IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Liriche “Giano bifronte”, di Vincenzo Fiaschitello

Janus (Musei Vaticani)

Janus (Musei Vaticani)

Infanzia leggera e sublime

Ebbene, i conti sono già fatti con te,

infanzia leggera e sublime,

barca che non conoscevi ancora

la bufera e il temibile scarrocciare,

presagio della fine.

Non mi davi che albe senza passato

e un futuro invisibile immerso

nella bruma dell’orizzonte.

Camminare, oggi, è un continuo

fuggire dal tuo seno profumato,

dal tuo sorriso di primavera, dai tuoi

occhi pensosi e gonfi di speranza.

Camminare, oggi, è assenza

di movimento e meditazione

sulla prova fallita di cogliere la meta

della felicità.

Camminare, oggi, è sperare in qualche

raro momento di gioia che dà sapore

alla vita e ci rende ancora capaci

di lottare e chinare il capo con dignità

dinanzi ai colpi inevitabili di un destino,

sempre e comunque unico vincitore

della scommessa sulla vita.

Giano bifronte

La mutevolezza della natura

e degli eventi, simile alla pietra

di Giano bifronte, vede congiunti

vita e morte, bene e male.

Contale se puoi queste innumerevoli

variazioni, ma rammenta che tutto

permane e pur se sfigurato mai

potrà essere annullato. E’ così

che si rende giustizia alla vita

liturgicamente sacra nell’esperienza

comune del dolore e degli errori.

L’universo cifrato

Inservibili sono le categorie del passato

per interpretare il tempo presente:

non sperare di bucarlo con vecchie chiavi.

E’ così bruciante l’attualità,

ora che dilaga il disumano sulla terra,

la tetra violenza di privati e di pubbliche

istituzioni, pronte a calpestare diritti

proclamati con enfasi, retoricamente

sigillati in carte di valori universali.

Se non laviamo la memoria

nella virtù suprema, la carità,

non riusciremo mai a illuminare l’oscurità

del nostro tempo e l’universo resterà

per noi sempre terribilmente cifrato,

chiuso alla nostra interpretazione,

fuori da una possibile rete di senso.

Fuori dal tempo e dalla metamorfosi

                                    Il ricordo dell’ondulata cascata

dei tuoi capelli e dei tuoi occhi

di cielo azzurro che il mio sorriso

accoglievano facendo ardere il petto

con moto indistinto dal rullio di un treno,

mi porta fuori dal tempo e dalla metamorfosi.

Solo tu, cucciola anima,

mi confidi il segreto di quel che resterà

e che sarà della nostra passata gioia,

dei sogni e dei tormenti.

Solo tu, anima tenerella,

conosci queste cose come aerea rondine

che sorvola arditamente la precaria

bellezza di cupole e di torri.

Novembre

Che possono dire di noi

i nostri morti dal loro freddo

marmo, se non commiserarci.

A loro abbiamo a lungo

rimproverato di averci lasciato

un mondo senza giustizia né pace,

dilapidato d’aria e di chiare acque.

Crediamo nella pace universale,

in principi  di fratellanza e solidarietà,

solennemente trascritti su trattati

quasi eternati in tavole di pietra.

E il mondo è in fiamme.

Guerra in Terra Santa

                                    Sotto cieli arabi e cristiani

questa umanità ha eclissato

pietà e carità e percorre impervi

sentieri di odio e intolleranza,

estinguendo ogni spazio di santità

a una terra di biblica memoria.

Quale speranza di convivenza

e fraternità può ancora sopravvivere,

si domandano politici, religiosi

e comune gente.

Risposte ambigue, spesso insincere,

accrescono smisuratamente

i nodi della corda della giustizia.

E sembra che l’urlo lacerante

della sirene debba a lungo persistere.

Alla luce del giorno e sotto i riflettori,

giovani scavano con le mani

alla ricerca dei propri morti, coltivando

pensieri di odio.

Non c’è salvezza se non c’è almeno

una madre che sollevando il corpo

dilaniato del figlio non consacri

l’indicibile dolore al pensiero dell’anima.

Vincenzo Fiaschitello

Nato a Scicli nel1940. Laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Roma (1966) e Abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei classici e scientifici; pedagogia, filosofia e psicologia negli istituti magistrali (1966). Docente di ruolo di Filosofia e Storia nei licei statali e Incaricato alle esercitazioni presso la cattedra di Storia della Scuola alla Facoltà di Magistero Università di Roma dall’anno accademico 1965/66 al 1973/74. Direttore didattico dal 1974, preside e dirigente scolastico fino al 2006. Docente nei Corsi Biennali post-universitari. Membro di commissioni in concorsi indetti dal Ministero P.I.

E’ autore di vari saggi sulla scuola, di opere di poesia e di narrativa.

Attualmente è redattore della Rivista culturale telematica “Il Pensiero Mediterraneo” (Redazione di Roma).

Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo ha insignito della onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1997).

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