Mostra STRATARIUM di Elena Redaelli da Amy-d Arte Spazio a Milano 25.1-15.2.2024
articolo di Serena Rossi
EconomArt di Amy-d Arte Spazio Milano inaugura la nuova stagione espositiva 2024 il 25 gennaio 2024 con STRATARIUM, mostra di Elena Redaelli a cura di Barbara Pavan con testo critico di Maria Chiara Wang.
Elena Redaelli, la giovane artista di Asso (Como) mette in relazione gli elementi naturali carta e lana, e feltro e roccia con le sue sensazioni per approntare una ricerca fisica di fusione con la natura.
Dice essa stessa di guardare in macro le superfici delle rocce e non vedere la roccia stessa ma nuove superfici che aprono nuovi mondi. Nuove superfici che danno l’avvio a nuove vie esperienziali.
Grazie all’approccio ultra moderno dell’illuminata Gallerista Anna D’Ambrosio, che mette a disposizione dell’arte materiali di nuove tecnologie, la Redaelli si ritrova a sperimentare nuove tecniche come lavorare con fibra di canapa compressa che prima di preparare questa mostra non conosceva e dice che la utilizzerà ancora.
L’utilizzo di lane grezze arriva anche da passate Residenze artistiche svolte in Norvegia e Danimarca dove ha lavorato questi materiali come pratiche meditative con pazienza e passione. Proprio la lungaggine di queste pratiche la ha portata ad una migliore conoscenza delle popolazioni locali e quindi ad un approfondimento in generale.
Negli strati della materia si legge la storia dell’esistenza, ecco il suo interesse per la stratificazione da qui il nome alla mostra stessa.
Noi umani lasciamo delle tracce, nelle grotte, nell’acqua, nel feltro, purtroppo oggi lasciamo troppe tracce indelebili sulla terra.
Per contrastare questo effetto nocivo dell’uomo questa Artista usa materiali naturali senza colle quindi le sue opere scultoree diventano molto effimere e fragili, hanno durata breve e trasmutano. Le muffe o i piccoli germogli sono visitatori abituali delle sue opere. Di grande valenza artistica l’installazione di finte rocce nella sala grande.
Nella sala grande una grande opera verticale a parete rappresenta una donna, lei racconta che è il suo corpo piegato su fondo nero, è un’opera di Eco-femminismo fatta durante la pandemia. Dove il suo corpo viene ibridato con la roccia con una sorta di rito magico e per richiamare la magia mi fa vedere a terra piccoli oggetti sparsi, metallici, dice che sono arrivati da soli dal cielo…
Sempre nella sala grande un arazzo a parete grande bianco/nero di feltro che ha ricavato da lane di pecora prese in Norvegia di grande impatto drammatico, visivo.
In un’altra stanza appeso un Device, una sua seconda pelle, ricucita perché gira il mondo per mostre e torna rovinata, lei la ricuce, fatta di polpa carta essiccata grezza a pezzi. Infine nell’ultima stanza un video di una sua residenza in Danimarca.
Una ricerca fisica di entrare nella natura fino a dare spazio al pensiero sul tempo. Uno spazio anche alla eco-sostenibilità.