Mostra di Chiara Camoni all’Hangar Bicocca a Milano 15.2-21.7-2024 a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli
di Serena Rossi
Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.
Questo è il titolo della bellissima mostra personale dell’Artista Chiara Camoni (Piacenza, 1974; vive e lavora a Seravezza, Italia) all’Hangar Bicocca a Milano dal 15.2 con Preview a San Valentino e visitabile fino al 21 luglio 2024 a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli.
La sua pratica si estende dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura, con particolare attenzione per la ceramica. Il suo lavoro si contraddistingue per l’uso di oggetti appartenenti al mondo domestico o di materiali organici che l’artista impiega nella sua produzione. Erbe, bacche e fiori, ma anche diversi tipi di argilla e ceneri determinano le tonalità naturali distintive dei suoi lavori e richiamano la terra e la vegetazione che l’artista raccoglie e inserisce nelle sculture. Le opere vengono poi manipolate e riassemblate da Chiara Camoni attraverso gesti rituali, connotati da un forte legame con mondi ancestrali e arcaici, volti a esplorare il rapporto con l’artigianato e la sfera spirituale. La dimensione collettiva e di scambio è altrettanto rilevante nella sua pratica: l’artista infatti si avvale spesso di collaborazioni con amici e parenti, workshop e seminari per realizzare le sue opere.
La mostra in Pirelli HangarBicocca raduna il corpus più ampio delle opere di Chiara Camoni mai presentato e, insieme a una serie di nuove produzioni, dà vita a un’architettura di collettività e raccoglimento, ispirata nelle forme al giardino all’italiana tardo-rinascimentale e agli anfiteatri antichi. Il disegno simmetrico e radiale della pianta crea corridoi e stanze, strade e ambienti, che dividono lo spazio in aree dove i visitatori possono sostare o dialogare. Questa grande installazione ospita numerose opere dell’artista, tra cui un’ampia selezione di sculture in terracotta policroma o smaltata come le figure antropomorfe dalla serie Sisters (2017-23) e i “Vasi Farfalla” (2020-22), reinterpretazione dei vasi canopi egiziani. Insieme alle isole scultoree come i pavimenti in ceramica, Pavimento (For Clarice), (2021) e le tende composte di stampe vegetali Senza Titolo (una Tenda), (2019) saranno esposte nuove opere figurative ispirate al vocabolario dei bestiari medievali in materiali come onice, pietra leccese e alluminio.
La mostra è accompagnata da un catalogo monografico che include una documentazione approfondita dell’esposizione e testi critici commissionati a storici dell’arte, sociologi e archeologi. Saggi e contributi specifici di autori come Anna Anguissola, Domitilla Dardi, Gian Antonio Gilli, Chus Martínez, Alice Motard e Andrea Viliani espandono alcuni dei concetti e temi presenti in mostra.
Vasi antiche arcaici di terracotta con fiori. Interni e a terra decori come residui di scavi archeologici di antiche case. Tutto al femminile. Tutto con una storia e una sottile familiarità. Viene da pensare a ricordi di bambina. All’Italia di una volta o forse ad un paese che non c’è, fatto di terra e di mosaici, di terreni e di strade, di contorni. Di terre e decorazioni antiche. Foglie e ammassi di semi secchi, un rimando a storie di fantasmi forse, a tradizioni antiche.
Madri matrigne o benigne a cui sono costruiti e dedicati altari e statue votive con vere candele accese che rendono viva la morte accennata, non disturba, è amica, vicina.
Memoria con contorni a terra, deposti di pietre trovate nei boschi, lastre recuperate.
Paraventi con sete stampate di pitture rupestri di grandi donne amiche elementari e sorridenti o semplici astrazioni. Ancora a terra le serpentesse striscianti non fanno paura e sono composte da una serie di tazze di ceramica in serie di buon auspicio. Infatti non spaventano le grandi masse di bambini che questa domenica mattina affollano l’Hangar in visita. Li vedo stupiti e contenti, sorridono, per niente spaventati.
Queste sono le realtà che Chiara Camoni, giovane talento italiano dell’arte visiva, propone per Hangar Bicocca dove ricrea spazi arcaici e femminili, poetici e contadino-terrieri.
Storie vecchie dove entriamo e usciamo fisicamente e psichicamente sempre in contatto con una natura coinvolgente e benigna. I cani riportano alla realtà vera ma anch’essi si dissociano in frammenti, forme di bastoncini di terracotta, le ossa della leonessa.