Metaverso di Cipriano Gentilino
Le recenti notizie di nuovi progetti, nuovi assetti proprietari e molti licenziamenti nel mondo dei social sono la spia dell’inizio di una crisi nel mondo della comunicazione e della preparazione ad una nuova fase della rivoluzione digitale.
Il metaverso è un elemento di questa nuova fase.
Nel romanzo di fantascienza post-cyberpunk Snow Crash, edito nel 1992, lo scrittore N.Stephenson immaginava un mondo parallelo a quello reale, un meta- universo o metaverso, localizzato nello spazio cibernetico dove i soggetti interagivano attraverso i propri atavar .
Come spesso accade con quanto immaginato dagli scrittori di fantascienza il metaverso è oggi una realtà in rapido divenire non solo su Facebook ma anche su molte altre piattaforme digitali specializzate nella creazione di spazi virtuali caratterizzati da una architettura tecnologica che prevede la integrazione osmotica,in un’unica realtà mista, tra la realtà effettiva, quella virtuale e quella aumentata.
Di fatto una nuova realtà senza soluzione di continuità con le altre e quindi con una notevole credibilità, personalizzazione e possibilità immersiva.
Una realtà mista che cambia ulteriormente il già complesso rapporto tra cervello ed esperienza digitale e rispetto alla quale dobbiamo porci sia domande per intravedere possibili sviluppi positivi sia dubbi e precauzioni in termini di saluta mentale.
Tra questi almeno due .
Una sempre maggiore fluidità nella integrazione delle realtà può farle collassare in una unica realtà ?
E ancora, potrà il metaverso modificare i nostri meccanismi cognitivi e la cambiare la nostra idea di realtà ? (Riva, 2022)
Domande che esigono risposte ma principalmente conoscenza dei meccanismi perché ci siano chiari prima di essere invasi da una tecnologia che stà già interessando molti mercati da quello immobiliare a quello dei videogiochi a quello delle mostre di arte fino alla video video poesia e che è sostenuto dall’utilizzo delle criptovalute.
Un nuovo mondo di scambio e commercio di oggetti digitali NTF ( Not Fungible Token ), un nuovo mondo finanziario quindi che, proprio per questo, si potrebbe sviluppare con neocapitalistica rapidità .
D’altro canto oltre agli aspetti finanziari e commerciali non mancano esperienze di tipo artistico e culturale, dall’avatar che presenta una mostra di quadri a quello che recita le sue poesie agli avatar degli invitati in spazi digitali concordati.
Esperienze che si accostano ad altre più bizzarre e che ci danno anche l’idea della pervasività e della possibile frattura col reale non scevra da pericoli per la salute mentale come quella del medico giapponese che sposa il suo amato ologramma o come il matrimonio tra una coppia di avatar indiani con la presenza di tanti avatar invitati tra i quali c’è anche quello del padre morto da tempo.
In quest’ultima esperienza è evidente il rischio di inoltrarsi in un universo di realtà che sono miste non solo tra reale e digitale ma anche tra reale e fittizio .
Come infatti c’è una negazione della realtà nel padre morto che presenzia al matrimonio può esserci, per persone psicologicamente vulnerabili, un vissuto di sdoppiamento della realtà per scarsa capacità di integrare un accadimento nella realtà mista virtuale-reale-aumentata.
É allora possibile l’autoinganno di essere soltanto un avatar slegato dal reale concreto immerso in un vissuto pre o addirittura psicotico dissociativo dove la consapevolezza di sé e del sé interno si sdoppia o si disintegra in esperienze di derealizzazione e depersonalizzazione.
La capacità infatti di potere percepire in un continuum simultaneo tre realtà senza che questo collassi è ancora oggetto di studi filosofici.
In particolare il filosofo australiano Chalmers nel suo studio “Realtà + : i mondi virtuali e i problemi della filosofia” sostiene che la realtà virtuale è genuina perché in grado di determinare esperienze significative come avviene nel mondo fisico corporeo.
Tentativo, il suo, che apre l’ipotesi di espansione del nostro attuale senso di realtà attraverso il mondo digitale ma che và ancora meglio definito non solo in ambiti neurofisiologici e psicologici ma anche con attenzione alle attitudini e alle esigenze personali .
Alcuni studi sperimentali in ambito di neuroscienza sono comunque giunti alla conclusione che il tipo di corpo virtuale indossato da un individuo-atavar in un contesto da metaverso induce nella persona cambiamenti di percezione, cognizione e comportamento come se immergersi nel corpo digitale di un altro possa determinare l’ illusione di possederne le proprietà e le capacità e quindi attivare dei processi di cambiamento.
E’ evidente come sia possibile ipotizzare che abitare , in questo contesto, uno stereotipo positivo possa determinare mutamenti nelle attitudini sociali .
Si pensi ad abitare un corpo di un colore diverso, di una età diversa, di sesso diverso, di cultura diversa.
Sono questi, in termini psicosociali, le positività del nuovo spazio del metaverso.
Questo nuovo altro universo dove si può almeno sperare che si riducano pregiudizi e discriminazioni come quelli razziali o come quelli verso il mondo femminile.
Certo non basterà il metaverso ne’ per abolire il razzismo e la violenza sulle donne.
Ci vorranno ancora lotta, cultura, civiltà e partecipazione consapevole .
Per questo motivo concludo ricordando che il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne .
Un invito a partecipare tutti nella nostra quotidiana realtà di tutti i giorni che è più, molto di più di ogni metaverso.
Cipriano Gentilino