IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Mostra di arti visive Metal Panic di Marcello Maloberti al PAC di Milano a cura di Diego Sileo dal 27.11 al 9.2.2025

Installazione M

di Serena Rossi

Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea presenta METAL PANIC, la più ampia e completa esposizione mai dedicata all’opera di Marcello Maloberti: una dichiarazione d’amore alla città di Milano che fin dagli esordi ha accompagnato l’artista nella costruzione della sua pratica.

Negli anni Maloberti ha approfondito il binomio arte/vita utilizzando una coralità di linguaggi sia visivi che sonori – fotografia, video, performance, installazione, oggetti e collage – sempre attraversati e potenziati da una forte performatività e dall’interazione con il pubblico. La sua ricerca va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte.

Nella prima grande sala all’entrata si ritrova sottosopra il cartello stradale della città di Milano, scritto grande, al contrario. E’ un consiglio a cambiare prospettiva, si può e si deve provare.

Ci si sente sempre al limite dei propri confini visitando questa mostra in stand by, cartelli sradicati e rovesciati, persone fotografate sotto i tavoli, armi suonate come strumenti musicali.

Maloberti consiglia e suggerisce Cambiamo prospettiva che così non funziona.

Le opere sono geniali, pulite, semplici, le idee rafforzate da contemporaneità e forza delle idee come nelle poesie visive al neon dove scrive: I monti sono i denti di Dio oppure Il mio nome ha la voce di mia madre.

Si rimane senza parole, esterrefatti da tanta semplicità di linguaggio e sintesi, opere figlie del grande Agnetti per sintesi. L’Artista sa cosa vuole dire e lo fa con un linguaggio universale. Questa mostra ha una valenza internazionale importante, potrebbe essere ospitata anche al Moma di New York o in altre location importanti ed ovunque farebbe scalpore.

La fotografia dal titolo Casa, dove la nonna posa seduta sotto al tavolo, rimanda un gusto di tradizione e insieme innovazione, famigliare e contemporanea, rifugio e abisso insieme. Sono opere uniche per semplicità, chiarezza, innovazione e insieme una sconcertante dolcezza.

Curata da Diego Sileo, METAL PANIC è pensata come un libro d’artista che raccoglie e intreccia tutti i temi fondanti dell’opera di Maloberti – l’elevazione della parola scritta nella sua dimensione poetica, la sacralità del quotidiano, l’attenzione ai cambiamenti e alle trasformazioni del paesaggio urbano – attraverso un nucleo di lavori degli anni Novanta, opere più recenti e produzioni inedite.

L’idea di “lavori in corso” pervade l’intero percorso espositivo, che diventa un cantiere contemporaneo in continua trasformazione, dove tutto pare sospeso e in potenza.

La grande installazione dal titolo Petrolio al secondo piano con tantissimi libri tutti uguali posati a terra e aperti alla medesima pagina e con un coltello nel mezzo, e posizionati alla stessa distanza l’uno dall’altro, è ripetitiva e inquietante, costante e disorientante. Nell’insieme l’installazione è corale e suggestiva, contro il consumo eccessivo di questa risorsa fossile in reale esaurimento e le guerre per l’accaparrarsi di questo.

Questa mostra colpisce e va visitata anche più di una volta, non lascia indifferenti. Bravo anche il curatore Sileo.

Marcello Maloberti artista visivo nato a Cologno (Lodi), vive e lavora a Milano. La sua ricerca trae ispirazione da aspetti propri delle realtà urbane più marginali e minime con particolare attenzione all’informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte. Le performance e le grandi installazioni sonore e luminose, dal forte impatto teatrale, vengono realizzate sia in spazi privati che pubblici prediligendo sempre l’interazione con il pubblico. Questi interventi funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire, temperature emotive da attraversare. Il corpo performante è quello della collettività, capace di produrre un dialogo tra la performance stessa e il suo pubblico. Negli ultimi anni Maloberti ha approfondito il binomio arte/vita utilizzando una coralità di linguaggi sia visivi che sonori – fotografia, video, performance, installazione, oggetti, disegni e collage – sempre attraversati e potenziati da una forte performatività. Ha esposto e performato in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui: Padiglione Italia 55a Biennale Arte di Venezia; MAXXI, Roma; Haus Wittgenstein, Vienna; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Manifesta12, Palermo; MOCAK Museum of Contemporary Art Krakov; Biennale di Pune, India; Quadriennale di Roma; MuCem, Marsiglia; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; Frankfurter Kunstverein; Triennale di Milano; Generali Foundation, Vienna; GAMeC, Bergamo; PERFORMA 09, New York; MUSEION, Bolzano; Collection Lambert – Musée d’art contemporain Avignon; Palazzo Strozzi, Firenze; PAC, Milano. Ha pubblicato i libri d’artista MARTELLATE (Flash Art, 2019), LA VOGLIA MATTA (Mousse Publishing, 2013), TARZAN NOIR (Onestar Press, 2012), e il disco MARTELLATE. SCRITTI FIGHI 1990-2020. LYDIA MANCINELLI LEGGE MARCELLO MALOBERTI (Xing, 2021). È docente di cattedra di Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano.

www.marcellomaloberti.com

installazione M
poesia visiva
installazione Miracolo
installazione Emilia
installazione Petrolio
fotografia Casa

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