L’omologazione e il degrado culturale culturale
di Pompeo Maritati
L’omologazione e il degrado culturale è un fenomeno che riguarda la perdita di identità e diversità delle culture locali a favore di una cultura globale, uniforme e standardizzata. Questo processo è favorito dalla diffusione dei mass media, delle tecnologie digitali, dei consumi di massa e della globalizzazione economica. L’omologazione culturale comporta il rischio di appiattire le differenze tra i popoli, di impoverire il patrimonio culturale dell’umanità e di ridurre la capacità critica e creativa degli individui.
Come contrastare l’omologazione culturale? Non esiste una ricetta unica e valida per tutti, ma ci sono alcune possibili strategie che possono aiutare a preservare e valorizzare la propria identità culturale e a promuovere il dialogo e il rispetto tra le culture. Ecco alcune idee:
– Coltivare la conoscenza della propria storia, tradizioni, lingua, arte, letteratura, musica, gastronomia e di tutto ciò che caratterizza la propria cultura. Questo significa anche approfondire le origini e le influenze che hanno contribuito a formarla, senza chiudersi in una visione isolata e statica.
– Esplorare la diversità culturale del mondo, attraverso viaggi, letture, film, documentari, incontri, scambi e collaborazioni. Questo significa anche confrontarsi con altre visioni del mondo, ascoltare le esperienze e le opinioni altrui, accettare le differenze e arricchirsi delle somiglianze.
– Sostenere le iniziative culturali locali, come musei, biblioteche, teatri, cinema, festival, mostre, concerti, laboratori, associazioni, scuole e università. Questo significa anche partecipare attivamente alla vita culturale del proprio territorio, contribuendo con le proprie idee, competenze e passioni.
– Sfruttare le potenzialità dei nuovi media e delle tecnologie digitali per creare, diffondere e condividere contenuti culturali originali e di qualità. Questo significa anche usare in modo consapevole e critico i mezzi di comunicazione di massa, evitando di subire passivamente i messaggi omogeneizzanti e manipolatori.
– Promuovere una cultura della pace, della solidarietà, della cooperazione e dei diritti umani. Questo significa anche impegnarsi per la risoluzione pacifica dei conflitti, per la tutela dell’ambiente e per la giustizia sociale.
Tutti i punti anzidetti possiamo ritenerli validissimi per contrastare l’omologazione e il degrado culturale, se non per il fatto che alcune lobbie quali quelle dell’energia, delle armi, della farmaceutica e in modo prevalente quella della finanza, faranno di tutto per impedire la realizzazione dei rimedi a questo degrado.
Le lobbie hanno in comune il fatto di essere mosse da interessi economici e politici spesso contrari al bene comune. Esse operano in modo opaco e non democratico, senza rendere conto delle loro azioni agli altri attori della società civile. Esse si oppongono a qualsiasi forma di regolazione o controllo che possa limitare il loro potere o la loro redditività.
Per questo motivo, credo che queste lobbie non ci consentiranno mai di aspirare ad una società più giusta. Al contrario, esse rappresentano una minaccia per la pace, la democrazia, la giustizia sociale e ambientale. Per contrastare il loro dominio, occorre una mobilitazione globale dei cittadini, delle organizzazioni non governative, dei movimenti sociali. Occorre una riforma delle istituzioni internazionali che possa garantire una maggiore trasparenza, partecipazione e responsabilità. Occorre una rivoluzione culturale che possa promuovere nuovi valori e stili di vita basati sulla solidarietà, sulla cooperazione, sul rispetto dei diritti umani e della natura.
L’omologazione e il degrado culturale non è un destino ineluttabile, ma una sfida da affrontare con coraggio e creatività. La cultura non è un prodotto da consumare, ma un bene da vivere.