“MA QUALE DNA? Il calcio, l’antropologia, e le trappole dell’identità”, un saggio di Bruno Barba
Un saggio divulgativo, che riflette sugli sbagli, tanti, della comunicazione sportiva e su come questi influiscano nella creazione di falsi miti e false identità di gruppo, a partire dai più giovani.
Barba nel libro cerca di riflettere su un modo di comunicare etico e che possa apportare miglioramenti in vari ambiti della vita, interconnessi tra loro.
Perché continuiamo a parlare di squadre “ladre”, “protette”, “fortunate”, “pazze”, “sventurate”, attribuendo caratteristiche e poteri immutabili nel tempo? Perché crediamo esista un’essenza delle Nazionali o delle società calcistiche, indifferente ai cambiamenti politici, sociali, economici? Perché ostinarsi a usare un termine – “DNA” – non rendendosi conto che le squadra, come le comunità, sono soggette a trasformazioni, adattamenti e cambiamenti? Un libro che riflette sui tabù e sulle leggende del calcio, visti con leggerezza e tono (anche) ironico.
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Osservare le dinamiche antropologiche legate al calcio, se possibile, mi ha fatto amare ancor di più questo sport, pur nelle sue storture, contraddizioni, derive. Del resto, come negare che le contraddizioni fanno parte della nostra vita, del nostro comportamento, della nostra società? Gli uomini sono delle entità piuttosto complesse. Ora, come possono le squadre composte da uomini assai complessi essere ridotte alla semplicità, ovvero “spiegate” in maniera rapida e soddisfacente? [da “Ma quale DNA?” di Bruno Barba]
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“Il calcio non si spiega”, dice Allegri, “l’ha inventato il diavolo”. Ecco cosa significa che il calcio è metafora della vita [da “Ma quale DNA?” di Bruno Barba]
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Bruno Barba video-intervista su i valori dello sport (con Marco Tardelli)
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Scheda libro: https://www.battagliaedizioni.com/libro/ma-quale-dna/
L’Autore
Bruno Barba è docente di Antropologia dell’università di Genova.
Studia da più di vent’anni il meticciato culturale e il sincretismo religioso del Brasile. L’altra sua area di ricerca è il calcio, di cui è grande appassionato, oltre che studioso e cultore.
Tra le sue pubblicazioni, Tra le sue pubblicazioni: Un antropologo nel pallone (Meltemi 2007), Dio Negro, mondo meticcio (Seid 2013); Rio de Janeiro (Odoya 2015); Calciologia. Per un’antropologia del football (Mimesis 2016); Meticcio (Effequ 2018); 1958. L’altra volta che non andammo ai mondiali (Rogas 2018); Il corpo, il rito, il mito. Un’antropologia dello sport (Einaudi 2021).