Liriche “Sulla nuova arca dopo il diluvio” di Vincenzo Fiaschitello
Sulla nuova arca dopo il diluvio
Silenziarono i miti
e la notte prese con sé
ogni vivere civile. In lutto
è la terra con la guerra:
più non piangete, gente,
invoca Cassandra, liberatevi dal male
che vi attanaglia e rende schiavi.
E’ tempo di ricucire il vostro destino,
di chiamare a raccolta le vostre forze
interiori, di riconoscere i provinciali
errori di una umanità dispersa
in innumerevoli individualità
tra continue sciagurate lotte,
anziché rinascere e rinvigorirsi
per un viaggio che tarda a partire.
Come è infinito il cosmo che vi attende,
così dovrà essere il vostro coraggio
sulla nuova arca dopo il diluvio.
Là dove si azzurrano i cieli
Ti conosco, mio bene,
ma se sali così velocemente
le scale della dolce ebbrezza
temo che non mi resti tempo
per gustarla, perché subito vedo
aprirsi sotto di me il pozzo
della malinconia, sorella della gioia.
Mi darai, forse, un cammino,
piatto e tranquillo, misurato
secondo natura come vuole
il frontone del greco tempio?
Ragionerò sulla via di mezzo
per giungere alla virtù?
Sotto il sole, forse, tutto si veste
di vanità, resta solo la bellezza
che ci libera dalla schiavitù
dei nostri inganni, scioglie
le nostre catene e ci addita
i sentieri che portano là dove
s i azzurrano i cieli, in alto,
sopra il cuore della terra.
Isola, isola bella e sublime
Isola, isola bella e sublime,
ti ergi dalle acque dei ricordi,
in pugno voglio tenerti
così stretta, segreta come
una melagrana dai mille arilli
dorati, simili alla tue città,
alle tue pietre, alle tue rive,
ai tuoi monti. Forse non ci sarà
più giorno per rivederti!
Perché non posso?…
Perché non voglio! Ti interrogherei
a lungo e so già che altre,
diverse di un tempo, sarebbero
le tue risposte.
Di luce possente brillate nei nostri
cuori, amate figure dei verdi anni.
Memore di remoto amore,
l’anima si espande ad abbracciarti,
Ionia terra, che accogliesti
i miei umili avi venuti da lontano,
decisi a coronarti di vigne e di ulivi,
di templi e di dei.
Pensiero dopo pensiero,
Pensiero dopo pensiero,
sera dopo sera, la vita
ammaina la sua bandiera
e io torno al lume oscuro
del nulla da dove partii.
Il rosso della sera, unico
orizzonte su cui ora indugia
il mio occhio, non annuncia
più la speranza di un tempo
migliore, ma solo la brevità
della luce di un giorno
che turbina nell’aria come
l’ultimo passero che volando
va verso il nido lontano.
Nuvole che trasvolate tra le lucenti
notturne stelle vi dileguate come
pensieri vani che il cuore trafiggono,
pur se intatta e splendente lasciano
la speranza della millenaria fede.
Non appendere la cetra
Non appendere la cetra
della tua anima alla parete della stanza,
accanto ai pallidi ricordi del passato,
forse ancora hai bisogno di udire l’armonia
del suo suono che stempera il fuoco
divoratore delle primavere della tua vita.
A onde giunge dai lontani campanili
il suono delle campane che accompagna
la preghiera delle donne.
Ammutolisce la vecchiezza, cupa vita
priva di gioia.
Vincenzo Fiaschitello
Nato a Scicli nel1940. Laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Roma (1966) e Abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei classici e scientifici; pedagogia, filosofia e psicologia negli istituti magistrali (1966). Docente di ruolo di Filosofia e Storia nei licei statali e Incaricato alle esercitazioni presso la cattedra di Storia della Scuola alla Facoltà di Magistero Università di Roma. Direttore didattico dal 1974, preside e dirigente scolastico fino al 2006. Docente nei Corsi Biennali post-universitari. Membro di commissioni in concorsi indetti dal Ministero P.I.
E’ autore di vari saggi sulla scuola, di opere di poesia e di narrativa.
Attualmente è redattore della Rivista culturale telematica “Il Pensiero Mediterraneo” (Redazione di Roma).
Vincitore della XXXIX edizione (2023) del Premio dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli e della rivista internazionale “Nuove Lettere” per la raccolta edita di racconti “Ginevra, racconti storici e non”, Avola, Libreria Editrice,Urso, 2021.
Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo ha insignito della onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1997).