Mostra collettiva di arti contemporanee “MOLTEPLICITA’ ai Circuiti Dinamici a Milano. Recensione di Serena Rossi
Gli Artisti sono: Amalia Francesca Annese, Giusella Brenno, Anna Maria Cecconi, Mariagrazia Colasanto, Roberto Colombo, Laura De Lorenzo, Giuseppe Matrascia, Iospazio aka Christian Molin, Simona Occhiuzzi, Alex Sala, Donatella Sarchini, Cristina Scrigna, Monica Ungarelli, Paola Zorzi.
Come sempre arrivare è estremamente affascinante, dopo un lungo viaggio in metropolitana con la linea verde si scende in Piazza Abbiategrasso e dopo dieci minuti a piedi si arriva in un intricato circolo di cortili condominiali di case popolari, dentro uno di questi la sede dell’Associazione culturale spazio Galleria Circuiti Dinamici. Una perla della cultura metropolitana underground di Milano.
I curatori Lorenzo Argentino e Sonia Catena, seri e precisi oltre che preparatissimi in materia arte non sbagliano un colpo, oggi inaugura una collettiva dal titolo Molteplicità.
Bell’insieme caleidoscopico di opere di pittura, fotografie e installazioni, mostra con un interum collettivo eterogeneo come ha spiegato Catena e all’interno di questo mondo lei ha diviso dei distretti, chi usa la molteplicità in riferimento al paesaggio, chi con l’essere, come entrè c’ è stata la performance di danza di una giovane ballerina, tutta percorsa di fili di cotone, intorno a viso e corpo, la giovane Amalia Francesca Annese di Torino, nata a Milano, il suo corpo in movimenti plastici ha danzato classicamente nello spazio ristretto della galleria con un sottofondo musicale leggero, la danza ha rappresentato un intrico di strade e di aspetti diversi di ogni essere, emozionante poi è intervenuto Aldo Torrebruno a presentare il mini progetto di Microbo.net definito la Camera delle meraviglie con due vetrinette dedicate all’artista visiva Melina Condurso che ha usato carte colorate per fare libri d’arte e ha ridefinito bustine da the con cuciture e collage, opere che ha eseguito durante il lockdown, molto raffinate ed originali;
poi la Catena ha spiegato al pubblico la sua opera di critica della mostra con riferimento ai vari lavori esposti tra cui un grande lavoro fotografico con autoritratto di Alex Sala, affermato artista milanese con cui ho piacevolmente chiacchierato.
Sala fa spesso performance anche col gruppo Artedamangiare ed in altri contesti, grande personaggio di spicco di un’arte povera ed esistenziale contemporanea, usa molto il legno ed i materiali naturali della natura per le sue opere, come le pietre. Alex Sala nasce a Magenta nel 1977, frequenta la Civica scuola di liuteria a Milano e si laurea in Industrial Design, la sua arte è indefittibilmente legata al tema dell’abbandono, la sua ricerca inizia alla fine degli anni novanta nell’ambito della scultura figurativa e astratta, prosegue nell’ambito della Land art e della scultura lignea, collabora anche con paesi esteri.
L’opera che presenta qui è un suo grande autoritratto in cui sul volto, che vanno a coprirlo, ha appiccicato numerose piccole fotografie di se stesso in diversi momenti della sua vita, Sala mostra la sua identità molteplice in diverse epoche e fuggevole qui ora, nascosta da com’era un tempo lui stesso.
Poi mi ha colpito l’opera minimale e di derivazione optical di Paola Zorzi dal titolo Agglutinamenti , come dice la Catena è un’opera molto misurata anche se astratta e apparentemente disomogenea, è formata da tre tele allineate di diverse dimensioni molto alte e di pochi centimetri di larghezza, la pittrice ha usato dodici diverse tonalità di colore dal bianco al nero. Composta e sapiente, arreda con eleganza il contesto.
Personalità eclettica e artista poliedrica Zorzi ha mosso i suoi primi passi con lo «zoccolo duro» delle firme biellesi dell’arte contemporanea, esponendo già negli Anni 90 nella storica collettiva «Passaggi a Nord Ovest» che con svariate installazioni aveva invaso la città. Ha quindi iniziato a dare spazio alle sue attitudini creative in esposizioni di gruppo mentre ancora lavorava nel settore tessile, esprimendosi anche attraverso la scrittura, la scenografia e la fotografia. Dopo aver avviato una collaborazione con una galleria di Casale, con «Filo-sofismi», avviene il suo debutto nel Biellese, alla Serra dei Leoni a Sordevolo, dove ritorna con il reportage «Processo Eternit di Torino», nel 2014. Con Carlotta Cernigliaro è stata promotrice e curatrice di mostre di altri artisti; ha lavorato con «Arte Struktura» di Milano e collabora con la Fondazione Pistoletto.
E poi IOSPAZIO aka Christian Molin espone per terra come installazione il cranio di un animale selvatico trovato durante una camminata nei boschi e poi ricoperto con carta e dipinto, la Catena dice che è un suo alter ego, per la molteplicità dell’essere e dell’identità. Difficile non inciamparci, ho visto due persone che quasi cono cadute distruggendolo, speriamo resista.
Christian Molin aka Iospazio nasce a Belluno l’11 luglio 1976. Artista indipendente inizia il suo personale percorso affascinato dal mondo dell’arte moderna e contemporanea, studiando per proprio conto gli artisti che più rispecchiano il suo modo di intendere l’opera d’arte e come essa possa essere posta in dialogo con la società.
Inizia a produrre installazioni ed assemblaggi all’inizio degli anni 2000, produzione che poi andrà a costituire il nucleo del suo studio galleria inaugurato nel 2012 in provincia di Belluno.
Nella sua pratica artistica la libertà espressiva riveste una primaria importanza risultando sganciata da regole e logiche di mercato che ritiene troppo limitanti e per nulla congeniali alla sua visione.
All’interno del suo variegato mondo si riconoscono influenze che fanno riferimento tanto all’arte concettuale quanto all’ecosistema pop, utilizzato per metterne in luce le contraddizioni.
Nel complesso Molteplicità è una mostra attualissima in cui si evidenziano diverse personalità di pregio con diverse voci e differenti modi di rappresentare il proprio pensiero, io consiglio di visitarla entro il 25 febbraio 2022 a Milano via Giovanola 21/c, mercoledì-giovedì-venerdì orario 17-19.