Mostra alla Galleria The Kitchen Art Gallery di Serena Giorgi e presso lo Spazio Blue Train di Silvia Franceschi a Milano
Cosa pensano di noi le capre?
A cura di Silvia Franceschi
Artisti: Serena Giorgi, Angelo Jelmini, Graziano Locatelli, Giulio Perfetti e Supercute
di Serena Rossi
Dopo diversi tentativi falliti a giugno di raggiungere questo angolo a me sconosciuto di Milano, ho trovato la giusta occasione il finissage il 7 luglio 2022 della mostra dal titolo più curioso che abbia sentito.
Cosa pensano di noi le capre?
Nel quartiere di Gorla ho trovato questa graziosa galleria The Kitchen Art Gallery con vicino uno studio di esposizioni Spazio Blue Train dove cinque artisti con stili tra loro differenti hanno dialogato sulla difficoltà dell’essere umano di essere buono e benefico e anche sulle brutture/atrocità della guerra.
Cosa avranno pensato degli uomini la capre di Bikini, si chiede Italo Calvino in un articolo del 1946, intitolato Le capre ci guardano, a proposito degli esperimenti nucleari americani sull’atollo del Pacifico: ”Vi siete mai chiesti cos’avranno pensato le capre a Bikini? e i gatti nelle case bombardate? E i cani in zona di guerra? E i pesci allo scoppio dei siluri? Come avranno giudicato noi uomini in quei momenti?”
In un mondo in cui l’Uomo si percepisce come entità distinta dalla natura e in grado di dominarla, persistendo nel suo progetto antropocentrico si può ancora avere fiducia nella natura umana?
Con poche parole, pochi segni e poco colore Serena Giorgi e Giulio Perfetti ritraggono la nostra realtà, difficile non pensare alla poesia visiva per essenza e brevi versi ritrovati su carte riciclate e appena dipinte.
Il lavoro di Serena Giorgi è una pratica quotidiana intensa e totalizzante. Vecchie carte, matite, disegni, fogli dipinti, pagine di diario, spaghi e fotografie, tutto viene raccolto e lavorato con metodo artigianale, in un processo rispettoso e creativo.
Le carte sono usate e stropicciate, le parole ridotte a coriandoli, i manifesti e le pagine vengono strappati, così che le immagini e le frasi, con i codici sociali che veicolano, sono scomposti, la narrazione viene frantumata in un caleidoscopio di tessere, a sua disposizione per creare un mosaico inedito.
Il materiale viene allora riordinato, fortificato e strutturato, prendendo vita come monumento di carte, torre di agende o libri-scultura, assemblaggi. Collages, dipinti materici e installazioni riflettono una società satura di beni di consumo, che invece di apportare valore riempiono l’esistenza in modo ingannevole.
Nella mostra solo un loro lavoro a quattro mani dimostra l’energia vibratile del colore materico della natura estraniando un piccolo oggetto appunto una pecora che come piccola statuetta viene appesa in un angolo del dipinto riprodotto da un’opera di Monet.
L’Artista Supercute con superfici colorate stile pop ad olio ci parla del mondo consumista e di altri paradossi e fa parlare un sacchetto di plastica usato che dice: ”con me per sempre.”
L’Architetto-artista Angelo Jelmini con pazienza di anni raccoglie piccoli resti del consumismo e li accumula per fare poi grandi e scenografiche installazioni, molto ben riuscite a suscitare disturbo e ilarità nello spettatore.
Graziano Locatelli con una curiosa tecnica distrugge piastrelle bianche e da queste fa uscire parti di corpi vegetali rappresentando la vita dove non può nascere, evocando spazi disabitati.
Bella mostra e belle location, tornerò sicuramente ai prossimi eventi e consiglio a tutti gli appassionati di arte contemporanea un bel giro.