donna insaziabile, sempre alla ricerca di nuovi piaceri e capricci da accontentare. Si concede con tale disinvoltura che arriva persino ad avere quattro amanti alla volta, e non si accontenta neanche quando il conte Muffat le dona una casa completa di servitù.
Nanà si fa sempre più arrogante e viziosa, arriva a sperimentare l’amore saffico con Satin, l’amica che aveva lavorato al bordello con lei, e la tradisce persino con delle ragazze di strada. L’unico amore vero che prova è quello per Louis, il figlioletto, la cui morte la conduce in uno stato di depressione che terminerà poi con la morte della stessa Nanà a causa del vaiolo preso sul capezzale di quest’ultimo.
La giovane ragazza, come precedentemente accennato, è fuggita dal triste destino della propria famiglia, per tentare la sorte e per diventare la protagonista delle torbide notti parigine.
Nanà riscuote un grandissimo successo durante il suo debutto a teatro con “La Blonde Vénus” recitando la parte di Venere. Però non sa né cantare né recitare, non ha un briciolo di talento ma soggioga la platea grazie alla sua bionda bellezza e alle sue forme sinuose.
Monsieur Fauchery, critico teatrale, porta a teatro il cugino la Faloise per l’inizio di un nuovo musical che ha come protagonista una stella chiamata Nana. A teatro, i due uomini riconoscono molte persone provenienti dal mondo della moda, tra i quali il pio Conte Muffat de Beuville e sua moglie, la contessa Sabine. Quando Nanà appare sul palco, è evidente che sia priva di talento ma possiede una qualità eccezionale – lei è il simbolo della sessualità.
Inizialmente, il pubblico ride ma, all’improvviso, un giovane, Georges Hugon, grida: “E’ meravigliosa.” Da quel momento, fino alla fine del musical, Nanà tiene il pubblico sotto controllo, in particolar modo durante l’atto finale, quando appare sul palco praticamente nuda.
Il giorno dopo, Nanà viene riconosciuta da chi l’aveva vista la sera precedente sul palco. Tra loro ci sono il conte Muffat e il suocero, il marchese de Chouard, che finge di raccogliere fondi per una organizzazione caritatevole. Entrambi gli uomini sono visibilmente colpiti dalla presenza di Nanà. Anche un ricco banchiere arriva per conoscere Nanà ma, nonostante lui investa in attrici, la donna si rifiuta di incontrarlo.
La settimana successiva, ad una festa organizzata dal conte Muffat, la discussione maschile si concentra sul party che Nanà sta organizzando subito dopo la sua performance. Lei racconta di aver invitato anche il conte Fauchery ma la maggior parte degli uomini pensano che non accetterà. Alla festa arrivano molte persone, anche quelle non attese da Nanà, ma il conte non arriva e, al termine del party, la donna lascia intendere a Steiner che lo accetterà come amante.
Non appena Nanà inizia a diventare famosa, molti stranieri decidono di recarsi a teatro per assistere ai suoi spettacoli. Il conte Muffat accompagna a teatro un principe inglese e, prima che quest’ultimo decida di portarla fuori per la sera, il conte scopre che Steiner ha comprato una casa di campagna vicino ad una delle famiglie che conosce. Nanà lo invita ad andare a trovarla lì.
La casa di campagna è di proprietà di Madame Hugon, la madre di Georges, colui che urlò nel teatro che Nanà era meravigliosa. Georges vorrebbe diventare amante di Nanà ma lei lo rifiuta perché troppo giovane finché non decide di non opporre più resistenza alle sua avances. Questo nuovo rapporto le piace così tanto che decide di rinviare la relazione con il conte Muffat. Dopo una settimana, però, il rapporto con Georges viene scoperto e sua madre lo costringe a rimanere a casa. Inizia, dunque, la storia d’amore tra Nanà e il conte Muffat.
Tre mesi dopo, Nanà risente del fatto che il conte Muffat non le dà abbastanza denaro. Inoltre, si è infatuata di un attore di nome Fontan. Quando Muffat e Steiner scoprono Nanà a letto con Fontan, la donna li butta fuori casa e decide di essere fedele a Fontan. L’attore, però, si stanca presto e lei decide di lasciarlo.
