Michelangelo in Paraguay
di Paola Dos Santos
Buon Anno ancora a Tutti e soprattutto da Paola Dos Santos che racconta Michelangelo Buonarroti al “Circolo della Libertà” ad Asunciòn
Miguel Ángel, così suona il suo nome in spagnolo, scrive la nostra amica e professoressa, nasce nel 1475 a Caprese un paese in provincia di Arezzo, in Toscana. Tra le tante splendide storie che riguardano la sua vita di scultore, scelgo quella del DAVID.
Preso a bottega dal Ghirlandaio, cosa di per sé molto difficile, Miguel Ángel apprese ogni genere di tecnica, tra cui la pittura a fresco che dimostrò presto di saper dominare e che, come sappiamo, culminerà nel grandioso affresco del Giudizio Universale voluto da Giulio II per la Cappella Sistina. I suoi dipinti uniscono la forza della scultura ai colori della sua tavolozza brillante per il giallo zafferano, il rosso carminio, il verde e l’azzurro oltremare. Tratti stilistici questi che rimandano al Ghirlandaio che peraltro riconobbe immediatamente lo straordinario talento di quello che per lui era già un Maestro, se pur quindicenne che poi dirà.: “Tu vedi un blocco, pensa all’immagine: l’immagine è dentro, basta soltanto liberarla”. Un pensiero che esprime esattamente quella forza interiore che ognuno di noi possiede e che, se gli occhi della mente sono aperti, si può portare a galla.
In fondo tutto inizia nella mente, e il concetto si applica non solo alla scultura ma a qualsiasi obiettivo e disciplina, dall’architettura, alla pittura, la musica, la filosofia e perché no? la politica e l’economia moderna. Nel 1501 cominciò a lavorare sull’enorme blocco di marmo bianco e con genio, pazienza e rigore ne liberò la scultura che tutta Firenze chiamerà poi “Il Gigante” dopo aver accompagnato compatta il Maestro per tutta la Città, dal cantiere a Piazza della Signoria. Quella che ammiriamo oggi è una bellissima copia, dato che l’originale per motivi di sicurezza nel 1872 fu collocato alla Galleria dell’Accademia,
Il David di Michelangelo, oltre a dimostrare che siamo immagine e somiglianza della perfezione, rappresenta anche tutto l’invisibile, molti giovani e no nelle circostanze attuali a volte non riescono a vedere nella lotta quotidiana per affermare che cultura e prima di tutto civilta. Michelangelo raffigura un David che rappresenta il momento di piena concentrazione prima della battaglia. I muscoli del suo corpo sono potenti, forti, pur in un momento di riposo sono capaci di trasmettere la sensazione di una straordinaria potenza fisica. L’espressione del suo sguardo penetrante rivela una forte concentrazione mentale, manifestando così la forza intellettuale che si aggiunge a quella fisica.
Nel 1494 Firenze era insorta contro i Medici, il cui massimo rappresentante, Pietro II erede di Lorenzo il Magnifico, fu sconfitto dall’esercito francese di Carlo VIII.
Cacciati i Medici i Fiorentini crearono la Seconda Repubblica di Firenze ben consapevoli delle minacce che la circondavano. Il David di Michelangelo era quindi un simbolo perfetto cui riferirsi trasmettendo quel coraggio incrollabile, necessario, la forza inaspettata e la perseveranza politica che caratterizzarono la culla del Rinascimento.
Ciò che l’artista rappresenta qui è un corpo atletico in pieno apice fisico, cioè all’apice della forza giovanile, ed è da quell’apice che sorge il nostro futuro come società, un futuro attualmente infestato da imposizioni che tentano continuamente di sopprimere non solo la nostra libertà di pensiero ma anche la nostra libertà di vita.
L’eroe biblico era pronto ad affrontare il gigante Golia, che vista la sua tensione, non avrebbe mai potuto cogliere di sorpresa, ed è per questo motivo che vediamo Davide impugnare nella destra la fionda con la quale sconfiggerà il nemico. La pietra che ne fa parte, che rappresenta l’intelletto, e la crescita e lo sviluppo personale necessari per poter combattere i nostri grandi nemici, simili a Golia, come un governo enorme e carente, con cui ci troviamo in una battaglia continua per la violazione delle nostre libertà che vengono sopraffatte dal potere esercitato da tiranni travestiti da democratici.
Vale la pena ammirare da vicino i dettagli del progetto: per evitare di scaricare il peso della statua sul lato sinistro del blocco più debole, Michelangelo pose tutto il suo peso sulla gamba destra, rinforzandola con un piccolo tronco. Ciò che l’artista rappresenta qui è un corpo atletico in pieno apice fisico, cioè all’apice della forza giovanile, ed è a quell’apice che sorge il nostro futuro come società, un futuro attualmente infestato da imposizioni che continuano a provare sopprimere non solo la nostra libertà di pensiero ma anche la nostra libertà di vita.
Ancora la torsione del collo attraversato da una vena, la struttura dei tendini, le vene delle mani e dei piedi, la tensione muscolare delle gambe e la perfetta muscolatura del busto. Potremmo riflettere così tanto perfezionismo nelle nostre idee e azioni quotidiane? Oppure, per non esagerare, possiamo rifletterlo nel nostro livello di responsabilità e nella difesa della nostra libertà? Per rispondere a queste domande divenute molto dubbie ai nostri giorni, dobbiamo erigere Davide dentro di noi, e poi renderlo partecipe della custodia delle nostre libertà, che per quanto piccolo possa sembrare di fronte a un gigante travolgente, sappiamo avere la forza individuale necessaria a corrispondere anche alla forza collettiva che è in costante lotta contro ogni tipo di oppressione e tirannia moderna. David simboleggia il trionfo del coraggio e della perseveranza, dell’abilità sulla forza.
Disse Miguel Ángel:
“Il più grande pericolo per molti di noi non sta nel fatto che i nostri obiettivi siano troppo elevati e quindi non riusciamo a raggiungerli, ma nel fatto che siano troppo bassi che li si raggiunga.”