Mi illumino d’immenso: un viaggio nell’infinito interiore
di Zornas Greco
“Mi illumino d’immenso” è un sussurro carico di rivelazione, una frase che come una fiammella accesa rischiara un mondo interiore e invita a percepire l’immensità come un’esperienza di vita e di anima, un’esplorazione senza limiti dentro noi stessi e nell’universo che ci circonda. Il poeta Ungaretti, con la brevità che lo contraddistingue, ha saputo evocare in queste poche parole una vastità che pare sfuggire alle nostre definizioni quotidiane, una realtà che si esprime nella semplicità e si apre all’infinito.
In queste poche sillabe, che danzano in equilibrio tra concretezza e astrazione, Ungaretti racchiude una sensazione universale: il sentirsi avvolti da qualcosa di così grande da non poter essere contenuto. È una sensazione di luce, di rivelazione, che esplode nel cuore come un lampo e fa sembrare minuscole le preoccupazioni della vita.
L’immenso qui non è semplicemente uno spazio vuoto, è tutto ciò che di bello e ineffabile riempie l’animo umano quando riesce a trascendere la dimensione terrena per immergersi in una consapevolezza più vasta, in una comunione profonda con la natura, l’universo e la propria essenza. È un’immensità che non fa paura, che non opprime, che non annulla ma, al contrario, dona la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande, di partecipare a una grandezza che trascende il nostro io limitato.
Sotto quella luce, tutto si illumina di un senso nuovo, ogni cosa che ci circonda diventa parte di un disegno più grande, come se tutto fosse interconnesso in un’armonia perfetta, che però non è statica, ma si muove, evolve, si trasforma, e ci trascina con sé. C’è la meraviglia di trovarsi davanti all’infinito e, allo stesso tempo, la calma interiore di chi sente di appartenere profondamente a esso, di far parte di un tutto che ci abbraccia e ci completa.
“Mi illumino d’immenso” diventa allora un invito a lasciarsi andare, a smettere di resistere ai confini, a dissolvere i muri interni e, in un certo senso, a disciogliersi in un unico flusso. È come se il poeta ci dicesse che, nel momento in cui accettiamo di aprirci, senza riserve e senza barriere, possiamo finalmente essere travolti da un’immensità che non opprime ma che avvolge e consola, che dà una nuova forma al nostro essere e lo rende pieno di significato. Eppure, la luce non è solo simbolo di chiarezza, essa porta anche alla scoperta di parti di noi che talvolta preferiremmo lasciare nell’ombra, quei lati oscuri che fanno paura e che spesso ignoriamo.
Ma nell’immenso anche l’ombra trova il suo posto, la sua bellezza, il suo valore. Illuminarsi di immenso significa anche affrontare quelle profondità, accettare che l’essenza dell’uomo è fatta di luci e ombre, di grandezze e piccolezze, e che entrambe fanno parte dell’immensità che ci attraversa. Non c’è gioia senza dolore, non c’è luce senza oscurità, e solo quando impariamo a fare i conti con entrambe le dimensioni possiamo veramente sentire cosa significa illuminarsi d’immenso. È un atto di coraggio, un atto di abbandono che ci porta a vedere noi stessi non come individui isolati, ma come parte di un tutto fluido e in continuo cambiamento, in cui ogni cosa ha il suo ruolo, ogni istante il suo significato.
Essere “illuminati d’immenso” vuol dire anche riuscire a trascendere il tempo, a vivere nel momento presente con una tale intensità da percepire ogni istante come infinito, come un eterno ritorno. È come se tutto si fermasse, come se tutto trovasse finalmente pace. È un’esperienza mistica in cui il passato e il futuro svaniscono, e rimane solo il presente, un presente che diventa infinito, che si espande fino a toccare ogni angolo dell’anima. “Mi illumino d’immenso” è anche un atto di accettazione profonda della bellezza della vita, una bellezza che si rivela non solo nei momenti felici, ma anche in quelli difficili, nelle lotte, nei sacrifici, nei sogni infranti.
In ogni momento c’è qualcosa di grande che ci illumina, se solo abbiamo il coraggio di guardare. È l’immensità che scaturisce dalla comprensione, dalla compassione, dall’amore per noi stessi e per gli altri, dall’abbracciare la vita in tutte le sue sfumature, senza voler cambiare nulla, senza voler cancellare le imperfezioni, ma accogliendole come parte di un quadro più grande. Illuminarsi d’immenso significa anche accettare che non possiamo sapere tutto, che l’immenso rimane sempre, in parte, un mistero insondabile, e che questa è la sua bellezza. C’è un’infinità di possibilità, un’immensità di prospettive che si aprono quando accettiamo di non poter controllare tutto, quando lasciamo andare l’illusione del controllo e ci permettiamo di vivere ogni attimo con stupore, con la meraviglia di un bambino che guarda il cielo per la prima volta e si perde nella sua immensità.
È un invito alla curiosità, alla scoperta continua, alla ricerca senza fine di un senso che sfugge sempre, ma che allo stesso tempo si nasconde in ogni istante, in ogni respiro, in ogni sguardo. E proprio lì, in quel gioco infinito tra il cercare e il trovare, tra il conoscere e il non sapere, sta la vera grandezza della vita.