Liriche “Metafisica della storia” di Vincenzo Fiaschitello
La metafisica della storia
Istante dopo istante germoglia
l’oscurità seminata dalla notte.
La metafisica della storia così
vivamente si presenta al momento
del risveglio da indurmi a cogliere
il mattino, che traspare tra le scheggiate
stecche della serranda, come freccia
ineludibile verso un fine già segnato,
granello di consolidamento di innumerevoli
vicende. Ma l’enigma è lì pronto
a picchiettare come la pioggia sui vetri
della finestra. Ci sono forse fatti
che la vita omette?
Lei è scaltra, tutto ritiene in sé,
li sottrae alla nostra vista come dopo
una improvvisa virata la barca nasconde
la costa a lungo ammirata.
Non nego che una lunga età
Non nego che una lunga età, inchiodata
dall’inerzia e dal silenzio, possa
smarrirsi nell’ultimo tratto di cammino.
La vita il mio respiro annusa quando
con pena e nostalgia risalgo il sentiero
del passato e mi illudo di conoscere
forme ed eventi trascorsi.
Si schiude il tempo di ogni sopravveniente
nuovo anno, forse inatteso, mentre
la mia bocca allappa come dopo
un frutto che il sole non ha maturato.
Si è disfatta la corporeità del tuo essere,
donna, bianco gheriglio chiuso nel suo
guscio di noce, non l’immagine tua
nel mio ricordo. Non c’è bisogno
di prefiche, le lacrime scorrono a fiumi,
in questo tempo di guerre aperte,
dimenticate o nascoste.
A ciascuno il suo silenzio
Liberami, taumaturgico esploratore
del mio abisso, dal pensiero
di un reale calato nello spessore
della materia e dammi le ali del silenzio.
Ho da percorrere distanze sterminate
per raggiungerti, miliardi di anni luce
che la nostra mente non riesce nemmeno
a immaginare. Ma se tu lo vuoi, potrò farlo,
potrò se solo mi dai il ritmo della marcia,
il suono che conforti il cammino.
Forse tutto questo non sarà necessario?
Hai da sempre annullato ogni distanza,
sei nostro prossimo, sei già nel mio
stesso silenzio quando finirò di bere
l’ultimo mio sorso di luce e di aria.
Il pensiero dell’essere
Ciascuno è battuto da un vento
che non si sa da quale punto
della rosa soffi.
Quell’essere o quel pensiero
dell’essere, che ora incalza,
ora si allontana e sfuma,
poi torna e sempre fugge.
Essere sostanza che colma
e svuota l’esistenza, nubifragio
che sommuove distese d’acqua
pronte a far naufragare la mente,
punta da così tormentoso aculeo
nell’oceano dei dubbi.
Vento che pericolosamente smuove
la più ardua tegola dell’alta torre,
dove nidificano i colombi,
dove la luce folgorando irraggia
e lo sguardo non può scorrere
liberamente senza l’ombra del solecchio.
La realtà del presente
Discendo nella profondità
della parola della materna lingua
e avverto che il mio balbettio
è lontano dal cuore di allora.
Me ne ritraggo colmo di vergogna
e di pena. Così malamente ho custodito
lo scrigno, che tutto il contenuto
è evaporato. Smarrito è il mio sguardo,
il mio volto rugoso.
“Parliamone – mi dici – forse non è
come tu pensi, e poi hai ancora tempo!”
Quale tempo? Ogni attimo si è fuso
nel fuoco dell’agone della vita.
Ed è memoria inquieta di cenere.
“Puoi ancora -insiste lui- lappare
la realtà del presente che ti resta”.
Quale realtà? Sa di amaro e di dolore,
di abissale profondità, di naufragio
di tanta gente in fuga per guerre
e povertà in quello stesso vasto specchio
d’acqua tra la mia terra e Malta, dove
due millenni fa ebbe uguale sorte
l’uomo di Tarso, l’inviato di Cristo.
Vincenzo Fiaschitello
Nato a Scicli nel1940. Laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Roma (1966) e Abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei classici e scientifici; pedagogia, filosofia e psicologia negli istituti magistrali (1966). Docente di ruolo di Filosofia e Storia nei licei statali e Incaricato alle esercitazioni presso la cattedra di Storia della Scuola alla Facoltà di Magistero Università di Roma dall’anno accademico 1965/66 al 1973/74. Direttore didattico dal 1974, preside e dirigente scolastico fino al 2006. Docente nei Corsi Biennali post-universitari. Membro di commissioni in concorsi indetti dal Ministero P.I.
E’ autore di vari saggi sulla scuola, di opere di poesia e di narrativa.
Attualmente è redattore della Rivista culturale telematica “Il Pensiero Mediterraneo” (Redazione di Roma).
Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo ha insignito della onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1997).