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Mario Cresci. Homo Ludens: un incontro tra Arte e Gioco nel cuore del Salento

Mario Cresci. Homo Ludens: un incontro tra Arte e Gioco nel cuore del Salento, Ritratto dell'artista.

Mario Cresci. Homo Ludens: un incontro tra Arte e Gioco nel cuore del Salento, Ritratto dell'artista.

di Antonella Buttazzo

Dal 26 luglio al 15 settembre 2024, il Salento si trasformerà in un crocevia di Arte e Cultura con la mostra Mario Cresci. Homo Ludens.

L’evento, organizzato da linea e curato da Flavia Parisi e Alice Caracciolo, si svolgerà in due prestigiose sedi: il Castello Carlo V di Lecce e lo spazio di studio, ricerca e promozione dell’arte contemporanea e della fotografia d’autore, linea, anch’esso sito nella bella città barocca salentina.

Un progetto di linea e una collaborazione con il Museo della ceramica di Cutrofiano

Il progetto Homo Ludens è sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Questa doppia esposizione non solo mette in risalto l’importanza della fotografia contemporanea, ma arricchirà anche il Museo della Ceramica di Cutrofiano con oltre trenta opere di Cresci, destinate a diventare parte della collezione permanente.

La filosofia del Gioco nell’arte di Cresci

Ritratto di Mario Cresci by Danea Urso.
Ritratto di Mario Cresci by Danea Urso.

Mario Cresci, figura di spicco nel panorama fotografico nazionale, esplora nella mostra il concetto di homo ludens, un termine coniato da Johan Huizinga per descrivere l’uomo come giocatore.

In tal senso, spiega la curatrice, Flavia Parisi:

Nel 2023, in Puglia, Cresci si confronta con l’homo ludens, in grado di creare una relazione possibile con il tutto attraverso il gioco, per sondare la molteplice identità delle cose tra forme e significati, servendosi delle suggestioni offerte dalla produzione ceramica del territorio Leccese ed in particolare dai fischietti, dalle trombette, o dagli utensili usati dai maestri ceramisti cutrofianesi.  

L’homo ludens, indagato per la prima volta dallo storico olandese Johan Huizinga, vive una dimensione di libertà e non di casualità che, nel rapporto con la materia, si pone al confine tra improvvisazione e determinazione. La ceramica, in passato considerata l’alfabetismo, il leggere dei popoli, può in questo senso diventare emblema della dicotomia tra unicità del gesto creativo e riproducibilità, tra forma iniziale e significato assunto.

Eppure, la ricerca di Cresci non si limita all’indagine sulla materia e sui suoi processi di produzione, tipica dell’homo faber. Il gioco, categoria primaria e autonoma dell’attività umana, elemento pre-culturale in grado di mettere in relazione le persone, di rappresentare, di generare un sistema e di alimentare la creatività, diventa per Cresci uno strumento metodologico per scrivere una nuova biografia degli oggetti che fotografa, per aprire nuovi significati che li portano oltre la loro funzione originaria. Questo aspetto è tipico del gioco. Il gioco vincola e libera, non è utile né produttivo, affascina, e si nutre di ritmo e armonia. 

Cresci si interessa alle ceramiche Cutrofianesi e ad oggetti di matrice ludica divenuti identitari, come i fischietti, o agli utensili usati per produrli, ma va oltre. Libera la simpatia degli oggetti, intesa nella sua accezione letterale di sym-patheia, ovvero un mezzo per “sentire con”, per entrare in relazione con la cultura di un territorio, per assaporare la felicità della creazione. 

Attraverso il gioco, quindi, Cresci crea una connessione tra mito, creatività e realtà, esplorando la produzione ceramica leccese. Il gioco diventa così un metodo per avvicinarsi all’arte dei ceramisti locali, come Pinu Rizzu, che era in grado di realizzare fino a cento fischietti di ceramica in un solo giorno.

Un viaggio tra Fotografia e Ceramica

La mostra al Castello Carlo V comprende fotografie a colori, documenti d’archivio della storica serie Misurazioni del 1979, e una selezione di fischietti e documenti dal Museo della Ceramica di Cutrofiano. Nel frattempo, linea presenta una sezione dedicata al rapporto tra fotografia e grafica, con disegni e documenti che illustrano il processo creativo di Cresci.

Mario Cresci. Homo Ludens: un incontro tra Arte e Gioco nel cuore del Salento. Grande tromba in movimento.
Grande tromba in movimento.
Mario Cresci, carabiniere
Carabiniere.

Un Artista Innovatore

Mario Cresci, nato a Chiavari (GE) nel 1942, vive e lavora a Bergamo. La sua carriera, iniziata negli anni Sessanta, è caratterizzata da un linguaggio fotografico sperimentale che sfida il concetto di veridicità del reale.

Cresci ha collaborato con figure chiave dell’Arte Povera (come Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti) e ha realizzato il primo Environnement fotografico in Europa nel 1969.

Le sue opere sono state esposte in importanti mostre personali, tra cui La fotografia del no alla GAMeC di Bergamo (2017); Le case della fotografia alla GAM di Torino (2004); la mostra itinerante Forse Fotografia, rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna (2010), all’ING di Roma (2010-11) e infine al Palazzo Lanfranchi di Matera (2011); In aliam figura mutare al Castello Sforzesco di Milano (2016) e Ri-creazioni a Camera di Torino (2016). L’anno 2023 trova Mario Cresci impegnato nella rilettura del suo lavoro attraverso focus specifici raccontati in due ampie mostre: Mario Cresci. L’esorcismo del tempo, 1970-1980 al MAXXI di Roma (30 maggio-1 ottobre 2023) e Colorland, 1975-1983 al Monastero di Astino per la Fondazione MIA di Bergamo (16 giugno-5 novembre 2023).

Conclusioni

Mario Cresci. Homo Ludens rappresenta un’occasione unica per esplorare il dialogo tra gioco, arte e ceramica. Questa mostra non solo celebra l’innovazione artistica di Cresci, ma anche la ricca tradizione ceramica del Salento, creando un ponte tra passato e presente, artigianato e fotografia.

Per ulteriori informazioni, visitare lineaproject.com.

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