IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Mi scusi, come posso fare per diventare socia degli Amici del Cervino?”

Il Cervino

Il Cervino

di Tiziana Leopizzi

Sono a Cervinia, all’interno del piccolo ma interessantissimo museo delle gloriose Guide che hanno fatto la storia della montagna più bella del mondo, e non solo.

La segretaria  con un sorriso disarmante mi chiede di evidenziare nella domanda quando ho scalato il Cervino… Ahimè no ! Oooppss devo provvedere al piu presto. Le Guide sono un riferimento superbo ma per il momento preferisco consolarmi godendomi  il loro museo… so che  mi riserverà  tante emozioni. 

Occupa lo spazio della ex Club House del Circolo del Golf, il più alto del mondo, che si spostò per questo poco più in là. 

A fianco dell’entrata un poverissimo ricovero in legno che possiede una storia del tutto particolare. In realtà é un rifugio d’alta montagna. Proprio questo fu dedicato al Principe Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, grande appassionato del Cervino che ci sentiamo di acclamare Amico tra gli Amici.  Facciamo un passo indietro. Siamo nel 1893 a Torino quando il C.A.I.  Club Alpino Italiano ordinò che venisse  realizzato un capanno da montare  e posizionare a quota 3840 mt sulla via italiana di accesso al Cervino, la Cresta del Leone. 

Fu adattato perfettamente al terreno roccioso, particolare a tutt’oggi evidente dal legno al di sotto della copertura in lamiera,  e comunque fu studiato nei minimi particolari per dare riparo e sollievo ai componenti delle cordate.  Entriamo allora in questo cimelio.  Il tutto è ridotto all’essenziale e sorprendono in questo spazio risicato,  i 10 preziosissimi posti letto distribuiti su due tavoloni di legno ricoperti da materassi di crine.

L’interno era riscaldato dalla piccola stufa il cui camino risultava rivolto verso il basso affinché la neve non lo tappasse annullandone il tiraggio. Perché ora si trova qui, in paese?  Perché le Guide hanno unito il dovere al piacere.  A causa delle frane avvenute nel 2003, la sicurezza del “Principe di Savoia”  non era  più garantita e quindi  si optò per sostituirlo, cosa che avvenne con la capanna  Carrel posizionandola poi poco più in là.  La Società Guide del Cervino si fece  carico di rimuoverlo ma seppe rispettarne l’anima e per questo ora  fa bella mostra di sé di fronte al Museo delle Guide che è va sua volta ricco di cimeli, di fotografie e di video interessantissimi. 

Guido Monzino, grande imprenditore e appassionato scalatore, mise  a disposizione per tutta la vita  ingenti risorse per finanziare spedizioni,  e non solo sul Cervino. Le intrepide Guide  affrontarono cime inviolate,  ovunque,  e tra i tesori del museo spiccano i video, alcuni originali.  Si rimane davvero senza fiato. Fiato che le Guide dovevano possedere in abbondanza perché è impressionante la quantità di sigarette che fumavano a qualsiasi quota, come testimoniato dai video appunto.

A questo punto non resta che presentare Sua Maestà il Cervino.

Non una montagna ma l’idea che tutti abbiamo della montagna. La Gran Becca ne fa infatti  una piramide naturale. 

IL CERVINO (4478 M.) o  MATTERHORN individua con  le Grand Murailles una conca, una volta meravigliosa, a 2.000  mt che nonostante le devastanti speculazioni regge ancora. Per quanto però?  

La normale via italiana o Cresta del Leone, è quella per la quale salirono i primi scalatori, le prime guide della società, guidate da Jean-Antoine Carrel detto Il Bersagliere, che vantava  famosi  compagni  di cordata, tra cui  il famoso abate e storico Amé Gorret.

Una volta giunti al rifugio Oriondé/Duca degli Abruzzi nei cui pressi si trova la Croce Carrel, la via si inerpica su per una lunga serie di placche fino al Colle del Leone dove inizia la scalata verso la cima. La sosta presso il suggestivo rifugio, ora Carrel, permette agli appassionati  di recuperare le forze per l’indomani, quando all’alba la guida e il suo cliente, attraverso il Pic Tyndall ed i suoi vertiginosi panorami della scala Jordan, giungeranno in vetta e toccheranno insieme la Croce eretta nel 1902.

Le altre tre creste sono tutte altrettanto percorribili. La cresta dell’Hörli è la via normale svizzera su cui sali per primo Edward Whymper con le sue guide, ma anche la cresta Furggen e quella di Mutt, meno frequentate, sono ricche di passaggi impegnativi. 

Dal 1865, anno della conquista, le guide lo salgono regolarmente per accompagnare gli alpinisti desiderosi di scalarlo o per sfidarlo, e non possiamo che ammirarle. 

Non si può che condividere l’omaggio reso alle Guide con questo piccolo ma toccante Museo. Merita un viaggio.

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