Nanà, dunque, decide di riprendere la relazione con il conte Muffat ma gli fa capire che si aspetta molto di più di quello che aveva ricevuto in precedenza. Il conte si impegna e cerca di soddisfare tutte le sue esigenze, le compra un palazzo costoso, lo arreda con eleganza e le dà dodicimila franchi al mese per le spese. Ma Nanà non è ancora soddisfatto e inizia ad avere relazioni con altri uomini. Per noia, comincia a sperimentare un amore lesbo e scopre che è piuttosto piacevole. Il conte Muffat, però, deve imparare ad accettare i suoi capricci.
Alla famosa corsa, il Prix de Paris, uno dei cavalli viene chiamato Nanà. In tanti puntano su di lui. La gara viene vinta da Nanà e il proprietario della scuderia, il conte Vandoeuvres, viene sospettato di alcune operazioni non legali tanto che si suicida dandosi fuoco e bruciando le scuderie.
Nessuna somma di denaro o di piacere sembra soddisfare Nanà. La donna inizia a spendere soldi così selvaggiamente che necessita sempre più amanti. Il conte, intanto, rimane imprigionato nel suo comportamento capriccioso fino a quando non la scopre a letto con il suocero molto anziano.
Un giorno Nanà scompare da Parigi. Nessuno sa più dove sia fino a quando non si scopre che la donna si trova in un hotel parigino ed è malata di vaiolo. Molte vecchie attrici e cortigiane vanno a trovarla ma, ormai, è troppo tardi.
Fuori dalla sua stanza un impero sta crollando: sta per scoppiare la guerra tra Francia e Prussia e si sentono le urla, forti ed incalzanti: a Berlino, a Berlino!
E’ la fine di un’epoca, contemporanea all’ultima scena recitata dalla più ambita cortigiana di Parigi.
Nel suo letto, devastata dal vaiolo che la priva di ogni bellezza che un tempo fu il suo vanto, si trasfigura, diventa una maschera mostruosa e grottesca, il suo corpo ammorba l’aria e l’avvelena.
Fuori, la corte degli amanti di Nanà la ricorda con un certo rammarico, non si può credere che una donna così bella faccia una fine così.
Nel romanzo Nanà appare come l’incarnazione del sesso che è la tematica dominante del libro, difatti Zola lega indissolubilmente il sesso alla distruzione e alla morte. Una donna che non è abituata ad amare, che trascura suo figlio, Luigi, che per lei non è altro che un bambolotto con cui giocare ogni tanto.
Sullo sfondo di una Francia tormentata e inconsapevole della sconfitta imminente, quest’opera, tra le più importanti della letteratura europea, è un affresco storico e sociale straordinario nel quale Zola narra i drammi di un’umanità sconfitta e rabbiosa.
In questo, come in quasi tutti i romanzi del ciclo del Rougon-Macquart, c’è un’abbondanza di personaggi minori che fanno da comprimari e contribuiscono a creare un mondo, ben visibile e reale.
Qui, più che altrove, i personaggi sono molteplici: un impresario, gli attori, la zia di Nanà, un’altra ragazza anch’essa dedita allo stesso mestiere, e poi una serie infinita di figure minori che fanno da sfondo alla vicenda umana di questa giovane.
E poi gli uomini, gli uomini di Nanà: un banchiere, che lei spenna a dovere, un ragazzo tra le cui braccia Nanà troverà una sorta di purezza, l’attore Fontan, che la maltratta e approfitta di lei, Muffat, un uomo ricco e molto in vista che desidera solo fare di Nanà la propria amante fissa.
Nanà Coupeau è la stessa ragazza dipinta da Manet in uno dei suoi celebri quadri, lo si deduce dalla dettagliata descrizione che ne fa Zola e che coincide con la bella e provocante giovane dalla pelle candida e la chioma rossa.
Giovanni Teresi