Liriche “Giano bifronte”, di Vincenzo Fiaschitello
Infanzia leggera e sublime
Ebbene, i conti sono già fatti con te,
infanzia leggera e sublime,
barca che non conoscevi ancora
la bufera e il temibile scarrocciare,
presagio della fine.
Non mi davi che albe senza passato
e un futuro invisibile immerso
nella bruma dell’orizzonte.
Camminare, oggi, è un continuo
fuggire dal tuo seno profumato,
dal tuo sorriso di primavera, dai tuoi
occhi pensosi e gonfi di speranza.
Camminare, oggi, è assenza
di movimento e meditazione
sulla prova fallita di cogliere la meta
della felicità.
Camminare, oggi, è sperare in qualche
raro momento di gioia che dà sapore
alla vita e ci rende ancora capaci
di lottare e chinare il capo con dignità
dinanzi ai colpi inevitabili di un destino,
sempre e comunque unico vincitore
della scommessa sulla vita.
Giano bifronte
La mutevolezza della natura
e degli eventi, simile alla pietra
di Giano bifronte, vede congiunti
vita e morte, bene e male.
Contale se puoi queste innumerevoli
variazioni, ma rammenta che tutto
permane e pur se sfigurato mai
potrà essere annullato. E’ così
che si rende giustizia alla vita
liturgicamente sacra nell’esperienza
comune del dolore e degli errori.
L’universo cifrato
Inservibili sono le categorie del passato
per interpretare il tempo presente:
non sperare di bucarlo con vecchie chiavi.
E’ così bruciante l’attualità,
ora che dilaga il disumano sulla terra,
la tetra violenza di privati e di pubbliche
istituzioni, pronte a calpestare diritti
proclamati con enfasi, retoricamente
sigillati in carte di valori universali.
Se non laviamo la memoria
nella virtù suprema, la carità,
non riusciremo mai a illuminare l’oscurità
del nostro tempo e l’universo resterà
per noi sempre terribilmente cifrato,
chiuso alla nostra interpretazione,
fuori da una possibile rete di senso.
Fuori dal tempo e dalla metamorfosi
Il ricordo dell’ondulata cascata
dei tuoi capelli e dei tuoi occhi
di cielo azzurro che il mio sorriso
accoglievano facendo ardere il petto
con moto indistinto dal rullio di un treno,
mi porta fuori dal tempo e dalla metamorfosi.
Solo tu, cucciola anima,
mi confidi il segreto di quel che resterà
e che sarà della nostra passata gioia,
dei sogni e dei tormenti.
Solo tu, anima tenerella,
conosci queste cose come aerea rondine
che sorvola arditamente la precaria
bellezza di cupole e di torri.
Novembre
Che possono dire di noi
i nostri morti dal loro freddo
marmo, se non commiserarci.
A loro abbiamo a lungo
rimproverato di averci lasciato
un mondo senza giustizia né pace,
dilapidato d’aria e di chiare acque.
Crediamo nella pace universale,
in principi di fratellanza e solidarietà,
solennemente trascritti su trattati
quasi eternati in tavole di pietra.
E il mondo è in fiamme.
Guerra in Terra Santa
Sotto cieli arabi e cristiani
questa umanità ha eclissato
pietà e carità e percorre impervi
sentieri di odio e intolleranza,
estinguendo ogni spazio di santità
a una terra di biblica memoria.
Quale speranza di convivenza
e fraternità può ancora sopravvivere,
si domandano politici, religiosi
e comune gente.
Risposte ambigue, spesso insincere,
accrescono smisuratamente
i nodi della corda della giustizia.
E sembra che l’urlo lacerante
della sirene debba a lungo persistere.
Alla luce del giorno e sotto i riflettori,
giovani scavano con le mani
alla ricerca dei propri morti, coltivando
pensieri di odio.
Non c’è salvezza se non c’è almeno
una madre che sollevando il corpo
dilaniato del figlio non consacri
l’indicibile dolore al pensiero dell’anima.
Vincenzo Fiaschitello
Nato a Scicli nel1940. Laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Roma (1966) e Abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei classici e scientifici; pedagogia, filosofia e psicologia negli istituti magistrali (1966). Docente di ruolo di Filosofia e Storia nei licei statali e Incaricato alle esercitazioni presso la cattedra di Storia della Scuola alla Facoltà di Magistero Università di Roma dall’anno accademico 1965/66 al 1973/74. Direttore didattico dal 1974, preside e dirigente scolastico fino al 2006. Docente nei Corsi Biennali post-universitari. Membro di commissioni in concorsi indetti dal Ministero P.I.
E’ autore di vari saggi sulla scuola, di opere di poesia e di narrativa.
Attualmente è redattore della Rivista culturale telematica “Il Pensiero Mediterraneo” (Redazione di Roma).
Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo ha insignito della onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1997).