Mutamento politico e rivoluzione di Norberto Bobbio
di Francesco Abate
Per quanto mi riguarda e per quel che vale, sono pienamente d’accordo con le conclusioni del professor Bobbio.
La rivoluzione, per quello che vuole conseguire e il modo in cui vuole conseguirlo, deve necessariamente essere violenta. Come la storia insegna, qualsiasi dottrina politica, religiosa o morale, per quanto virtuosa possa essere, non attecchisce nella società civile quando viene imposta con la forza. Noi tutti crediamo che la democrazia sia la migliore forma di governo, perché è egualitaria, eppure dove si è cercato di imporla con la forza si sono solo creati focolai di guerra perenne. Le dottrine morali, politiche, religiose, possono attecchire solo nel tempo con cambiamenti naturali della cultura, non si possono imporre o accelerare usando le armi o il carcere. Per queste ragioni qualsiasi rivoluzione, sebbene virtuosa negli intenti, è destinata a fallire. L’abbiamo visto in Francia, dove ha portato al Terrore e poi a Napoleone, in Russia, dove ci sono state le purghe staliniane, in Cina, dove un partito ha potere assoluto sui cittadini. Nessun cambiamento può essere imposto con la violenza senza generare una reazione contraria e ugualmente violenta.
La riforma è la soluzione più equa e percorribile. Essa avviene in tempi lunghi e arriva a compimento solo quando è recepita dalla società, perché non imposta ma approvata democraticamente. Deve essere bravo chi vuole compierla a proporla nel modo e nei tempi giusti, cosa che i politici di oggi non sanno più fare, ed è sempre la tappa di un cammino infinito verso una meta in continuo movimento; questo cammino è la politica e può essere compiuto solo attraverso le riforme.
Mutamento politico e rivoluzione è un grandissimo libro per tantissime ragioni. Tratta argomenti spinosi e molto sentiti (oggi è così, figuriamoci negli anni Settanta) col giusto distacco scientifico, in modo organizzato e approfondito.
La grandezza di questo libro sta innanzitutto nella sua accessibilità. Sebbene riporti un corso universitario e tratti di una materia per niente semplice, è risultato di semplice lettura per me che non sono laureato e che della filosofia conservo solo qualche sbiadito ricordo del liceo. La parte storica è un grande riassunto della filosofia intorno all’argomento ed è adatto anche per un appassionato non ferrato nella materia, parte infatti dalle basi ed è affrontato in modo molto chiaro e ben approfondito. La parte teorica è poi straordinariamente interessante sia per i contenuti che offre, sia perché mostra il modo di procedere della mente di un filosofo nella costruzione di una teoria. Il libro ha poi dalla sua parte il fatto di trattare un argomento di grandissimo interesse.
Mi è piaciuto molto leggere questo libro perché mi ha accresciuto culturalmente e mi ha dato basi più solide per riflettere sulla politica passata e presente. Ritengo poi che sia fondamentale da leggere perché mostra quanto dovrebbe essere complesso il processo di formazione di un’idea, può essere quindi un ottimo antidoto al pensiero spicciolo e superficiale di cui è schiava la nostra società attuale. Mi è piaciuto molto sentire anche il clima che si respirava in un’aula universitaria degli anni Settanta; le osservazioni degli studenti, che un po’ rivelano anche il loro pensiero politico e filosofico, se lette con attenzione possono farci sentire la turbolenza di quegli anni.
Per me questo è un libro che andrebbe dato in lettura nelle scuole, perché è importante dare ai giovani, che a quell’età smaniano per conoscere e cambiare il mondo, i mezzi per interpretare al meglio la storia e l’attualità.